Allison's pov
Quella mattina mi alzai alle 6 in punto. Di solito odiavo alzarmi presto, ma ero troppo agitata per riuscire a stare un solo secondo di più sotto quelle coperte.
Sapevo che probabilmente non l'avrei visto quel giorno, ma non potevo fare a meno di pensare a lui e di sorridere come una scema ogni volta.
Chissà cosa aveva da fare...non volevo essere invadente, per questo non gli avevo chiesto niente anche se morivo dalla curiosità di saperlo. Ero della convinzione che pian piano ogni giorno si sarebbe fidato di più di me e mi avrebbe raccontato cosa gli era successo...o almeno lo speravo...
Mi guardai allo specchio non riconoscendomi quasi: chi era quella ragazza così felice e radiosa che si specchiava? Che ci facevo poi alzata a quell'ora?
Amavo andare a scuola, non l'avevo detto per caso?Amavo alzarmi presto la mattina, amavo sentire il fastidioso russare di mio padre dal piano di sotto, amavo la pioggia che quella mattina scendeva lieve dal cielo. Amavo tutto, sentivo che niente avrebbe potuto togliermi quel sorriso dalla faccia e quella gioia che si espandeva sempre di più nel mio cuore. Niente.
Mi vestii di corsa e scesi le scale saltando gli scalini a tre a tre canticchiando.
Mia madre mi guardò come se avesse visto un mostro. –Tesoro, ti senti bene?- Chiese mostrando sorpresa e scetticismo al tempo stesso.
-Certo mamma, sto benissimo.- Mi imposi di smetterla di canticchiare; non volevo insospettirla.
Presi il latte dal frigo e lo versai nel mio solito bicchiere non riuscendo proprio a togliermi quell'espressione raggiante dal volto.
-Fra una settimana dobbiamo andare ad ordinare il tuo vestito per il ballo.-
Quella frase quasi mi fece sputare tutto il latte. –Cosa?È presto ancora.- Riuscii a dire dopo un paio di colpi di tosse dovuti alla sorpresa iniziale.
Il ballo di fine anno era una tradizione irrinunciabile nella mia scuola, l'anno precedente ci ero andata con...
-Andrai anche quest'anno con quel ragazzo, Mark?- Domandò improvvisamente interessata a qualsiasi espressione sul mio viso.
-Non lo so...- Abbassai lo sguardo, fingendomi pensierosa, mentre con quel briciolo di indifferenza che mi era rimasto ricominciavo a bere il mio latte. –Credo di sì.- Odiavo mentire, ma non potevo mica dirle che io e quel ragazzo che avevo nominato l'anno precedente come mio accompagnatore non ci rivolgevamo più la parola.
-Capisco.- Fece un mezzo sorriso non tanto convinto, prima di andare nella sua camera da letto per svegliare mio padre.
Fissai il frigorifero davanti a me pensierosa. C'era una sola persona con cui sarei voluta andare a quel ballo, ma non avrebbe mai accettato se lo avessi invitato.
Sarebbe stato rischioso per lui esporsi ad una festa in mezzo a tutti quei ragazzi, qualcuno avrebbe potuto vagamente riconoscere in lui quel ragazzino scomparso anni prima. E se qualcuno avesse avuto anche solo il minimo sospetto, sarebbero stati guai.
Eppure non riuscivo proprio a togliermi dalla testa quel malsano pensiero che mi faceva provare delle fitte insistenti allo stomaco. Ballare di nuovo con lui ad un ballo, essere stretta fra le sue braccia...
Mi costrinsi a smetterla di pensarci, quell'idea non contribuiva alla normale e sana riuscita di ragionamento del mio cervello. Lo avrei esposto ad un pericolo inutile.
Sbuffai sciacquando poi il bicchiere nervosa. Chi avrei potuto invitare?Mark era fuori discussione...
-Io vado mamma!- Gridai per la casa ignorando le protesta primitive di mio fratello più addormentato che sveglio, provenienti dal piano di sopra.
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Kidnapped by love
RomanceNew York, Manhattan. David, criminale diciassettenne fuggito da casa e al soldo del più ricercato delinquente della città. Allison, la figlia del capo della polizia, una ragazza con una vita normale. Almeno fino a quando i due non si incontrano. Tra...