David's pov
Aspettavo nervoso fuori da quella porta il momento in cui avrei potuto esporre il mio brillante discorso per giustificare la presenza di Allison a quella festa. Speravo solo che Johnny mi credesse e che soprattutto credesse a quello già detto da Kim.
Sally, la "segretaria" personale di Johnny, mi annunciò con un sorriso smagliante che il suo capo era pronto a ricevermi. Visto la camicetta quasi completamente sbottonata della donna e la gonna messa male, non mi risultava difficile immaginare perché prima il suo capo fosse impegnato. Sapevamo tutti che Sally era stata raccattata da una strada da Johnny; si prostituiva per pagare l'affitto del suo appartamento e per lei il suo arrivo era stato come una manna dal cielo. Ora era una delle tante ragazze che in cambio di servizi speciali al nostro capo, riceveva borse, vestiti, scarpe, gioielli...
-Grazie Sally.- Abbozzai un sorriso un po' a disagio. Più volte lei, nonostante fosse molto più grande, ci aveva provato esplicitamente con me, ma per evitare di far incazzare Johnny, toccando una sua proprietà, non ci ero mai stato. Peccato perché Sally era davvero una gran bella donna, una botta e via non mi sarebbe dispiaciuta.
-Di niente Dave.- Civettò ancora cercando di sistemarsi in modo pietoso la camicetta, finendo, guarda caso, con il slacciarsela ancora di più. Eh beh, quando una era una troia lo rimaneva...
Entrai nell'ufficio di Johnny piuttosto nervoso, cosa che non traspariva dal mio sguardo sempre impassibile.
Johnny era in piedi dietro la sua scrivania e per quanto mi sforzassi non riuscivo a decifrare il suo sorriso: era un sorriso rassicurante o diabolico?
La barba appena accennata contornava quel sorriso che nel complesso gli dava un'espressione piuttosto compiaciuta. Il fatto che fosse in piedi poi era piuttosto intimidatorio, visto i suoi quasi due metri di altezza.
Per ognuno di noi essere convocati da lui era un vero e proprio inferno, non si sapeva mai il motivo dei suoi richiami anche se, per quanto mi riguardava, grazie a Kim io lo sapevo già.
Quasi nessuno osava incontrare i suoi occhi grigi di una glacialità talmente minacciosa da far impallidire.
Eppure per quanto fossero minacciosi i suoi occhi, io li affrontai tranquillamente senza abbassare lo sguardo; ero abituato a guardare sempre in faccia il mio interlocutore. Ci voleva ben altro per intimorirmi.
-Johnny.- Feci un piccolo cenno col capo in segno di rispetto. Mi stupii della calma con cui riuscii a dirlo; come se non mi trovassi a pochi centimetri di distanza dal criminale più temuto di New York.
Di solito non parlavo quasi mai con lui, erano i suoi subordinati a dirci cosa fare, ma le poche volte che lo avevo incontrato erano bastate a farmi capire che era una presenza tutt'altro che rassicurante.
-David.- Se possibile il suo sorriso si allargò ancora di più. –Siediti pure.- Un cenno della sua manona destra verso la sedia lì di fronte accompagnò il suono della sua voce imponente.
Sedersi. Brutto segno.
Feci come mi consigliò, senza distogliere lo sguardo da lui che a sua volta si stava accomodando sulla sua poltroncina. Verso di lui provavo un'innaturale diffidenza, non mi piaceva abbassare la guardia mentre ci parlavo.
-Di cosa volevi parlarmi?- Domandai accomodandomi meglio sulla sedia. Johnny ci aveva esplicitamente chiesto di dargli del tu, anche se ogni volta mi sembrava strano farlo.
-Immagino che Kimberly ti abbia già anticipato la cosa.- Mi guardò di sottecchi con un lieve rimprovero nello sguardo. Ogni volta che nominava Kim però sembrava quasi che la sua voce si ammorbidisse...Disgustoso...
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Kidnapped by love
RomanceNew York, Manhattan. David, criminale diciassettenne fuggito da casa e al soldo del più ricercato delinquente della città. Allison, la figlia del capo della polizia, una ragazza con una vita normale. Almeno fino a quando i due non si incontrano. Tra...