Angela's pov
Stavo seduta sulla poltrona del mio salotto da almeno mezz'ora.
Continuavo ad esaminarmi inquieta unghie, capelli, vestito e trucco, assolutamente perfetti a sentire mia madre.
Mi alzai per l'ennesima volta per controllare allo specchio che fosse tutto a posto, ma mia madre mi bloccò con uno sguardo di rimprovero prima che potessi giungere alla mia meta.
-Stai benissimo così tesoro, basta. Stai facendo diventare nervosa persino me.- Commentò, incominciando a rigirarsi la macchina fotografica fra le mani.
Arrossii, abbassando lo sguardo colpevole, prima di ritornare a sedermi.
Controllai l'orologio per la trentesima volta e mi tranquillizzai; era tutto nella norma, tutto sotto controllo, Kevin doveva passare a prendermi alle otto ed io ero in anticipo di un'ora.
Mia madre e mio padre mi fissavano da una quantità di tempo indecifrabile –troppa a dire il vero- in imbarazzante e religioso silenzio. Tolti i rimproveri di mia madre, nessuno aveva detto niente.
Mia madre continuava a sorridere in modo forzato e plastificato senza motivo –forse la stavo facendo impazzire io-; mi guardava proprio come una Barbie avrebbe potuto guardare la sua piccola Shelly vestita tutta di punto per andare ad una festa con le amichette.
Ero molto peggio di Shelly con il tutù però, il mio vestito confettoso avrebbe fatto invidia anche alla bambola più elegante.
Mio padre invece era più nervoso di lei, niente sorriso plastificato alla Ken, solo uno sguardo serio e corrucciato. Se ne stava a braccia conserte seduto vicino a mia madre, in attesa di esaminare "Colui che avrebbe portato la sua bambina al ballo di fine anno".
Speravo con tutto il cuore che Kevin gli piacesse, anche perché era assolutamente impossibile non trovarlo perfetto; era bello, gentile, simpatico, divertente, intelligente...Forse io ero troppo poco per lui.
Sospirai e con me anche i miei genitori lo fecero, in perfetta sincronia.
Aggrottai le sopracciglia perplessa; sembrava che condividessero qualsiasi mia reazione.
Mi sforzai di pensare ad altro per distrarmi, ma finii ugualmente per pensare di nuovo a lui, al nostro primo incontro...
Sorridevo sempre come una cretina ogni volta che ricordavo quel giorno e notai con la coda dell'occhio i miei scambiarsi uno sguardo stranito che feci finta di non vedere.
Appoggiata al bancone del bar di quella discoteca per prendere una semplice Coca Cola, la mia vita era cambiata.
-Uh, la Coca Cola!- Una voce maschile alle mie spalle mi fece sobbalzare spaventata.
-Ma lo sai che dicono che nella Coca Cola ci mettono il sudore dei piedi?-
Ma che razza di domanda era?! No, non lo sapevo, ma mi stava solo leggermente venendo da vomitare dopo averlo saputo, che fosse vero o no.
-Così dicono...- Sembrava stesse parlando da solo, domandava e si rispondeva da solo.
Ma poi, dove cavolo l'aveva sentita quella cosa?
Feci per rispondergli, ma mi anticipò con la sua parlantina veloce, -Per non parlare di tutte le calorie che contiene!- Di nuovo, la sua sembrava una riflessione ad alta voce, tanto che arrivai a chiedermi se stesse davvero parlando con me.
-Non sarà magra come Kate Moss, ma credo di potermi permettere una Coca Cola.- Risposi piccata, cercando comunque di non essere troppo indisponente.
STAI LEGGENDO
Kidnapped by love
RomanceNew York, Manhattan. David, criminale diciassettenne fuggito da casa e al soldo del più ricercato delinquente della città. Allison, la figlia del capo della polizia, una ragazza con una vita normale. Almeno fino a quando i due non si incontrano. Tra...