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Attenzione!Prima di leggere vi ricordo che la storia non è la mia.La vera autrice si chiama _Bec_ su e.p.f.👋
-Buona lettura.‼️😘👊🏼

David's pov.

-David Woldrich...-
Sentire quel nome mi fece sobbalzare. Era da quattro anni che nessuno mi chiamava così... gli anni migliori della mia vita. Mi ero quasi dimenticato di quel cognome che aveva portato solo sofferenza.
Provai un improvviso moto di rabbia ripensando ai miei cari genitori... Giusto il tempo di girarmi verso di lei e la rabbia e il dolore erano già stati messi da parte per sfoggiare un finto sorriso confuso. Ero un attore nato e lo sapevo bene.
-Come scusa?- Chiesi ingenuamente.
-Tu sei David Woldrich.-
Non era una domanda, non aveva bisogno di conferme, lo sapeva bene che ero io.
Tuttavia il suo modo da saputella di dirlo mi irritò non poco; chi diavolo credeva di essere? Doveva essere terrorizzata e starsene zitta, no?
Sospirai; avrei comunque dovuto immaginarlo che lo avrebbe capito...lei era la figlia del poliziotto che aveva condotto le indagini sulla mia scomparsa, chissà quante volte aveva visto quella mia stupida foto da dodicenne ingenuo alla centrale di polizia.
-Per te solo David, piccola.- Le sorrisi malizioso e la vidi arrossire.
Cercavo di sviare il discorso, cosa davvero facile a quanto pareva se un mio sorriso bastava a confonderla. Bastava poco per confondere le ragazze in generale a dire il vero; tutte oche buone solo a fare una cosa...a letto.
Lei ad ogni modo sembrava meno oca del prototipo standard femminile dato che le bastò scuotere la testa per riprendersi e chiedere:
-Perché sei scappato di casa?-
Sembrava che stesse cercando di capirmi, non di giudicarmi come facevano le persone che avevo conosciuto da quando ero scappato di casa. Quello non fece che irritarmi ulteriormente. Non volevo essere capito, tantomeno da lei.
Sospirai di nuovo. Perché, perché, perché, perché? Sempre tutti che chiedevano perché, tutti pettegoli che non vedevano l'ora di farsi i cazzi miei.
-Te lo dirò quando ne avrò voglia.- Buttai lì a caso la risposta, senza degnarla di uno sguardo, prima di guardare l'orologio annoiato: le cinque...dovevamo essere da Johnny entro le sei e mezza, dannazione la ragazza faceva perdere pure tempo.
-Allora che facciamo?- Si mise in mezzo Paul, infastidito dal nostro discorso.
-La togliamo di mezzo ovvio!- Colin era il solito codardo; piuttosto che rischiare che la ragazza vuotasse il sacco alla polizia, l'avrebbe uccisa con ogni mezzo.
-Non dite cazzate! E' innocente e io non ucciderò una ragazza innocente!- Kevin, il mio migliore amico, nonché il più maturo e razionale del gruppo, non aveva quasi mai da ridire, ma quando si incazzava era peggio per gli altri se non gli davano ascolto. Diciamo che fra di noi era il più bravo, sempre che si potesse definire brava una persona che comunque ne uccideva altre.
- "E' innocente e io non uccido le ragazze innocenti!"- Fece il versetto Phin -Ma per favore Kev! Chissene frega se è innocente! Io dico di divertirci un po' con lei e poi di bruciarla con la casa, almeno non dovremo preoccuparci del cadavere.-
Vidi un lampo di terrore attraversare gli occhi di lei; anche se non lo dava a vedere, stava morendo di paura. Provai una strana sensazione dentro, la stessa che avevo provato prima...era forse pietà? Pena? Non sapevo nemmeno io perché quella ragazza mi facesse quello strano effetto.
Fu quello che dissi, però, in tono che non ammetteva repliche, a sorprendere tutti, me compreso:
-No, la lasceremo andare.-
Ma che cazzo stavo dicendo, ero fuori di testa?
Perché? Perché non potevo semplicemente ucciderla e lavarla via dalla mia coscienza come ogni altra vittima prima di lei? Che preoccupante ascendente avevano i suoi occhi su di me?
-Cosa?!- Chiesero quasi tutti all'unisono.
L'unico a sorridere era Kevin, se lo aspettava. Fantastico, mi avrebbe fatto un discorso di tre ore sulla bontà d'animo che c'era in ognuno di noi. Già, perché quel rompicoglioni si vantava della sua maturità da nonnetto e parlava peggio di una zitella; una volta che iniziava un discorso non finiva più!
-Ma...-
-Forse non avete capito bene...- Sorrisi maligno agli altri, sapendo che avevano capito benissimo -La lasceremo andare, chiaro?-
Sia che avessi deciso di liberarla o di ucciderla non sarebbe cambiato niente. O almeno era quello che continuavo a ripetermi come giustificazione alla cazzata che stavo per fare.
I miei compagni non si sarebbero mai messi contro di me e lo sapevo bene: oltre ad essere un branco di conigli codardi, sapevano anche che, chissà per quale strano motivo, Johnny si fidava ciecamente di me e la loro parola contro la mia non aveva speranze.
-E Johnny?- Colin, come al solito, era terrorizzato all'idea che lui venisse a sapere della nostra decisione senza consultarlo.
Sapevo bene, però, che Johnny non l'avrebbe mai lasciata libera se l'avessimo portata da lui, sicuramente l'avrebbe uccisa e io non volevo proprio averla sulla coscienza.
Era pazzesco e anche abbastanza fastidioso a dire il vero, ma quando lei mi guardava con disprezzo riusciva a farmi sentire...strano, una brutta persona. E dire che nemmeno quel deficiente di Kevin ci era mai riuscito. Dovevo riconoscere però che mi stavo seriamente mettendo nei casini e tutto per cosa?
Per i suoi occhi...
Per una ragazzina che non conoscevo nemmeno, figlia peraltro di un uomo che avrebbe potuto benissimo rovinarmi la vita. Se Johnny fosse venuto a saperlo non l'avrei fatta franca anche se ero il suo favorito. Ci avrebbe ucciso tutti per tradimento.
-Se non gli diremo niente, non lo verrà a sapere-, Semplice, no? -Il primo che parla è morto, chiaro?- Aggiunsi minaccioso.
Annuirono tutti spaventati: sapevano che non scherzavo, sapevano che se mi avessero tradito non avrei avuto nessun motivo per non toglierli di mezzo. Kevin a parte, gli altri erano solo un branco di cretini che non potevo sopportare.

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