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David's pov

Arrivato in quello schifo di camera, in quello schifo di posto, in quello schifo di città, in quello schifo di nazione, in quello schifo di mondo, buttai incazzato a terra tutte le cianfrusaglie che c'erano sulla scrivania, ovviamente prima di prendere a calci la sedia facendola cadere.

Mi guardai allo specchio furente prima di tirarci contro un pugno ben assestato. Il rumore del vetro che si frantumava a terra sembrava riuscisse a coprire il rumore di quello che si stava frantumando in me; quasi riusciva a consolarmi e a calmare un fuoco insopportabile che sentivo bruciare dentro.

Sette anni di sfiga, pazienza con tutta quella che già avevo addosso.

-Cazzo...- Gemetti poi a bassa voce esaminando il vivo rosso del sangue che colava dalle nocche.

Completamente incurante della ferita, asciugai la mano gocciolante sulla mia maglietta, macchiandola di rosso, prima di buttarmi sul letto con la faccia schiacciata sul cuscino. Ma perché non potevo soffocarmi con quello e farla finita dannazione?! Il mio stupido istinto di sopravvivenza mi impediva di farlo, come non riuscivo più a respirare era più forte di me staccarmi dalla stoffa per farlo.

Sbuffai mettendomi a pancia in su per osservare le strane sfumature che creava il tramonto sul muro.

Perché non me ne andava una giusta, perché? Maledizione, non potevo avere una vita normale come tutti i ragazzi della mia età?Non potevo avere una ragazza da amare senza rischiare di metterla nei casini con la legge solo uscendoci insieme?

Chiusi a pugno con forza la mano che mi ero ferito, causandomi un bruciore lancinante che però riusciva ad alleviare di poco un altro tipo di male che sentivo. Il sangue incominciò ad uscire più velocemente imbrattando anche tutto il lenzuolo.

Era meglio se stavo fuori dalla sua vita. Lei poteva averla una vita normale e tranquilla, perché dovevo incasinargliela io con la mia?

Dio mio, credevo di non riuscire a resistere mentre si scusava. Stavo morendo dalla voglia di baciarla e fare l'amore con lei, anche lì in mezzo alla strada, al diavolo gli spettatori!

Era così...bella mentre si spiegava imbarazzata e quando abbassava lo sguardo a disagio. Quando mi aveva pregato di andarci il giorno dopo per un attimo avevo pensato sul serio di tornare indietro e baciarla. Per fortuna ero riuscito a resistere, il riuscire ad apparire distaccato ed indifferente anche nelle situazioni più critiche mi aiutava.

L'avevo visto nei suoi occhi che era sincera, come si poteva anche solo minimamente pensare che non lo fosse? Eppure non riuscivo di nuovo a fidarmi totalmente di lei; avrei rischiato molto e avrei fatto rischiare anche i miei compagni se lo avessi fatto. Forse per il bene di entrambi avrei fatto meglio a fingere di non crederle, ad ignorarla e a lasciarle vivere la sua vita. Prospettiva terribilmente dolorosa, ma non irrealizzabile...

Mi portai la mano alla fronte pensieroso, continuando ad ignorare l'altra abbandonata sul lenzuolo ancora ammaccata.

Iniziavo seriamente a pensare che Kim avesse ragione sulla storia dell'amore. Possibile? Quel dubbio si palesò sottoforma di una stretta dolorosa allo stomaco che mi impediva di respirare normalmente, che mi impediva di vivere normalmente. Kim aveva sempre ragione quando si trattava di faccende amorose, così come le ragazze in generale. Dannate donne! Ma che cazzo di sesto senso avevano?

La porta si aprì facendo apparire un incredulo Kevin sulla soglia.

-Oddio, che è successo, hai sgozzato qualcuno?- Fece un cenno al sangue sul letto prima di osservare la scrivania e lo specchio sbigottito.

Kidnapped by loveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora