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Attenzione!Prima di leggere vi ricordo che la storia non è la mia.La vera autrice si chiama _Bec_ su e.p.f.👋
-Buona lettura.‼️😘👊🏼

Allison's Pov

La mattina dopo a scuola era una vera e propria tortura, concentrarmi era diventata una cosa impossibile; non facevo che pensare nervosa alla serata che mi aspettava.
Non ero proprio riuscita a declinare il suo invito, un po' perché non mi aveva lasciato il tempo di farlo e un po' perché in fondo l'idea di uscire con lui non mi dispiaceva...
Era proprio quest'ultima cosa a turbarmi di più. Mi stavo cacciando in un guaio, un guaio da cui non sarei più riuscita ad uscire...Eppure la vicinanza di quell'irritante ragazzo mi faceva sentire bene, più di quanto fosse lecito. Maledizione, ma che ci trovavo in lui?!Era bello sì, ma era un deficiente cronico, quale ragazzo scappa di casa a dodici anni per aggregarsi ad un pazzo gruppo di criminali rischiando la vita tutti i giorni?
Rabbrividii a quel pensiero. Nessuno. Tranne lui.
Una parte di me mi insultava furiosa e mi diceva di denunciarlo alla polizia, l'altra parte invece mi diceva di uscirci insieme e di non pensare al resto. Già, fosse stato facile non pensarci.
L'idea che mio padre potesse venire a saperlo mi terrorizzava...ma allo stesso tempo mi eccitava. Il fare qualcosa di proibito, il mettermi in pericolo uscendo con lui...lui che era un tipo tutt'altro che raccomandabile, scatenava in me una serie di emozioni che non avrei mai pensato di provare. Non ero mai stata un'amante del rischio né un'adolescente ribelle che si trova il fidanzato delinquente per esasperare i genitori, eppure quella faccenda mi piaceva da morire.
Fare tutto di nascosto dai miei, ma soprattutto da mio padre, non facendosi scoprire...
Quella mattina avevo evitato Mark come la peste bubbonica, ero più che certa che volesse parlarmi del perché fossi sparita improvvisamente la sera prima e della telefonata, ma io non mi sentivo ancora pronta ad affrontarlo.
Stavo diventando una codarda e la cosa era piuttosto irritante visto che io stessa per prima odiavo la gente che non aveva il coraggio di dire le cose in faccia.
Mi alzai seccata dalla panchinetta a lato della palestra e mi preparai con un po' di stretching alla corsa che mi aspettava.
Incrociai per un attimo lo sguardo della professoressa che mi sorrise mentre cronometrava una mia compagna. Ricambiai il suo gesto con un sorriso tirato distogliendo lo sguardo troppo nervosa per poter essere anche lontanamente gentile con qualcuno.
La professoressa di ginnastica Anne J. Mantine esigeva tantissimo da noi; ci faceva correre molto, -la resistenza per lei era tutto- anche all'aperto quando pioveva; nessuna di noi però si era mai lamentata con i genitori per il suo modo di insegnare. Momenti di pazzia a parte la adoravamo: era una grande, oltre che femminista al 100%. Durante le sue ore preparavamo balletti vari, coreografie con il nastro, con i cerchi e le corde per saltare; le sue lezioni erano sempre molto piacevoli tutto sommato.
Alzai la gamba e l'appoggiai tesa al calorifero stendendo la mano fino alla caviglia; gesto che mi provocò un leggero fastidio al polpaccio.
Cosa avrei potuto mettermi quella sera?Un vestito elegante era fuori discussione, preferivo pensare a qualcosa di sportivo...Chissà che genere di ragazza poteva piacere a lui...
-Lowell?!Tocca a te!-
Mi girai di scatto verso la prof che aveva un'aria parecchio seccata. A giudicare dal tono di voce che aveva usato doveva essere già da un bel po' che stava cercando di chiamarmi.
-Sì arrivo, scusi prof.- Mormorai confusa, un po' per il fatto che non avevo dormito molto quella notte e un po' per il fatto che non l'avevo proprio sentita chiamarmi.
Mi misi in posizione accucciata, pronta a partire al suo fischio.
Victoria e Trish si girarono verso di me dalla postazione accanto e sorrisero in modo provocatorio. Ricambiai il sorriso accettando la loro muta sfida. Contro Trish non sarebbe stato un problema arrivare prima, ma Vic, seppur più bassa di me, era molto veloce e sarebbe stato difficile batterla.
In teoria quella non doveva essere una competizione, ma solo un modo della prof per cronometrarci; eravamo noi che ci divertivamo a sfidarci, anche perché l'idea di una sfida ci spronava a correre più veloce.
Al fischio della prof scattai subito in piedi correndo il più veloce possibile.
Distanziai subito Trish, ma Victoria rimaneva piuttosto vicina.
Cercai di aumentare ancora la velocità con un ultimo sforzo arrivando per un nano secondo prima di Vic.
-Ottimo Lowell, migliori sempre di più.- Commentò la prof compiaciuta segnando i risultati sul registro. Secondo le mie compagne ero la sua allieva preferita perché, oltre ad essere la più veloce, ero anche quella che aveva più fantasia e disinvoltura nel creare le coreografie di ballo e con il nastro.
Io tutta questa mia bravura non la vedevo proprio, fin da piccola avevo sempre avuto la grazia di un elefante sebbene avessi un fisico slanciato e asciutto.
Feci un respiro profondo leggermente affaticata dalla corsa e andai di nuovo a sedermi sulla panchinetta.
Vic mi raggiunse sorridendo e si sedette aggraziata vicino a me.
-Allora?- Mi chiese attorcigliandosi i capelli corti attorno al dito e con un sorriso a trentadue denti stampato in faccia.
-Allora cosa?- Chiesi stranita.
-Chi è lui?- Domandò avvicinandosi di più a me, come per impedirmi di scappare.
-Lui chi?- Mi guardai intorno agitata pronta ad iniziare una conversazione con chiunque pur di sviare l'argomento tirato in ballo da Vic. Possibile che fossero tutti dall'altra parte della palestra?!
-Il ragazzo che ti fa sorridere come una cretina durante le lezioni e che ti ha fatto diventare acida con la professoressa di ginnastica.- Fece spallucce come se la domanda fosse stata ovvia già dall'inizio.
-Sorridevo come una cretina?- Aggrottai il sopracciglio terrorizzata a quell'eventualità.
Lei annuì. -Sì, sembrava che avessi una paralisi facciale. Ti attorcigliavi pure i capelli come in trance, non mi stupisco se qualcuno ha pensato che ti fossi fumata qualche canna.-
Oddio, l'avevo fatto senza nemmeno accorgermene!Sorridevo da sola, avran pensato che mi fossi fatta un'intera piantagione di marijuana!
Mi accorsi che Vic era ancora lì in attesa di risposta, così sparai la prima cosa che mi venne in mente e che potesse andare come scusa per il mio stato quasi vegetativo di quella mattina.
-Ehm...io e Mark l'abbiamo fatto.- Buttai lì a caso. Una ragazza poteva essere su di giri per la sua prima volta, no?
-Oddio, davvero?!E non mi dici niente?!Com'è stato?Era la tua prima volta, no?- E meno male che prendeva in giro Helena per il suo essere pettegola...
-Beh è difficile spiegarlo a parole.- Arrossii rendendo la cosa abbastanza credibile. Certo non poteva pensare che stessi arrossendo perché non era vero e non sapevo che parole usare per esprimere qualcosa che non avevo fatto.
-Che carina, sei arrossita!- Ridacchiò. -Com'è a letto, eh?- Chiese ancora curiosa.
-Vic!- La rimproverai guardandomi intorno a disagio.
-Che ho detto?- Domandò sgranando gli occhi sorpresa.
-Non sono cose di cui si può parlare così insomma...- Mannaggia a me e ai miei patetici tentativi di salvarmi dai casini, quando cercavo di sviare un discorso incappavo sempre in un altro molto più imbarazzante.
-Ok va bene.- Acconsentì infine un po' delusa. -Comunque sei davvero fortunata, lui è un figo!- Aggiunse sghignazzando divertita.
-Sì beh quello sì.- Ammisi sovrappensiero pensando però ad un altro ragazzo. -Però ha un caratteraccio!- Sbottai irritata ripensandoci.
-Perché?Ma se è dolcissimo scusa!-
Mi diedi mentalmente dell'idiota, ma a chi stavo pensando?
-Ehm...sì a volte.- mi corressi. -Comunque, stasera devo uscire con lui, come dovrei vestirmi secondo te?- Già che c'ero, un consiglio mi avrebbe fatto comodo.
-Dove andate di bello?-
-Non lo so...-
Ecco, non avevamo nemmeno deciso dove andare. E poi il fatto che veniva a prendermi alle 8 significava che mi avrebbe portata fuori a mangiare o no?Cazzo, come potevo vestirmi?!
Il fatto che stessi già pensando a cosa mettermi quella sera però mi infastidì parecchio; significava che involontariamente avevo già deciso di uscirci insieme.
-Un appuntamento a sorpresa?Uhm vediamo...io direi di vestirti a strati. Sotto magari mettiti una magliettina scollata e sexy, vedrai che la gradirà...- Ammiccò maliziosa. -E sopra mettiti qualcosa di più sobrio, tipo un golfino o una felpa.- Scrollò le spalle accartocciando la bocca.
-Minigonna o jeans?- Chiesi conoscendo già la sua risposta.
-Minigonna senza alcun dubbio. Sta' tranquilla che la serata finisce bene se ti metti la gonna. Casa tua è vuota?-
-Ci sono i miei.- La guardai male.
-Mannaggia niente sesso allora.- Constatò delusa.
-Già...peccato.- Mormorai io piuttosto sollevata invece. L'idea di ritrovarmi da sola nel buio di casa mia con quel ragazzo...rabbrividii, ma non seppi dire esattamente per quale motivo.
L'ora finì ma, mentre mi stavo dirigendo verso la classe, Angie mi bloccò trascinandomi nel bagno delle ragazze che era completamente deserto.
-Allora?- Domandò non riuscendo più a trattenere la curiosità e saltellando sul posto agitata.
Sapevo che cosa voleva che le dicessi; si aspettava un resoconto della mia serata precedente con David, ma l'idea di parlarne mi rendeva ancora più nervosa per la serata che mi aspettava.
-La prof ci sta aspettando Angie, te lo racconto dopo.-
-Lasciala aspettare.- Mi bloccò di nuovo afferrandomi il braccio di scatto. -Ti conosco, di sicuro dopo la fine della lezione te la svignerai evitando di raccontarmi tutto.-
Eh sì, mi conosceva davvero bene...meglio di me.
-Ma no.- Tentai inutilmente di negare.
-Sì, invece. Allora?Come è andata con quel ragazzo?Come si chiama?Dove ti ha portata?Vi rivedrete?-
-Angie calma!Una domanda alla volta.- Sbuffai. -È andata bene, lui si chiama David, mi ha portata a fare un giro e...- Mi bloccai arrossendo. -Ci rivediamo stasera, sì.-
Aprì la bocca e boccheggiò un po' non sapendo bene cosa dire. La richiuse e la riaprì con uno scatto.
-David Woldrich?-
Le avevo detto che fra quei ragazzi c'era lui...accidenti a me!
-Sì, proprio lui...-
-Cooosaa?!- Boccheggiò di nuovo scuotendo la mano velocemente davanti al viso per farsi aria. -Tu...lui...-
-Angie smettila di fare così o collasserai sul posto.- Cercai di calmarla prendendole le mani per fermarla.
-Lui è scappato di casa!- Era notevolmente rossa in faccia, probabilmente per l'indignazione. -I suoi genitori lo sanno che esci con lui, tuo padre??-
-No e non lo devono sapere. Lui odia i suoi genitori e a mio padre verrebbe un infarto se lo scoprisse.-
Ma ero davvero io a parlare?Tenere nascosta una cosa del genere a mio padre, dovevo essere impazzita...
Mi guardai intorno assicurandomi che nessuno ci stesse ascoltando: la prudenza non era mai troppa.
-Lui...odia...i genitori.- Ero sicura che ad Angela sarebbe potuto venire un colpo da un momento all'altro, troppe informazioni scioccanti non le facevano bene.
-Per questo è scappato di casa?!- La sua voce incredula si alzò di un'ottava impedendomi in quel momento di sentire dei passi avvicinarsi.
-Sssh, abbassa la voce Angie!-
Lei si guardò intorno vigile tappandosi poi la bocca con la mano dispiaciuta. -Scusa.- Mormorò.
Sospirai. -Non lo so perché è scappato, non me lo vuole dire.-
-Ma tu sei sicura di...insomma di essere al sicuro con lui?- I suoi occhi si accesero di preoccupazione.
-Non lo so Angie...so solo che mi piace e che sto bene con lui.- Dirlo ad alta voce era abbastanza seccante, ma ero con la mia migliore amica e almeno con lei potevo ammettere la cosa. Era frustante rendersi conto di desiderare la compagnia di quell'individuo lì.
-Caspita...- Commentò pensierosa. -È una cosa davvero seria allora.- Increspò le labbra guardandosi le scarpe indecisa su come mandare avanti la sua ramanzina di raccomandazioni. -Lily...so che sicuramente lo fai già, ma devi assolutamente stare attenta. Ce l'hai uno spray al peperoncino in borsa?- Rialzò lo sguardo guardandomi con occhi indagatori.
Risi. -Sembri Charlie Swan, Angie.-
-Ma David non è Edward Cullen e io non ho la certezza che tu sia al sicuro con lui.- Replicò con un'aria da nonnetta matura terribilmente buffa.
-Nemmeno Charlie lo era di Edward.- Le ricordai aggrottando la fronte.
-Ma Bella era sicura che Edward fosse un fighissimo vampiro buono, tu non sei sicura che David lo sia.- Annuì con enfasi.
-Sono sicura che David non sia un vampiro.- Sorrisi di sbieco.
-Beh è già qualcosa.- Rispose sorridendo divertita anche lei, ma il suo sorriso durò poco perché la sua espressione tornò seria. -Seriamente Lily, procurati dello spray al peperoncino e per qualsiasi cosa ricordati che puoi contare su di me.- Ci pensò su. -Anche se sarebbe più saggio chiamare la polizia che me, se succedesse qualcosa.-
-Non succederà niente Angie, lui non mi farà niente.- Di quello, anche se non sapevo esattamente perché, ne ero certa.
-Spero tu abbia ragione.- Mi abbracciò e ricambiai l'abbraccio con entusiasmo.
-Tu invece?Con quel ragazzo della festa?- Domandai staccandomi da lei per esaminarla meglio in volto.
-Ah, l'ho rivisto!- Esclamò contenta congiungendo le mani e saltellando sul posto. -Ho il suo numero di telefono!!- La sua voce si alzò di un'ottava e mi fece ridere come una cretina per la gioia. -Wow Angie!Sono contentissima per te!- Esclamai anche io saltellando con lei.
Quando finalmente ci calmammo, più per la figuraccia che avremmo fatto se qualcuno ci avesse visto che per altro, Angela mi fece la domanda che speravo non mi ponesse mai.
-Cosa pensi di fare con Mark?-
-Non lo so...sono troppo confusa ora come ora, credo che vedrò dopo stasera che cosa fare.-
Lei annuì con aria grave incominciando poi, già che c'era, a sistemarsi i capelli davanti allo specchio.
-Angie non è il momento di specchiarsi, su!Muoviamoci o la prof ci metterà una nota.- Sollecitai prendendola per un braccio ed iniziando a trascinarla verso la porta.
-Tanto basterà dirle che siamo state poco bene e lei ci cascherà come una pera. Sai come è fatta la Josien, ci casca sempre.- Mosse la mano davanti al viso come per scacciare un moscerino insolente.
-Andiamo va.- Scossi la testa divertita; se avessi prestato più attenzione quel giorno avrei notato la sagoma di una persona sparire dietro l'angolo del corridoio poco dopo la nostra uscita dal bagno.
Il resto della giornata passò in fretta. Cercai di non pensare minimamente al fatto che quella sera lo avrei rivisto. Così come cercavo di ignorare lo sguardo di fuoco di Mark che mi stava trafiggendo da dietro. Mannaggia, mi sarebbe toccato uscire di corsa di nuovo per evitarlo. Sapevo che non avrei potuto farlo in eterno però.
Ma come potevo spiegargli la mia sparizione della sera precedente?Inoltre non sapevo nemmeno se Helena avesse cantato: Mark sapeva o no che ero andata via con David?
Inoltre la storia del tipo che mi aveva rubato il cellulare e risposto alla sua chiamata gliel'avevo spiegata in fretta con un messaggio dal cellulare di Angela, non di persona. Lui non aveva nemmeno risposto...
Uffa, perché era tutto così complicato?!
Guardai l'orologio nervosa: l'una e ventisette, mancavano solo 3 minuti alla fine delle lezioni. Misi già tutto in borsa e scattai in piedi cominciando a camminare a passo veloce verso l'uscita non appena suonò la campanella.
-Lily!Aspetta un attimo!- Sentii Mark gridare dall'ingresso della classe.
Accelerai ulteriormente il passo fingendo di non aver sentito e confondendomi fra una massa completamente su di giri di studenti che spingevano e sbraitavano per uscire e tornare a casa.
Una volta messo piede fuori dalla scuola tirai un sospiro di sollievo. Avrei dovuto affrontarlo, prima o poi, lo sapevo bene, ma non volevo rovinarmi la serata discutendo con lui, gli avrei parlato più avanti.
Angela doveva fermarsi a scuola per gli allenamenti di ginnastica ritmica, quindi come il lunedì precedente -e mi venne un brivido a pensarci-  mi sarebbe toccato tornare a casa da sola. Questa volta però non ripetei lo stesso errore idiota di fare una strada deserta per accorciare, ma optai per la strada principale della città come via di ritorno.

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