CAPITOLO 16

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La conversazione con la mamma mi ha turbata molto. Ha pianto tutto il tempo, dicendo che ha bisogno di noi e che gli dispiace per tutto, mi è sembrata sincera, è mia madre, le voglio bene e non la lascerò. Non so proprio cosa fare, ne devo parlare con Nicholas. Papà si arrabbierà molto se verrà a sapere che ho parlato con lei. Spero solo di fare la cosa giusta, vorrei andarla a trovare.

"Tra dieci minuti sono sotto casa tua, preparati che usciamo. Ah di a tuo padre che non tornerai per cena. Rob" sorrido come una deficiente al suo messaggio, fortunatamente sono già pronta per uscire, devo solo aspettare dieci lunghi minuti e cercare di non impazzire, ce la posso fare. Non riesco a stare ferma in casa senza fare niente, così scrivo un biglietto veloce a mio padre dicendo che non torno per cena e di non preoccuparsi, prendo il cellulare ed esco. Mi siedo sul dondolo e cerco di rilassarmi.

Qualche minuto più tardi sento il suono di un clacson, mi alzo e mi dirigo verso la sua auto.

-hey, dai sali- esclama sorridendo.

Mi siedo e non so come comportarmi, se salutarlo con un bacio o fare finta di nulla, in fin dei conti ci siamo visti solo poche ore fa'. Ma Rob, mi attira a se prima che io possa dire qualsiasi cosa, e mi da un piccolo bacio sulle labbra, poi parte.

-Allora, questa volta mi dirai dove mi porti?- domando per far iniziare la conversazione

-non credo- risponde, vedendo che non aggiunge altro accendo la radio e canticchio sotto voce la canzone.

-Saresti un'ottima cantante- dice ridendo, gli do una scherzosa gomitata in risposta.

-Dai, dimmi dove mi porti, ti prego- lo supplico facendogli gli occhi dolci.

-Non se ne parla, e fare quella cosa con gli occhi con me, non funziona- dice poco convito e quasi ridendo.

-Va bene, ci rinuncio, ma almeno dimmi come mai tutta questa voglia di uscire con me?- chiedo e mi accorgo che siamo diretti verso il centro, chissà cosa faremo.

-Non sono dovuto a rispondere alle tue domande, signorina curiosa-

Dopo circa un quarto d'ora, dove Rob ed io ci facciamo battutine a vicenda, ci fermiamo.

-visto che sei qui da poco, ho pensato che ti avrebbe fatto piacere visitare la città con me-

-certo, dove mi porti?- domando felice, prendendolo sotto braccio, resto spiazzata dal mio comportamento così sciolto, ma sto davvero bene con lui, mi sento libera di poter fare qualsiasi cosa.

-prima di vagare per la città andiamo a prendere qualcosa da mangiare- dice trascinandomi verso Starbucks. Ci mettiamo in fila ed arrivati al nostro turno ordina due frappuccini al caffè e due muffin al cioccolato.

-Ora possiamo andare dove vuoi- afferma sorridente

-grazie per aver pagato anche per me- dico dandogli un bacio sulla guancia

-se ricevo un bacio ogni volta che ti compro qualcosa...- dice lasciando la frase a metà -lo terrò a mente-

Ci incamminiamo sotto braccio verso Times Square, fermandoci ogni tanto in qualche negozio. È bellissimo vedere quelle enormi insegne pubblicitarie, le tante persone che camminano, questa città ha la capacità di farti sentire viva per davvero.

 Poi mi porta a vedere la Statua della Libertà.

Dopo aver camminato fino a Central Park ci sediamo sull'erba ad ammirare tutto quel verde dopo un po' Robert comincia a farmi un vero e proprio book fotografico con il suo telefono.

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