CAPITOLO 24

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Mi sveglio tutta sudata non riuscendo a muovermi perché Robert è avvinghiato a me, cerco di spostarlo lentamente ma ottengo solo una stretta più forte.

-Rob- sussurro, niente non si muove neanche di un millimetro, -Rob...- lo scuoto, ancora niente, com'è possibile che sia così pesante -Robert togliti!- urlo questa volta e apre gli occhi di scatto -perché urli?- mi chiede con voce roca e impastata dal sonno -spostati devo andare in bagno- e accenno alle nostre gambe intrecciate, si sposta dall'altro lato ed io entro nel bagno, mi faccio una doccia veloce cercando di non pensare a niente e torno in camera. Robert è girato verso la finestra ha gli occhi chiusi, sembra molto dolce e rilassato in questo momento e mi spunta un sorriso involontario -perché sorridi?- mi chiede ancora con gli occhi chiusi, ma come ha fatto? -Sembri un orsacchiotto- sogghigno io -è un complimento?- -Forse-

-Che ore sono?- mi chiede, prendo il cellulare sopra il comodino e aspetto che si accendi. Le 8.30 è presto però oggi dovrei fare molte cose dato che domani saremo di nuovo a New York.

-8.30 vestiti, andiamo a fare colazione- dico mentre cerco nella valigia qualcosa da mettermi. Opto per una camicetta e un jeans, pettino i miei capelli e applico un po' di mascara e correttore giusto per non sembrare un mostro e sono pronta.

Stiamo facendo colazione in un bar vicino l'albergo e mentre sorseggio il mio caffè penso che oggi dovrei proprio andare da mia madre per parlarle, voglio chiarire tutto prima di partire.

-Dopo vorrei andare a parlare con mia madre- dico e sul suo volto si forma un espressione interrogativa e preoccupata -domani ripartiamo, devo farlo-

-non credo che dovresti farlo, se proprio vuoi andare ti capisco ma ti accompagno io.- afferma con un tono che non accetta repliche e ne sono felice, ho un po' paura di rincontrare quel viscido e con Robert al mio fianco so che non mi potrà succedere nulla.

-Sei sicura?- mi domanda Rob, siamo davanti all'ingresso di quella che solo alcuni mesi fa era casa mia ed ora ho il timore di entrare un po' per quel tipo e un po' perché non so come reagirà mia madre a quello che le dirò. Sono un fascio di nervi.

-Si- mi faccio coraggio e busso, fortunatamente apre la porta questa donna e vorrei tanto chiederle "chi sei?"  -Brielle...- sussurra, notando che non sono sola continua -oh emh entrate- e ci fa spazio per farci passare, ha il volto stanco, triste e i segni della vecchiaia si notano molto di più, probabilmente per le droghe che ha usato.

Mi guardo intorno per accettarmi che non ci sia nessun'altro oltre a noi. -Ecco, ti dovrei parlare di...- ma non mi lascia finire.

-Mi dispiace così tanto, so cosa quel lurido bastardo ti ha fatto- mi guarda con gli occhi lucidi ma li abbassa subito dopo verso il pavimento.

-Già dispiace anche a me- non credevo lo sapesse.

-Brielle davvero credimi io non pensavo che potesse arrivare a tanto e... e quando l'ho scoperto l'ho cacciato subito non voglio avere un uomo in casa che ha quasi violentato mia figlia. Sono quasi certa che tornerà da me perchè sai ho dei debiti con lui...- sussulto alle sue parole, tutto ciò che è successo mi passa davanti agli occhi in secondo, le sue parole, la puzza di fumo e alcool, le sue mani, la paura scaccio via quelle immagini e sento Robert stringermi la mano per farmi forza e io ricambio la sua stretta.

-Sono contenta che ti sia accorta di chi avevi al tuo fianco, io voglio solo che tu stia bene e che la smetti con tutto questo schifo- dico mentre indico la casa, annuisce.

-Ci proverò, mi cercherò un lavoro e risistemerò questa casa- sentendola parlare in questo modo sono convinta che con il tempo potrà ritornare come era prima.

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