CAPITOLO 32

197 12 0
                                    

BRIELLE

Ho un fortissimo mal di testa, sbatto più volte le palpebre ma non riesco a mettere a fuoco dove mi trovo. Richiudo gli occhi e cerco di ricostruire le ultime ore. Paul mi aveva inviato un messaggio per parlare di Chris e dopo che sono salita in macchina con lui la situazione è precipitata. Riesco ancora a sentire le sue mani insistenti sulle coscie, rivivo tutto ciò che è accaduto ad Ottawa, il drogato, la puzza di fumo e alcool e ora anche questo Paul.

Dovevo ascoltare Rob che mi avvertiva di non avere niente a che fare con questo tipo, ma ovviamente io e il mio stupido orgoglio abbiamo fatto tutto il contrario.

Ora mi trovo qui, in una stanzetta senza finestre, che potrebbe essere benissimo uno sgabuzzino per quanto sia piccola, con solo un materasso molto consumato. Non sento rumori, oltre al mio respiro, che cerco di controllare per non avere un attacco di panico.

Non riesco a capire come sia possibile che mi sia accaduta una cosa del genere, rapita dall'ex psicopatico della cugina, non che mia grande amica, del mio ragazzo. Sembrerebbe un film, "Rapita dall'ex psicopatico della cugina del mio ragazzo" presto al cinema, se non fosse che mi sia capito proprio a me, di bene in meglio.

Il tuo umorismo non si smentisce mai.

Mi resta solo questo da fare, in questo momento.

Mi alzo lentamente, cercando di fare meno rumore possibile. Mi avvicino alla porta e abbasso la maniglia ma naturalmente come un bel film che si rispecchi, è chiusa a chiave.

Non mi resta che stendermi e immaginarmi la faccie scioccate e preoccupate di mio padre e mio fratello ed anche di Rob, sento già la sua voce dirmi "Te lo avevo detto" e si, me lo aveva detto.

ROBERT

-Un'ora e quarantacinque minuti, un'ora e quarantacinque minuti- urlo all'ennesima segreteria telefonica di Brielle, la sto chiamando da una fottuta ora e quarantacinque fottuti minuti e dopo tre squilli parte questa fottuta segreteria telefonica.

Per quale motivo non mi risponde, va bene forse è ancora arrabbiata per l'altra volta, ma non voglio che frequenti quel tipo, non dopo ciò che è successo a Chris, non so cosa le sarebbe capitato che quella sera non mi fossi presentato a casa sua, perché avevo dimenticato un CD.

Non sembrerebbe a primo impatto che dietro a quella faccia definita 'attraente' da molte donne, si possa celare un bastardo e pervertito che ha quasi ucciso mia cugina.

Non si deve nemmeno avvicinare alla mia famiglia ed a Brielle.

Richiamo altre due volte, non mi risponde.

-Due ore, ora mi sente, può essere incazzata quanto vuole ma deve rispondermi- dico a me stesso, prendendo le chivi della macchina, perché per la moto comincia a fare troppo freddo, soprattutto di sera, siamo quasi a Natale.

Salgo in auto e velocemente mi dirigo verso casa sua.

Forse non si sente amcora bene, ed è andata a dormire, non essere sempre, colui che deve sapere tutto di tutti.

Si, ma sono due ore che non mi risponde. Devo sapere e capire perché non mi risponde.

O non vuole risponderti?

Non c'è traffico e così posso sfrecciare sulla strada finché non posteggio vicino al suo vialetto. Prima di scendere la chiamo un'altra volta e come sempre da due ore a questa parte, dopo tre squilli, scatta la segreteria.

Scendo e percorro a passo spedito il viale, busso un paio di volte alla porta e poco dopo viene aperta dal signor Poulin.

-Salve, scusi l'ora ma devo parlare urgente con Brielle ma non mi risponde da due ore, mi aveva detto che non si sentiva bene e sono preoccupato- dico un po' agitato.

-Oh, ciao Robert, giusto?- annuisco, mi squadra per qualche secondo, preoccupato -non è in casa, ha detto che andava a cena fuori, è uscita più o meno due ora fa, credevo che fosse insieme a te-

A cena fuori? E con chi? Anche Chris è uscita, sicuramente sarà insieme a lei, come ho fatto a non pensarci prima.

Andiamo, neanche tu sei convito di quello che stai pensando. E poi ti ha mentito dicendo che voleva passare la serata con la sua famiglia.

Si sarà sentita meglio ed uscita con Chris. Deve essere per forza così. Non sarebbe mai andata a cena da sola.

Prendo subito il telefono e chiamo mia cugina.

-Pronto? Rob?-

-Potresti dire a Brielle di rispondermi almeno quando la chiamo, in due ore non mi ha mai risposto-

-Rob, non è con me. Sono con Sophia in un pub, l'avevamo detto anche a lei, ma ha rifiutato dicendo che aveva da fare. Credevo che avesse da fare, con te-

Panico. Dove può essere andata. È scappata? Le è successo qualcosa?

-Rob ci sei?-

E poi l'illuminazione, le ho detto di non avere niente a che fare con Paul ma sicuramente avrà fatto di testa sua. Devo trovarla. Non può stare con quello psicopatico ed io non posso assistere di nuovo alla stessa scena di Chris.

-Rob? Cazzo, rispondi-

-Dove abita quello stronzo?- dico arrabbiato.

-Chi?- domanda.

-Paul-

-Non... non starà con lui. Oh mio dio. Non può essere- la sua voce trema, credo che anche lei stia vivendo quella sera.

-Non lo so Rob. Ma trovala. Dobbiamo trovarla. Mi sembra che i suoi genitori avessero un appartamento a qualche via dopo il tuo ex liceo-

-Vado subito- chiudo la chiamata e vedo la faccia preoccupata di suo padre.

-Cos'è successo? Chi è Paul?-

-Un tipo non raccomandabile, non si preoccupi Brielle starà bene- dico e senza aspettare la sua risposta corro verso l'auto e metto in moto.

-Questa volta non la passerai liscia Paul- dico a denti stretti.

La mia piccola Brielle nelle mani di quel pazzo. Dio no! Immagini terribili si stanno facendo spazio nella mia testa. Non può succedere, non ora. Io voglio solo essere tranquillo e sereno con la mia ragazza, voglio prendermi cura di lei ma ogni volta non ci riesco, anche se devo ammettere che ho come ragazza una pazza.

Cazzo io le avevo detto di stargli alla larga e lei che fa? Ci esce insieme. Non posso credere che ci sia cascata. Certe volte è così innocente che vorrei nasconderla tra le mia braccia per sempre per non farle vedere il mondo di merda in cui viviamo.

Odio profondamente ciò che non riesco a controllare ed in questo momento, dove tutto mi sta sfuggendo di mano, credo non ci sia un aggettivo per descrivere come io mi senta. Arrivato a casa dello stronzo pezzo di merda scendo dalla macchina e inizio a suonare il campanello finché un tipo barbuto sulla quarantina mi apre la porta con un sorriso sbilenco.

-Sei Robert giusto?- io non rispondo, sono piuttosto confuson chi cazzo è questo ora?

-Tieni questo è per te- prendo il pacco senza parlare -sei muto capisco, ora sparisci da qui devo girarmi una buona canna- chiude la porta e io mi dirigo in macchina scioccato.

Non so cosa mi stia prendendo mi sento come bloccato, non riesco a ragionare tantomeno a capire. Apro il pacco e mi si gela il sangue se prima non riuscivo a ragionare adesso il mio cervello si è improvvisamente svegliato, mi tremano le gambe e mi viene quasi da piangere.

***

HOW DEEP IS YOUR LOVE?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora