Capitolo 1: LosAngeles~NewYork

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ARIANA

"Spegni questa cazzo di sveglia."

Sbraitai contro mio fratello Cameron. Non si decideva ad alzarsi e aprì gli occhi, era nel mio letto che dormiva beatamente.

Eh certo chi mai l'avrebbe svegliato a lui, nemmeno se passasse un carro armato e scoppiasse una bomba riuscirebbe a svegliarsi.

Mi ricordò questa mia carissima vocina, chiamata subconscio, che io tanto detestavo.

Lentamente mi alzai e andai a spegnere quella tortura, e come sempre trovai il telefono di mio fratello in bagno. Lo dimenticava sempre. Guardai lo schermo e vidi che erano appena le 13:00 del mattino si... è ancora mattina per me, visto che é sabato e ieri abbiamo fatto serata andando a letto alle 09:00 di mattina. Ma stiamo scherzando? Ha messo davvero una sveglia così presto? Quali problemi lo affliggono? 

Mi diressi di nuovo in camera dove trovai quel coglione di mio fratello, in tutto il suo splendore, con solo un paio di boxer della Calvin Klain addosso. Aveva una faccia assonnata e i capelli scompigliati mentre quei suoi magnifici occhi erano intenti a fissarmi.

"Che ti é saltato in mente?" gli urlai contro

"Oggi dobbiamo partire sorellina, non rompere le palle e vatti a vestire in fretta che Francisco e Lucy saranno qui alle 16:00 in punto, e ancora ci dobbiamo lavare, vestire tutti e due, finire di preparare le nostre cose e caricarle in macchina e so quanto ci metti tu." mi puntò un dito contro. Io a mia volta alzai le mani perché aveva ragione ero abbastanza lenta, ma sempre impeccabile, no scherzo, a volte mi trascuravo davvero molto.

"Ok ok, chi inizia?" chiesi aprendo l'armadio e scegliendo tra i pochi vestiti che erano rimasti fuori.

"Tu ovvio, io intanto preparo le mie cose e le carico in macchina." detto ciò, presi al volo una maglietta grigia che arrivava sopra l'ombelico, un paio di jeans bianchi e le adidas superstar basse e bianche di Lucy, presi infine calzette e intimo e andai di corsa in bagno a lavarmi. Aspettai che l'acqua si scaldasse e nel mentre uscii il beauty dalla valigia con i cosmetici per capelli, spazzole, trousse e trucchi di ogni marca e colore, insomma mi piaceva quando uscivo fare la mia figura. Anche perché non voglio che i ragazzi si soffermassero solo sul fatto di un bel fisico, che ho faticato molto ad avere e finalmente, dopo anni ho accettato me stessa allo specchio, senza guardarmi con disgusto. É tutta questione di palestra, alimentazione e determinazione perché come diceva sempre il mio personal trainer: "se vuoi, tutto puoi" e ha ragione.
L'acqua era ormai calda calda e mi ci infilai dentro ma prima misi un po di musica del telefono. Partì la canzone someone like you di Adele e mi rilassai lavandomi, dopo una buona mezz'ora uscii, mi asciugai subito mettendomi poi delle creme, misi l'intimo bianco in pizzo e iniziai a truccarmi con matita, mascara e rossetto neutro e poi mi vestì. Asciugai i capelli che erano leggermente ondulati ed arrivavano al mio lato B, spruzzai un po del mio Dior , presi il telefono ed uscì dal bagno risistemando tutto nella valigia e scendendo di sotto, era pesante ma ci riuscì lo stesso. Ed uscì nel garage.

"Te l'avrei portata io scema come tutte le altre che avevi pronte, perché non mi chiamavi?" disse mio fratello guardando prima la valigia e poi me

"Perché ce la facevo, grazie comunque Cam, e ora vatti a preparare anche tu che sono-guardai il telefono- cazzo sono le 15:25" esclamai

"Non ti preoccupare, ci metto dieci minuti io, ho tutto pronto già e l'acqua é calda" disse mettendo la mia valigia nel bagagliaio della macchina e insieme andammo verso le scale ed entrammo a casa. Io intanto messaggiavo con Lucy, lei era sempre stata bella, magra, ma non molto popolare e socevole, a differenza mia che ero un po in carne prima, non bella, socievole e popolare. Spero proprio che a New York i ragazzi non siano tutti dei cazzoni e morti di figa, come quelli che ci sono qua a Los Angeles. Alle 15:55 eravamo già fuori e stavano aspettando a quei due pazzoidi dei nostri migliori amici, che per noi erano come dei fratelli. Ecco. Erano loro la mia famiglia, visto che i miei genitori non erano mai presenti.

"Cazzo finalmente si parte e si sta un po in pace" escamò Francisco scendendo dall'auto con Lucy che corse ad abbracciarmi

"La prossima volta a Miami" urlammo io e lei insieme a questi esseri viventi di sesso diverso a volte senza cervello chiamati maschi.

"Se vincete, si" urlarono loro in coro. Ogni volta facevamo una partita alla play per vedere chi avrebbe scelto dove andare tra maschi e femmine.
Salimmo in macchina, andammo a prendere la macchina piú grande per il viaggio in una concessionaria, per stare piú comodi, poi andammo a fare la spesa e poi girammo vari negozietti del centro per comprarci qualcosa di nuovo per New York e poi andammo a mangiare. Usciti dal fast-food finalmente partimmo verso le 23:00 di sera ci fermammo solo poche volte ma per troppo tempo, ma non prendendo niente da magiare e bere visto che l'avevamo comprati prima. Anche se non eravamo maggiorenni ci conoscevano e ci davano birra o alcol di tutti i tipi.
Mi addormentati per ben tre ore e mio fratello aveva fatto a cambio con Francisco per guidare visto che non volevano farci guidare anche a noi, pur avendo la patente, erano dei veri gentiluomini a volte.
Arrivammo a New York di mattina verso le 08:00, avevamo già spostato le lancette dell'orologio a tre ore più avanti per il fuso orario. Era bellissima di mattina figuriamoci di sera tutta illuminata.

La signora della casa ci avava mandato l'indirizzo e con il GPS avevamo trovato la casa, lei ci aspettava la davanti, vestita elegante e sorridente. Ci porse le chiavi e firmammo tutti il contratto. Poi entrammo in una specie di via con decine e decine di vilette. E lei ci mostrò la nostra, che di 'villetta' non aveva niente. Era una reggia, enorme con tanto di piscina, garage e palestra.
Entrammo e rimanemmo senza parole, era semplicemente fantastica, a due piani più il terazzo. Le stanze avevano tutte il loro bagno ed erano un'infinità, forse troppo per quattro persone. Ma ce l'avevano comprata i nostri genitori che lavoravano insieme quindi non ci fregava molto.
Solo che a pulirla ci sarebbe voluto uno squadrone di cacio e rugby messi insieme a dei lottatori di sumo selvaggio. Era troppo per due povere ragazze come noi ma vabbé, ci saremmo abituate.
Ognuno andò nella sua stanza stanchi del viaggio e verso l'ora di pranzo scendemo all'unisolo nel soggiorno preparammo da mangiare e di pomeriggio andammo a visitare la città. Abbiamo fatto un po di spesa di schifezze varie, alcol, pasta, e cose già pronte, poi un giretto in dei negozzi niente male che poi avrei visitato per bene con Lucy visto che i due rompevano le palle ad ogni commessa carina sembravano in calore.
Ah i ragazzi e gli ormoni che vanno a mille.
Si era ormai fatta sera e decidemmo di mangiare fuori un panino per poi andare a casa a cambiarci per la discoteca.

Correggerò tutti gli errori una volta finito tutto il libro. So che questo capitolo non é lungo, ma via via diventeranno sempre più lunghi.

||• Scusate gli eventuali errori •||

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