ARIANA
Sono in ansia. Sto andando in iper ventilazione e sto per svenire.
Non ce la posso fare, lo so. Non ce la farò sicuramente.
"Stai tranquilla, andrà bene. Andrà tutto bene." Cerca di calmarmi Justin.
"No, non andrà niente bene. Ho un bruttissimo presentimento, come un macigno alla bocca dello stomaco."
"Non dovevi bere tutto quel caffè, lo sapevo." Si passa una mano tra i capelli, cercando di sdrammatizzare.
"Smettila." Gli do uno schiaffo innocente sul braccio, sorridendo leggermente.
"È un sorriso quello che vedo? Oh si, è proprio un sorriso." Mi abbraccia.
Senza di lui non saprei veramente come fare.
"Ci sono i tuoi..." mi sussurri all'orecchio.
"Come fai a conoscerli?" Gli chiedo.
"Cioè, io ti dico che ci sono i tuoi, che non vedi da quasi due anni, con i quali non parli, e tu chiedi come faccio a conoscerli?" Mi domanda.
"Si, esatto. Come fai a conoscerli?"
"Mio padre fa parte dell'FBI, conosco tanta gente. E poi ho un quadro generale della tua famiglia." Dice l'ultima parla a bassa voce e velocemente, sperando che io non capissi, ma io ho capito. Ed anche bene.
"Sei... tu... sei. Ahhh. Sei incredibile!"
"L'ho di tutte le persone che stanno a contatto con me, mio padre è molto protettivo ultimamente. Ora capisco perché faceva tutte quelle domande ai miei amici." Ridacchia.
"Ariana." Freddo. Gelido. Ecco la madre di Cameron.
"Piccolina." Caldo. Accogliente. Ecco suo padre.
"Gina." La guardo negli occhi.
"Ehi Bill." Lo abbraccio, due secondi, nulla più.
"Cameron Alexander Dallas." Lo richiama lei.
"Cosa?" Chiede mio fratello, non capendo.
"Quando avevi intenzione di dirmi che ormai hai una ragazza fissa?" Indica Sasha.
"I-io, pensavo l'avessi capito. Te l'ho portata anche a casa..." cerca di spiegarle. Ma con lei è tutto sempre inutile.
"Si sì, come vuoi. Ma dovevi dirmelo direttamente. Lo sono venuta a sapere dalla cameriera, dalla cameriera te ne rendi conto?"
"Che cosa c'è di scandaloso? Sono persone normali come noi. Finiscila con questi tuoi scleri che qua nessuno ti sta calcolando. Non siamo qui per te. Mi dispiace che tu non possa metterti al centro dell'attenzione." Sbotto attirando l'attenzione di tutti.
Lei abbassa lo sguardo e sta zitta. Ma che le prende? A quest'ora mi avrebbe dovuto dare un ceffone. E chi la capisce a questa.
Un colpo di tosse, alle mie spalle, mi riscuote dai miei pensieri e mi giro, insieme agli altri.
"Marie? Cosa ci fai tu qui?" L'abbraccio subito, e lei ricambia.
"Mi hanno convocata, essendo la preside della scuola dove andava Lucas, ed essendo una delle persone che ci stava più a contatto, potrei essere un punto fondamentale per la svolta di questo caso, parole del giudice" ridacchia lasciandomi e abbracciando anche Cameron, Lucy, Francisco e Shay.
"Shay, tutto bene nella nuova scuola, vedo..." indica Dylan accanto a lei.
Shay sorride arrossendo senza dire niente.
"Signori, potete accomodarvi, tutti, ma se fate confusione vi sarà detto con le buone o con le cattive di uscire." Guarda i miei amici.
"Lasciate parlare il giudice e poi, per alzata di mano, potrete intervenire. Sara un processo molto aperto e potrete fare delle domande anche voi." Li riguarda, i miei amici sorridono e annoiarono entrando insieme nella sala.
Nelle panche a sinistra ci sono i genitori di Lucas, insieme ad Aron, seduti in prima fila.
Steph, Alvin, i fratelli Jonson Colin e Andrew, seduti nella seconda.
Ian, Taylor, David e Marcus nella terza.
Poi Shayla, Ashley, per fortuna che Allison è rimasta a New York o qua finiva male, e Alexa nella quarta.
Nelle panche di destra, io, Justin, Cam, Francesco e Lucy, in prima fila.
I genitori di Cam, insieme alla madre di Justin, che era già qua, e Marie nella seconda.
Sasha, Shay, Brent, Selena e Dylan nella terza insieme a Shawn e Barbara.
"Innanzitutto buongiorno a tutti, dopo quasi tre anni dalla chiusura del caso, viste le svariate prove aggiuntive che ci sono state fornite, ho deciso di riaprirlo, anche se, come alcuni di voi ora scopriranno, non l'ho mai chiuso." Inizia a parlare il giudice, guardando una persona, ma quello è...
"Si, quello è mio padre." Mi sussurra all'orecchio Justin.
"Vi somigliate, anche se somigli di più a tua madre." Sorrido.
Il padre di Justin ci guarda anch'esso sorridendo e poi torna ad ascoltare il giudice.
"In questi anni, non ho mai smesso di cercare prove su prove per quanto riguarda la morte dei vostri cari. Anche io ho dei figli, e anche se io non so cosa si prova a perdere un figlio, so che non mi arrenderei mai, vorrei anche dopo dieci, venti anni, che giustizia sia fatta. In questi due anni ho scoperto molte cose, ho dovuto indagare a fondo, cose che da giudice avrei dovuto fare fare ad altri, e non sono mai stato più felice di scoprirle queste cose.
Penso che voi tutti sapere dell'esistenza di queste bande, anche noi, la polizia e lo stato stesso sappiamo di queste bande clandestine, di queste corse illegali, ma forse non sapete che molti ragazzi sono spariti, così da nulla, per via di queste bande. Alcuni sono morti senza aver ricevuto un degno saluto, senza aver fatto niente, in una cosa, per mano di questi teppisti, o semplicemente per aver disubbidito. Sono morti senza che nessuno lo sapesse, sono scomparsi per ore, giorni, mesi e addirittura anni, senza che i loro cari sapessero niente, possono essere morti o semplicemente scoparsi. Nessuno lo sa. Tutti hanno perso le loro tracce e tutti non si sono impegnati a far niente per ritrovarli veramente. Josuè, Liam, Scarlett, Tamara, Jenny. Questi sono solo alcuni dei nomi dei ragazzi che sono scoparsi, inghiottiti dalla terra. Questi sono solo nomi. Per lo stato sono vivi, per i familiari scomparsi, rapiti, nella realtà possono essere anche morti." Si ferma un attimo.Silenzio, c'è un assordante silenzio. Nessuno osa fiatare.
"Però, perché si, c'è sempre un però, non tutte le bande sono così, in mezzo a voi ci sono due due capobanda, due capobanda delle bande più famose qui a Los Angeles. Detto così sembra quasi uno scioglilingua.
Queste bande non fanno solo del male. Aiutano anche, ad esempio, una è proprio quella dei due ragazzi morti quella notte.
Alex e Lucas. Due nomi, due ragazzi giovani, pieni di vita, morti così, per cosa vi chiederete voi, per cosa mi chiedo anche io, e per cosa oggi scopriremo. Perché due ragazzi non possono morire così solo perché qualcuno decide di ucciderli, perché nessun essere umano ha il diritto di decidere quando mettere fine alla vita di due ragazzi. Che poi, siamo sicuri siano davvero morti entrambi? Siamo sicuri che quelli chiusi nelle bare sono davvero i vostri figli?" Si ferma.Un mormorio si diffonde nell'aria. Tutti che si guardano tra di loro.
"Allora è vero." Sussurro a Justin.
"Si piccola, forse c'è ancora una speranza." Mi stringe la coscia destra.
BUON COMPLEANNO CAMERON +23
Ti fai sempre più bello. 😍
VE LO AVEVO DETTO CHE TORNAVO PRESTO, ASPETTAVO SOLO IL MOMENTO GIUSTO.
NON HO RILETTO PERCHÉ HO VOLUTO SUBITO PUBBLICARE IL CAPITOLO.🌸||•Scusate eventuali errori•||
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Bad Boys and Bad Girls
FanfictionAriana e Justin due ragazzi molto simili ma contemporaneamente diversi: Lei, bassina, mora, occhi verde smeraldo ed un caratterino. Non é la classica brava ragazza ma l'introvabile Bad girl. Lui, alto, castano-biondo, occhi color ghiaccio e fisico s...