Ti ho trovato!

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P.O.V Angel

Blake mi ha inviato un messaggio per sapere se avessi visto Ash...devo dire che mi sto preoccupando, ma non voglio risponderle. In fondo non sono arrabbiata con lei, ma con me stessa. Quella mattina in quel bagno non ero più io, gli ho permesso di giocare con me come non ha mai fatto nessuno. Volevo solo andarmene da li.

Era tutto sbagliato, un cazzo di controsenso. Io ho paura di lui ma lo amo.

Si è stupido e vero, ma dopo quello che mi ha fatto...

Basta Angel non devi più pensarci.

Okok stop.

Metto via il cellulare per resistere meglio alla tentazione di rispondergli e mi metto sotto le coperte. Voglio solo dormire in pace.

Chiudo gli occhi diverse volte ma il sonno sembra non arrivare. Il cellulare si illumina di nuovo e stavolta non resisto più. Lo afferro e leggo un altro messaggio di Blake.

#Angel ti prego se hai visto Ash richiamami, non ha il cellulare ed è uscito alle sette. Non so dove possa essere andato.#

Ora quella che si sta preoccupando sono io...

Ma poi penso al fatto che stiamo parlando di Ash per la miseria. Se la caverà benissimo.

Ma se Blake si sta agitando così tanto ci sarà di sicuro un motivo.

Mi sto preoccupando sempre di più. Se gli succedesse qualcosa?!

Mi alzo dal letto e cammino avanti e indietro per la stanza al buio. Sto ragionando su cosa gli potrebbe essere successo.

I miei piedi continua a muoversi per inerzia quasi fino a consumarti la pianta del piede.

Non so da quale parte dell'angolo più remoto della mia mente decido di agire con una prova di coraggio che sorprende anche me stessa.

Mi infilo le scarpe, i guanti per ripararmi dall'umidità notturna e il cappotto. Non ho neanche il tempo di vestirmi che esco dalla finestra in pigiama. Se qualcuno mi vedesse ora mi prenderebbe per matta.

Non chiamo Blake per dirle della mia pazzia, voglio cavarmela da sola stavolta. Posso trovare Ash, farlo ragionare (qualsiasi cosa sia successa) e riportarlo a casa sano e salvo.

Con molta cautela sto attenta a non pestare le foglie secche una volta poggiati i piedi all'esterno. Se i miei mi dovessero scoprire succederebbe un casino.

Senza guardare indietro col timore di cambiare idea, comincio a correre lungo il marciapiede sotto la luce fioca dei lampioni che illuminano la strada, ormai deserta.

Solo ora che sono abbastanza lontana da casa mi rendo conto che non ho la minima idea di dove cercarlo.

Rallento e mi guardo in torno in preda al panico. Senza accorgermene sono arrivata quasi in centro. Tanto vale continuare a camminare verso la civiltà.

Ash dove ti sei cacciato maledizione?

Cammino fino alla fermata del tram in mezzo alla piazza. È mezzanotte ma qui a San Diego è come se fosse giorno ancora.

Di sicuro Ash non sarà qui, lui odia tutta questa gente ammassata in pieno centro.

Continuo a camminare a vuoto senza meta, ogni tanto mi affaccio nei bar o nei pub per vedere se si sta ubriacando come suo solito. Ma al ricordo di lui ubriaco mi viene quasi da piangere rivivendo quella notte infernale.

Credo che lo vedessi di nuovo ubriaco scapperei a gambe levate senza pensarci due volte...eppure si, lo amo. Ma ho paura di quello che l'alcol potrebbe fargli dire o fare, di nuovo.

Ho passato anche il centro già da dieci minuti. Cammino ma la paura si sta impossessando di me. È tardi, buio e non c'è anima viva. Se non lo trovo entro venti minuti massimo me ne torno a casa, sto rischiando troppo per un coglione come lui che però amo, cristo!

Proprio quando sto per arrendermi e tornare indietro, opto per entrare a riscaldarmi dentro a un bar. Sto congelando solo con questo cappotto e una cioccolata calda non fa mai male.

L'insegna è talmente luminosa che faccio difficoltà a leggerla perché mi causa bruciore agli occhi. Senza sforzarmi più di tanto entro dentro l'ingresso principale. Noto però che fuori c'è una lunga fila di persone dietro una porta sul retro. Chissà cosa c'è la dentro.

-Cosa vuole ordinare?- Mi domanda un signore sulla quarantina.

-Una cioccolata calda per favore.- Dico all'uomo che mi sorride cordiale.

La curiosità mi uccide e non resisto dal domandare.

-Mi scusi, ma per cosa fanno la fila quelle persone?- L'uomo alzo lo sguardo e mi squadra dalla testa ai piedi e mi pento subito della mia domanda.

-Non è posto per una ragazzina come te, questo è poco ma sicuro. Ma chissà, forse mi sbaglio. Se lo vuoi sapere paga dieci dollari e ti farò in modo di farti entrare senza fare la fila.-

Ci penso su...parecchio anche, ma la cosa mi incuriosisce troppo e non resisto. Senza pensare al fatto che non ho idea di cosa mi aspetti, che sono da sola e che l'uomo mi ha avvertito in un certo senso che non è roba per me...ma non gli do ascolto e tiro fuori la banconota.

-Tenga!-

-Come vuoi, io ti ho avvertito.- Afferra i soldi e fa il giro dietro il bancone degli alcolici.

-Seguimi- Mi fa strada lungo la sala dove vi sono i tavoli. Poi entriamo nella cucina dove i cuochi cucinano indisturbati facendo finta di nulla.

Una volta percorsa tutta la cucina compare davanti a noi una rampa di scale malmesse e buie. Devo dire che la paura si è impossessata di me già da un po e che ora non sono più così convinta.

-Siamo arrivati. E se vuoi uscire cerca un certo Nate e ti accompagnerà fuori, non voglio problemi qui dentro.-

Annuisco al quarantenne che puzza di fumo e whiskey che mi indica un portone abbastanza spesso e bianco. La situazione non è delle migliori e io non so come cazzo ho avuto la brillante idea di venire qui e fidarmi di questo ubriacone.

Poi ci arrivo! So il perché delle mie azioni di questa sera.

È come se me lo sentissi dentro...Ash è qui!

Lo percepisco ed è una sensazione stranissima quanto brutta.

Sento la sua presenza dietro quella porta che cela chissà quale mistero irrivelabile da come è imboscato.

La porta mi viene aperta dal signore e una luce accecante mi annebbia la vista per qualche secondo prima che mi possa rendere conto di dove sono finita.

Merda!

Voglio essere come te! (Terzo Volume)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora