Ad un tratto volsi lo sguardo verso Stefano che mi fissava.
"Beh? Perché mi guardi?" chiesi.
"Eri così assorta dai tuoi pensieri che non ti volevo disturbare!" rispose.
"A cosa stavi pensando?".
"All'estate che ho trascorso..." dissi guardando l'orologio "Acciderba si è fatto tardi. Devo andare!".
Mi avviai alla cassa per pagare quando lui sfiorò la mia mano dicendo "Lascia stare, pago io" prendendo il portafogli.
"Neanche per sogno, pago io" e diedi i soldi alla cassiera poi uscimmo dal bar.
"Almeno permettimi di accompagnarti fino a casa siccome non mi hai lasciato il tempo di pagare" disse prendendomi sottobraccio.
Arrivati sottocasa lo salutai.
Quando entrai in casa, trovai un sacco di roba fuori posto e raggiunsi mia madre chiedendole "Mamma, cosa sta succedendo?".
"Niente tesoro, ho semplicemente pensato di arredare di nuovo la casa".
"Arredare di nuovo?".
"Sì, non c'è niente di male in questo!".
"Oh dio! Ci mancava solo questa" dissi andando verso la mia stanza. Una volta entrata in camera mia, mi buttai sul letto e, fissando il soffitto, pensai a Stefano.
Era un ragazzo carino, poi guardai l'orologio che segnava le sette così andai sulla mia scrivania e finii di fare i compiti che avevo lasciato a metà.
Dopo qualche ora mi addormentai sui libri per la stanchezza.
Quando mi svegliai erano le sei del mattino.
Mi alzai e andai a fare colazione. Mi sedetti a tavola e vidi mia madre tutta indaffarata ai fornelli. Era la prima volta che vedevo mia madre così attiva. Solitamente mi preparava the e biscotti o brioche ma quel giorno, niente del genere anzi mi porse il piatto con uova e pancetta!
"Ehm... mamma, ti senti bene?" chiesi squadrandola.
"Certo tesoro, mai stata meglio prima d'oggi!".
"Ne siamo sicuri?".
Mio padre si sedette affianco a me e io a bassa voce gli chiesi "Che cos'ha mamma? Si comporta in un modo strano!".
"Non lo so. Forse è meglio se oggi pomeriggio l'accompagno dal medico" disse mio padre. Guardai il piatto che era davanti a me. Non avevo poi tanta voglia di fare colazione con uova e pancetta così salutai i miei genitori e uscii di casa.
Con mia grande sorpresa trovai Stefano che mi attendeva davanti al cancello.
"Buongiorno" mi disse rivolgendomi un sorriso smagliante.
"Buongiorno. Come mai sei venuto qua?".
"Avevo pensato che potessimo fare la strada insieme, no? Esci sempre a quest'ora?".
Aprii il cancello e lo richiusi dietro di me poi ci avviammo verso la fermata dell'autobus.
"No, tranne oggi. Non avevo voglia di fare colazione".
"Male, male! La colazione è il primo pasto mattutino e non si deve saltarlo".
"Parli come mia madre! La colazione la faccio sempre. Solo che oggi ho fatto un'eccezione! Non mi andava di mangiare uova e pancetta di prima mattina!" risposi e lui si mise a ridere.
"Posso sapere dove abiti?" chiesi.
"A tre isolati da casa tua" mi rispose.
Arrivati alla fermata dell'autobus, c'erano alcuni amici di Stefano e mentre loro parlavano, io guardavo una vecchia signora che portava la sua nipotina a scuola. Stefano lasciò i suoi amici e si avvicinò.
"Scusa, non volevo isolarti" disse.
"Non c'è bisogno che ti scusi, è normale" dissi.
Alla fine restò con me per tenermi compagnia e io ho apprezzato molto il suo gesto anche se continuavo ad insistere che rimanesse con i suoi amici. Una volta arrivato l'autobus, dopo quattro fermate, scendemmo alla fermata che stava di fronte alla scuola.
"Grazie per avermi tenuto compagnia ma non dovevi. Potevi stare con i tuoi amici" dissi fermandomi sulle scale.
"Gli amici li posso vedere anche in classe ma non te" disse mostrandomi un altro dei suoi sorrisi.
Durante le lezioni, avevo la testa fra le nuvole e questo lo aveva notato anche Laura e quando suonò la campanella del intervallo mi chiese "Sophia che cos'hai?".
"Niente, sono felice oggi".
"Lo vedo... non ti sarai mica innamorata anche tu?!".
Forse aveva ragione ma sapevo che non lo ero.
"Ti sbagli mia cara!" la schernii "Non posso essere innamorata. E poi di chi?".
"Ah questo non lo so ma tu mi dai questa impressione. Forse avrò sbagliato..." disse Laura uscendo dalla classe, poi ricomparve.
"Ehi c'è una visita per te" disse.
Uscii di classe e vidi che c'era Stefano appostato davanti alla bacheca.
"Ciao" dissi "Mi volevi?".
"Sì".
"Per quale motivo?".
"Avevo voglia di vederti tutto qui".
Lo guardai dritto negli occhi e quasi mi persi nei suoi profondi occhi azzurri.
Guardandoli ebbi un brivido lungo la schiena come se qualcuno avesse fatto scivolare un pezzo di ghiaccio sotto la maglietta.
"Bene...ora che mi hai vista posso andare" dissi poi mi girai per andare in classe ma lui mi trattenne tirando con delicatezza il mio braccio.
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You're in my dream
RomanceUn sogno sempre ricorrente la perseguita, la ossessione. Chi sarà mai il misterioso ragazzo che continua a sognare? Tra routine scolastica, equitazione, teatro e un'adorabile bambina a cui badare, la sua vita inizia a prendere un'altra piega... fina...