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Respirai rumorosamente e richiusi gli occhi, cercando di mettere ordine nella mia mente e nei miei sentimenti.


Iniziai a raccontargli ciò che c'eravamo detti io e Stefano e lui rimase in ascolto senza interrompermi. Non sapevo manco il motivo per cui mi sentissi aperta nei suoi confronti quando già al primo incontro ci eravamo cozzati a vicenda.


"Gli hai rifilato delle parole dure" disse poi.


"Ho dovuto, Gabry. Doveva capire che non poteva continuare così" gli risposi.


"Avresti rinunciato persino alla recita?" mi chiese serio.


"Sì" gli risposi chiudendo gli occhi.


"Sei... sei forte caratterialmente, soprattutto quando ti fanno arrabbiare" disse "Quindi... tu non sei innamorata di nessuno al momento?".


"Esattamente" risposi severa.


"Ehi... Cool... non t'arrabbiare con me" disse.


"Scusami... sono un po' nervosa. Tutti mi fate la stessa domanda, non ne posso più".


"Capisco" disse Gabriele "Allora, buona notte piccolo fiore, dormi senza pensieri".


"Lo farò se possibile... grazie Gabry, buona notte" gli risposi e misi giù la chiamata, imbarazzata dal nomignolo che mi aveva appena dato e un sorriso triste si affacciò sul mio volto.


"Tesoro, posso entrare?" mi domandò mia madre, facendo capolino e annuii.


"Ho sentito il tuo amico e te urlare per le scale".


"Beh, sì" le risposi sospirando "Vedi, lui non vuole essermi solo amico ma qualcosa di più".


Avevo bisogno di un abbraccio coccoloso in quel momento, cosi andai verso mia madre e l'abbracciai.


"Andrà tutto bene, cerca di riposarti ora" mi consolò la mamma e cosi le diedi la buona notte e corsi sotto le coperte, addormentandomi subito dopo.


Sentii il cellulare vibrare costantemente e solo allora mi accorsi di non averlo spento la sera prima. Era un messaggio. Allungai la mano verso il comodino e presi il cellulare.


Aprii il messaggio e lessi: "Buongiorno raggio di sole! Spero tu sia riuscita a dormire. Oggi, se possibile, ti va di vederci?".


Era di Gabriele e sorrisi rispondendogli per messaggio: "Buongiorno a te, ti farò sapere più tardi." e glielo inviai.


Andai in bagno a lavarmi e vestirmi velocemente, poi preparai la cartella e guardai l'orologio. Erano le sette passate così volai in cucina dove una tazza di caffè e latte mi aspettava e uscii di casa, salutando tutti.


Andai alla fermata dell'autobus, dove trovai Dario.


"Da quando prendi l'autobus?" gli chiesi alle sue spalle e lui trasalì, dandomi il buongiorno.


"No, è che volevo vedere Laura".


"Uh! Che carino!" gli feci ridendo.


"Dai Sophia, non prendermi in giro" mi disse arrossendo.


Vidi in lontananza Laura.


"Guarda chi sta arrivando? La tua amorosa" dissi e lui si voltò, restando ad ammirarla.


"Ciao amore" disse Laura, dandogli un bacio sulla guancia "Buongiorno Sophia" disse poi rivolta a me.


"Come va?" le chiesi.


"Meglio di così, si muore" mi rispose Laura sorridendo.


Leggevo nel suo volto, la felicità com'era da tanto che non la vedevo così. Spesso la vedevo con il broncio per via di un suo manoscritto. Quando non le veniva in mente una conclusione adatta alla sua storia, era intrattabile. Era raro vederla con un sorriso pieno di gioia.


Quando l'autobus arrivò, Laura e Dario si salutarono.


"Allora!" disse Laura, guardandomi "Mancano tre giorni per la recita. Ho preso l'appuntamento con il teatro per sabato pomeriggio, ti va bene?" mi chiese seria.


La fissai. Certo che, quando è felice, prende più in considerazione il suo lavoro, riflettei.


"Sophia?" mi richiamò "Ci sei?".


"S-sì, ci sono. Ecco... sì, va bene sabato per le prove generali" le risposi un po' confusa, cercando di concentrarmi sull'argomento.


"Ascolta Laura, osserva bene, durante le prove generali, se la sistemazione delle luci vanno bene come le abbiamo messe fino a oggi oppure cerca di cambiarle, è l'ultima occasione che abbiamo per sistemarle. Per quanto tempo abbiamo a disposizione il teatro?".


"Oh, finalmente ti sei svegliata" disse Laura "Per tutta la giornata. Il custode ormai ci conosce molto bene e ci sarà anche quel ragazzo che era venuto una volta ad assistere alle prove, ricordi?".


"Uhm... si... quindi lui è Michele!".


"Si, come fai a sapere il suo nome?" mi domandò.


"Semplice, mi ha chiamato tempo fa per presentarsi" le risposi, alzando le spalle "Ma le prove di ballo che tiene Sara?" le chiesi poi.


"Loro le fanno domani, quindi... no problem! Ho organizzato tutto come si deve, non preoccuparti" mi rispose con un sorriso.


Una volta a scuola, iniziarono le lezioni e la prof. di storia chiamò Claudio e Giovanna per l'interrogazione, poi seguirono due ore davvero noiose di latino. Durante l'intervallo, Niko e Stefania ci vennero a trovare assieme a Daniele e mentre facevamo un giro per la scuola, beccammo Stefano che ci salutò, poi mi guardò con un sorriso triste e se ne andò.


Sentii una morsa al petto mentre lo vedevo allontanarsi.


You're in my dreamDove le storie prendono vita. Scoprilo ora