Mi domandai come si sarebbe comportato da quel giorno in poi. Il giorno prima, alle prove, era tranquillo come se non fosse successo niente. Ero preoccupata. Risposi al suo messaggio: Buongiorno! ;-)
Finito di lavarmi e vestirmi, andai in cucina a fare colazione poi uscii di casa dove trovai Stefano ad aspettarmi. Lungo il tragitto gli chiesi "Tutto a posto?".
"Sì Sophia, vedo tutto in positivo ora. Non mi arrendo ma allo stesso tempo non ti importunerò dicendoti che sono qui ad attendere una tua risposta. Magari conoscendomi meglio proverai qualcosa per me" rispose.
"Dubito" gli dissi.
"E dai! Allora hai proprio deciso di mettermi il morale a terra" disse, facendo la voce da bambino e scoppiai a ridere mentre raggiungemmo il nostro gruppo alla fermata d'autobus, come tutte le mattine.
Più giorni passavano più le ore di studio aumentavano!
In classe Marta continuava a stuzzicarmi e non mi lasciava mai in pace. Sicuramente avrei perso la pazienza un giorno o l'altro! Questo era poco ma sicuro.
Finito la scuola, andai a casa con Stefano, dove mia madre lo aveva invitato a pranzo e lui accettò molto volentieri.
Durante il pranzo, mia madre gli raccontava del cavallo che avevo a Varese e delle mie pazze avventure che facevo con Licia. Mentre lei gli raccontava di tutto ciò, lui mi guardava stupito.
Finito di pranzare andammo nella mia stanza a studiare ma dopo un'ora mi sdraiai sul letto, tirando un sospiro.
"Che cos'hai?" mi chiese Stefano girando la sedia.
"Sono solo un po' stanca, tutto qui!" risposi chiudendo gli occhi.
"Non vorrai mica dormire, vero?" ma io non gli risposi. Ero entrata nel mondo dei sogni e niente e nessuno mi avrebbe destato da quel mondo.
Dopo circa mezz'ora, sentivo il cellulare squillare e Stefano rispose spazientito.
"Senti, posso almeno sapere chi sei?... No, questo non è il mio numero ma della mia ragazza!... No che non te la passo! Dimmi prima chi sei... Che cosa? Tu sei il suo ragazzo?!".
A quel punto mi svegliai mettendomi seduta. Lui mi guardò con sguardo offensivo.
"Chi è al telefono?" chiesi.
"Il tuo ragazzo!" gridò porgendomi il cellulare.
Sgranai gli occhi mentre lui occupava il posto sulla mia poltrona.
Mi veniva da ridere vederlo così geloso ma in quel momento non ci riuscivo perché qualcun altro diceva di essere il mio ragazzo al telefono.
Presi il cellulare e chiesi "Chi sei?".
"Sono il ragazzo di Sophia, me la puoi passare per favore? Sto perdendo la pazienza! Quell'imbecille che dice di essere il suo ragazzo, non me la vuole passare!" rispose con voce alterata.
Quando lo disse rimasi in silenzio e per la rabbia dissi ad alta voce "Sono io Sophia! Chi ti ha detto che tu sei il mio ragazzo?".
Dall'altro capo del filo non sentii più niente poi una risata.
"Allora, si può sapere chi sei?" chiesi.
"Sono il responsabile tecnico del teatro dell'oratorio. Mi chiamo Michele".
"Come hai fatto ad avere il mio numero?".
"Semplice! Il don mi ha dato il tuo numero".
"È davvero il tuo ragazzo?" mi chiese Stefano e io per tutta risposta gli lanciai un cuscino e risposi "No! Se l'avessi avuto, a quest'ora ti avrei scaricato il giorno in cui ti ho schiaffeggiato. Stupido!".
"Va bene... ho capito" disse Stefano, sollevato.
"Quell'imbecille che ha risposto prima, è davvero il tuo ragazzo?" mi chiese Michele.
"No...".
"Beh... meglio così!" disse ridendo.
"E perché?" gli chiesi con i denti stretti.
"Niente, così" rispose cercando di trattenere le risate.
"Perché mi hai chiamato?" chiesi mentre Stefano mi lanciava i cuscini e io facevo altrettanto.
"Era presentarmi visto che sono nuovo della zona e della gestione" mi disse mentre Stefano mi lanciò un cuscino che mi prese in piena faccia.
"Ah! Questa me la paghi!" dissi, lanciando un altro cuscino a Stefano.
"Ma cosa state facendo?" mi chiese Michele.
"Guerra con i cuscini!" risposi, poi Stefano iniziò a farmi il solletico e io non riuscivo a trattenermi dalle risate. Cercai di allontanarlo da me, dicendogli "Ste, dai un attimo che sono al telefono, non vedi?" così mi lasciò in pace e iniziò a farmi dei massaggi alle spalle.
"Scusami. Comunque va bene. Grazie dell'informazione. Una settimana prima dello spettacolo ti dirò il tutto, ok?"
"... Sì".
"Bene allora ti saluto!" dissi riagganciando.
"Ehi! A cosa pensi?" mi chiese Stefano.
"A Michele. È il nuovo tecnico delle luci e del suono".
"Ha avuto la sfacciataggine di dirmi che era il tuo amante!".
Risi per la buffa espressione che aveva sul viso e dissi "Magari avessi un amante" e scoppiai a ridere e lui con me.
Verso il solito orario, andammo all'oratorio.
"Sophia ti va di ripassare con me le battute?".
"Sì" risposi.
Vidi da lontano l'arrivo di Laura e Dario.
"Ehi Laura! Siamo qui!" dissi, alzando un braccio.
"Ciao raga, come va?" ci chiese Dario.
"Bene" rispose Stefano.
Guardai Laura. Era da ieri che aveva quella faccia triste e, presa da me, mi ero dimenticata di chiederle il motivo di tanta tristezza.
"Laura, ti dispiace se vieni con me?" le chiesi.
La feci accomodare dentro l'aula di teatro.
"Allora Laura, cosa c'è che non va?" le chiesi mentre prendevo posto su una sedia.
"Niente! Perché me lo chiedi?".
"Non so... mi dai quest'impressione" dissi, scrutando il suo sguardo.
Rimasi in silenzio per qualche minuto.
"Hai scoperto qualcosa su Dario?" le chiesi.
Rimase in silenzio guardando il pavimento. "Allora è così!" dissi con enfasi.
Mi guardò poi disse "Ecco Sophia... ieri, quando sono venuta insieme con lui, stavamo parlando della scuola, poi qualcuno lo chiamò al cellulare e parlò con quella persona con poca pazienza.
"Quando riattaccò, mi disse di tenere per qualche minuto il suo cellulare perché c'era un suo amico che lo stava aspettando dentro il tabacchi che è sulla strada, ce l'hai presente?" mi chiese e io annuii.
"Bene, dopo pochi secondi arrivò un messaggio sul suo cellulare e involontariamente ho schiacciato l'ok per leggerlo!".
"E cosa c'era scritto sul messaggio?" le chiesi incuriosita.
"C'era scritto: 'Amore perché mi tratti in questo modo? Ti prego parliamone".
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You're in my dream
RomanceUn sogno sempre ricorrente la perseguita, la ossessione. Chi sarà mai il misterioso ragazzo che continua a sognare? Tra routine scolastica, equitazione, teatro e un'adorabile bambina a cui badare, la sua vita inizia a prendere un'altra piega... fina...