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La portammo davanti alla nostra classe.
"Perché? Che cosa è successo?" le chiesi.
"Niente. Lui è molto geloso! Ha visto che un mio compagno di classe mi teneva la mano".
Laura si mise a ridere mentre io cercavo di essere seria ma non riuscivo e scoppiai a ridere assieme a lei.
"Perché ridete?" chiese Stefania alzando il volto rigato di lacrime.
"Non è possibile che lui sia geloso di un tuo compagno di classe che ti tiene la mano. È assurdo!" disse Laura.
"Vai a dirglielo tu" disse Stefania con un sorriso.
"Ok, va bene. Ora andiamo da..." dissi ma prima che potessi finire la frase, Stefano mi raggiunse e disse "Ti ho cercato per tutta la scuola ma dov'eri finita?".
"Scusa ma ora devo proprio andare ci vediamo all'uscita della scuola" dissi, prendendo Stefania sotto braccio.
"No, vengo anch'io" disse così andammo tutti e quattro a trovare Nicola che era appostato davanti alla sua classe.
"Ciao Nico" dissi "Come va?".
"Non tanto bene. Credo che Stefy te lo abbia detto perché ho il muso, vero?".
"Già" disse Laura "Perché ti ostini ad essere sempre geloso di Stefania? Lo sai benissimo che lei ci tiene veramente a te e non ti tradirebbe con un altro perché lei ti ama!".
Io e Stefano la guardammo stupiti per come lei affrontava ogni problema.
D'altronde era una scrittrice e avrebbe fatto qualsiasi cosa purché le cose fossero andate al meglio tra loro due. Odiava le cose che avrebbero portato la rottura tra due persone che si volevano bene e si faceva in quattro per risolvere il problema delle persone a lei care.
"Allora? Non dici niente?" gli chiesi.
"Ti chiedo scusa Stefy. Non volevo ferirti. Ha ragione Laura, devo fidarmi di te" disse Nicola e lei lo abbracciò.
Io mi sarei già stufata di litigare per ogni cavolata, pensai, guardandoli.
La campanella suonò e mi sembrava strano che quindici minuti fossero volati così in fretta!
Mentre facevamo ritorno in classe, Stefano mi disse "Ero venuto per stare con te ma...".
"Lo so ma quando un'amica ha questi problemi io la sostengo anche se il ruolo di sostenitrice è più adatto a Laura!" dissi con un sorriso.
"Anche tu, volendo sai sostenere un'amica" disse Laura "E forse ti devo far ricordare il favore che ti ho chiesto?" mi domandò con scherno.
"Non ti preoccupare, sto aspettando il momento giusto. Non mi sono dimenticata!" le risposi. "Quale favore? Posso saperlo?" chiese Stefano.
"Vedi, mio caro, ci sono cose che una ragazza può dire e non può dire a un ragazzo" dissi e scoppiammo a ridere io e Laura mentre lui insisteva per sapere qual'era il favore che dovevo fare a Laura.
Finito la scuola, ognuno andò a casa sua.
Scesi dall'autobus e Stefano fece un pezzo di strada assieme a me. Quando arrivai a casa ero distrutta senza saperne il motivo. Al solo pensiero di dover affrontare un'intera settimana che m'incombeva davanti, sentivo l'angoscia soffocarmi.
Finito di mangiare, iniziai a fare i compiti di latino e di inglese. Verso le quattro finii di fare i compiti così andai all'oratorio, anche se mancava un'ora alle cinque.
Rimasi seduta sulla scalinata ad osservare i ragazzi che giocavano a basket. Tra tanti ragazzi, solo un ragazzo giocava come si doveva.
Ero immersa nei miei pensieri e non mi accorsi della presenza di Stefano accanto a me.
"Sei cosi bella quando sei pensierosa" disse Stefano quando gli rivolsi lo sguardo. Gli sorrisi dolcemente e mi appoggiai sulla sua spalla senza capirne il motivo. Fissai i ragazzi giocare mentre Stefano continuava a giocare con i miei capelli.
"Ho come la sensazione che ci vedremo poco in questa settimana" disse dopo un pò.
"Lo penso anch'io" risposi assorta.
Mi scostai da lui e mi alzai, dirigendomi verso l'oratorio.
Una volta che i ragazzi ci raggiunsero, iniziammo a fare le prove tra risate e battute fuori luogo. In pratica non eravamo per niente seri ma almeno, anche se non si doveva, potevamo un attimo rilassarci visto che la mole di roba da studiare stava sempre aumentando.

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