"È successo qualcosa tra di voi?" mi chiese Daniele "Solitamente sta sempre con te a parlare. Oggi è strano" concluse con un'alzata di spalle.
Aveva ragione.
"Scusatemi, vado a parlargli" dissi e corsi verso di lui.
"Stefano!" lo chiamai e lui si girò "Perché sei così?" gli chiesi.
"Hai detto che non volevi che ti parlassi" mi rispose confuso e lo guardai sbalordita, poi scoppiai a ridere.
"Sciocco, ti ho detto di non parlarmi se continuavi ad insistere sul fatto che vuoi essere il mio ragazzo" gli dissi.
"D-davvero? Allora siamo amici?" mi chiese con le lacrime agli occhi e lo fissai.
Era come un bambino a cui gli avevano rubato le caramelle e sospirai.
"Ma ieri sera dormivi mentre ci siamo detti che rimaniamo solo amici?" gli domandai con un sorriso e vidi che si tirò su con il morale.
Sentii la campanella suonare e visto che mi trovavo dall'altra parte della mia classe, lo salutai in fretta e corsi su per le scale e corridoi, raggiungendo finalmente la mia classe. Avevo il respiro affannato. Per fortuna la prof. d'inglese non era ancora arrivata.
Quando la scuola finì, Stefano mi accompagnò a casa come al solito ma era taciturno e non ne capivo il motivo. Non gli chiesi spiegazioni per non essere invadente.
Dopo pranzo mia madre uscì da casa per farsi una passeggiata mentre mi cimentavo come sempre nei miei giornalieri, compiti di scuola per il giorno dopo.
Quando raggiunsi l'oratorio, vidi Stefano seduto sulle scalinate accanto a Marta. Era la seconda volta che li vedevo seduti vicini. Mi domandai se Marta non si fosse aperta caratterialmente anche con lui come aveva fatto con me. Appena mi videro, Marta agitò una mano poi la ritrasse, guardandosi in giro per paura di essersi fatta scoprire. Scoppiai a ridere, salutandoli con la mano.
Scesi giù anch'io e ordinai una tazza di caffè macchiato al bar dell'oratorio poi, presi posto ad un tavolo e riguardai il copione.
"Disturbo?" mi chiese Marta e le feci segno di accomodarsi.
"Non mi devi salutare per forza se poi hai paura che qualcuno ti possa guardare" le dissi sorridendo.
"È vero, ma devo cambiare, giusto? Inizi a piacermi come amica, sul serio e mi dispiace non averti conosciuto prima come si deve. Tutto questo tempo sprecato nel prenderci di mira" disse Marta guardandomi e le sorrisi.
"Sicura che vuoi che tutti vedano la vera Marta?" le chiesi.
"Beh, forse non del tutto ma almeno con te si" mi rispose con un sorriso.
"Posso sapere, per semplice curiosità, perché ti comporti così?" e lei mi guardò.
Si appoggiò allo schienale della sedia e disse "Il motivo? Beh, fin da piccola ero debole, caratterialmente, e spesso i bambini mi prendevano in giro, così decisi di trattarli male letteralmente, ovvio".
"Capisco" le feci annuendo.
"Dopo i tuoi consigli e il tuo piccolo aiuto, ora frequento Alex senza l'arroganza che avevo prima. Grazie a te, ho capito veramente che non è il modo giusto per andare avanti nella società" concluse.
"Mi fa piacere sapere di esserti stata d'aiuto" le dissi sorridendo.
Passammo qualche minuto in silenzio.
"Posso sapere cosa c'è tra te e Stefano, ora?" mi chiese.
"Mi pare di averti fatto capire che lui non m'interessa come ragazzo" le risposi, continuando a sfogliare il copione.
"Come amico intendo" disse Marta e la fissai.
"Non lo so nemmeno io. Ieri gli ho spiegato come stavano le cose tra di noi ma non le ha accettate così ho dovuto dire delle cose pesanti ma le ho dette per il suo bene" le risposi.
"Sì, Stefano mi ha detto quello che è successo" disse e io annuii.
Vidi Alex arrivare dietro Marta e darle un bacio sulla guancia e poi uno a me.
"Ciao bellezze, posso sedermi con voi?" chiese, sedendosi.
"Ma non avevi l'allenamento?" gli domandò Marta.
"Sì, sono in pausa bagno" le rispose facendo le virgolette con le dita.
"E, quanto dovrebbe durare questa pausa bagno?" gli chiesi divertita.
"Beh, cinque minuti penso che bastino" rispose ridendo.
Vidi Stefano davanti all'aula di teatro e lo chiamai.
Quando ci raggiunse, fece un altro di quei suoi sorrisi tristi e si sedette con noi.
"E dai Ste" fece Alex, dandogli una pacca sonora alla spalla "Su con la vita" concluse.
"Una parola" rispose lui invece e lo guardai.
"Non guardarlo così, Sophia, se no si scioglie come il burro" disse Marta e scoppiammo a ridere ma Stefano non la prese per bene la battuta.
Vidi una bambina correre in mezzo all'atrio tutta sorridente. Poco più avanti c'erano degli altri bambini che fecero cadere delle perline a terra e le stavano raccogliendo, prima che i pezzi si perdessero.
Notai che la bella bambina dai capelli rossi, non si era accorta dell'accaduto e continuava a correre verso quella direzione. Scattai in piedi, facendo rovesciare la sedia, richiamandola più volte ma lei non mi sentì, così corsi verso di lei, più veloce che potevo, prima che scivolasse ma era troppo tardi. Aveva messo il piede sopra un paio di perline e stava scivolando all'indietro.
Feci un salto e mi gettai a terra, prendendole la schiena per un pelo, prima che la sbattesse a terra. La sorressi a malapena ma per fortuna, non si era fatta male. Sentii una fitta al piede e il braccio mi doleva.
La bambina scoppiò a piangere per lo spavento e l'abbracciai forte, rassicurandola.
Marta mi raggiunse subito, seguita da Alex e da Stefano.
"Piccola, shh, non è successo nulla" le feci e iniziò a calmarsi un po'.
"Ho avuto paura" disse con voce strozzante "Voglio la mamma".
"Marta portala con te e cerca sua madre, per favore" e la bambina si alzò, prendendo la mano di Marta e si allontanarono.
Alex mi aiutò ad alzarmi.
"Stai bene?" mi chiese e annuii con sguardo fisso.
Non andava per niente bene. Sentii un'altra fitta alla caviglia destra quando la posai a terra.
"Non ti preoccupare, sto bene. V-vado un attimo in bagno" dissi, scostandomi da lui.
Appena feci due passi, mi morsi il labbro inferiore, chiudendo gli occhi.
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You're in my dream
RomanceUn sogno sempre ricorrente la perseguita, la ossessione. Chi sarà mai il misterioso ragazzo che continua a sognare? Tra routine scolastica, equitazione, teatro e un'adorabile bambina a cui badare, la sua vita inizia a prendere un'altra piega... fina...