Da quel giorno gli insegnanti ci catapultarono compiti a raffica senza darci tempo di tregua. Aveva ragione Stefano. In quei giorni ci vedemmo poco anche al corso di teatro per via della scuola. Un pò ne sentivo la mancanza.
Saltammo per una settimana i corsi di teatro e anche la settimana dopo. Certo che gli insegnanti erano perfidi! Dopo le varie interrogazioni, ci davano anche le verifiche e come se non bastassero a sorpresa!
Il mese d'ottobre era iniziato e dovevamo fare assolutamente le prove per la recita che si sarebbe tenuto il 25 ottobre. Ero stanca per tutto e mi domandavo: ma quando sarebbe finita la scuola? Eravamo solo al secondo mese di scuola e già tutte le energie che avevo recuperato in tre mesi di vacanze estive, erano svanite. Fortuna che c'erano le vacanze natalizie. Non vedevo l'ora!
Chiamai in anticipo tutti i ragazzi, avvisando loro che si riprendevano a fare le prove di teatro.
"Ciao" disse Stefano appoggiando lo zaino sulla sedia "Come stai?".
"Bene..." risposi sospirando.
"A vederti non sembra!" disse avvicinandosi "Sono passati tre settimane da quando ti ho chiesto se volevi essere la mia ragazza ma ancora non mi hai dato una risposta".
"Lo so ma con la scuola e il teatro... Non ci sto più capendo! Scusami, non è mia intenzione illuderti!" dissi, scendendo dal palco e avviandomi verso l'uscita per prendere un po' d'aria.
Uscimmo dall'aula e restammo nell'atrio.
"Sophia?" mi chiamò Stefano.
"Sì?!".
"Sei stanca, perché non vai a casa a riposarti?".
"Stai scherzando? Abbiamo solo due settimane prima della recita e non ci siamo esercitati molto bene! Finora abbiamo provato solo con il copione in mano!" dissi.
"Capisco ma...".
"Niente ma! Il tempo stringe!" risposi.
Dopo qualche attimo di silenzio mi abbracciò dicendomi "Ti voglio molto bene... se la recita non ci fosse, forse mi avresti dato una risposta...".
In quel momento capii che non ce la faceva più ad aspettare una mia conclusione così lo guardai. Ripensai a quando mi aveva baciato, abbracciato. D'altronde, non potevo sforzarmi di essere felice quando, dentro di me, provavo qualcosa che lo allontanava.
Presi così la decisione che per me era giusta.
"Vedi Stefano... io non ho tempo da dedicare per un ragazzo. Tu stesso noti quante cose ho da fare".
"E questo che significa?" mi chiese con tono preoccupante.
"Significa che forse è meglio se rimaniamo amici" gli risposi, distogliendo lo sguardo.
"Perché?" mi chiese "Insomma, ti aiuterò io se è necessario, ma non dirmi di rimanere amici! Io... ti amo" disse, prendendomi le braccia.
Capivo cosa provava ma non volevo prenderlo in giro.
"Ascoltami, è meglio così" insistetti.
Vidi le lacrime spuntare dagli occhi, mi abbracciò, scoppiando a piangere in silenzio.
"Ciao" dissero in coro Laura e Dario sulla soglia della porta.
"Che cosa succede?" mi chiese Dario. Vidi che Laura aveva lo sguardo triste ma non potevo lasciare Stefano in quelle condizioni.
Stefano dava a loro le spalle e io feci gesto a Laura di lasciarci soli. Sapevo che Stefano non si sarebbe fatto vedere da nessuno in lacrime.
È pur sempre un ragazzo, pensai.
Quando Laura e Dario se ne andarono, dissi "Ste... mi dispiace sul serio".
Mi sentivo terribilmente in colpa per avergli detto quelle cose ma d'altronde preferivo rimanergli amica.
Dopo un po' Stefano si scostò da me e disse "Io ti aspetterò".
Lo guardai meravigliata per le parole che mi aveva appena detto.
"C-cosa?!" gli chiesi.
"Io ti aspetterò, Sophia. Ti amo e ti starò accanto, come amico per ora, fin quando tu non deciderai di metterti con me" concluse.
Cercai di ribattere ciò che si era messo in testa. In questo modo si sarebbe illuso da solo di avere qualche possibilità con me. Mi posò le sue dita sulle labbra in segno di silenzio e disse "So cosa vuoi dirmi, Sophia, di non aspettarti ma io lo farò lo stesso".
"Ma... perché ti fai del male da solo?" gli chiesi.
"Affatto. Io sono felice se la penso così. Ti amo e da questo momento in poi saremo amici e non mi comporterò diversamente ma sappi che se cambierai idea, io sono qui per te" concluse con un sorriso.
Mi fece tenerezza e lo abbracciai, poi presi un fazzoletto dalla borsa e glielo porsi in modo che si asciugasse il viso.
"Forse è meglio se vai in bagno a darti una sciacquata in faccia" gli dissi.
"Hai ragione" mi rispose sorridendo e prima di aprire la porta, mi diede un bacio sulla guancia.
Quando i ragazzi arrivarono, cominciammo le prove ed era un fiasco totale! Nessuno aveva aperto il copione per settimane e i risultati si vedevano! Ma non me la presi per questo perché sapevo che non c'era molto tempo a disposizione per lo svago...
"Ragazzi... non fa niente se non avete studiato a memoria le battute! Cerchiamo di rimediare adesso. Abbiamo solo due settimane di tempo, credete che ce la possiamo fare entro il 25 Ottobre?" chiesi.
"Forse..." rispose Valeria.
Le sorrisi perché anch'io, come lei, ero incerta.
Verso le sei e mezza salutai i ragazzi e insieme a Stefano, andammo a casa.
Una volta salutato anche Stefano, entrai in casa.
Passai la serata a studiare gli appunti che avevo preso in classe di filosofia e presto mi addormentai.
Quando mi svegliai erano già le sette.
Guardai la finestra e dal comodino sentii il cellulare vibrare.
Un messaggio: Buongiorno piccola, ci vediamo fra mezzora.
Era di Stefano.
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You're in my dream
RomanceUn sogno sempre ricorrente la perseguita, la ossessione. Chi sarà mai il misterioso ragazzo che continua a sognare? Tra routine scolastica, equitazione, teatro e un'adorabile bambina a cui badare, la sua vita inizia a prendere un'altra piega... fina...