Il giorno dopo, quando finii di fare colazione con i miei genitori, andai in camera a prendere la mia cartella, visto che mio padre era in anticipo quel giorno e decise di darmi uno strappo fino a scuola.
Quando arrivai a scuola, vidi Laura seduta sugli scalini della scuola.
"Buongiorno!" le dissi sorridendo.
"Il buongiorno lo si vede dal primo mattino e in te vedo qualcosa che mi acceca" rispose Laura.
"Come siamo... profondi!" le risposi, sedendomi accanto a lei.
"Come mai sei così mattiniera, oggi?" mi chiese.
"Papà mi ha dato un passaggio, se no a quest'ora sarei alla fermata ad aspettare il bus" le risposi.
La guardai e in lei notai qualcosa di triste, così le chiesi "Tutto bene?".
"Perché me lo chiedi?".
"Vedo che sei giù di morale, tutto qui ma se mi dici che non c'è nulla allora non mi preoccupo. Sappi però che se hai bisogno di parlare con qualcuno, io sono qui" le dissi passandole un braccio intorno alle sue spalle, tirandola verso di me.
"Grazie Sophia" disse con un mezzo sorriso.
"Uff... buongiorno ragazze" fece Stefano e noi ricambiammo il suo saluto.
"Stamattina ti ho aspetto davanti a casa tua, Sophia e tua madre mi ha detto che eri già uscita" disse Stefano "Potevi almeno avvisare, no?" mi fece.
"Sì hai ragione. La prossima volta non mancherò di sicuro nell'avvisarti" gli risposi, alzandomi.
"Andiamo Laura, hanno aperto le porte" conclusi prendendola per un braccio.
"Ehi Sophia, ce l'hai con me per qualcosa?" mi chiese Stefano ma lo ignora.
"Ehi!" insistette tirandomi per un braccio come facevano i bambini quando non li ascoltavi.
"Che c'è!" sbottai.
"Insomma, sei arrabbiata con me?" mi chiese.
"No" gli risposi.
"Allora perché sei così fredda?".
"Ti do quest'impressione?" gli chiesi "Mi dispiace... ora vado in classe, ciao Ste" dissi e salii le scale per il primo piano.
Una volta in classe, Laura mi fissò con insistenza e le chiesi "Ho le antenna da alieno in testa perché tu mi debba fissare a quel modo?".
"N-no. Perché hai risposto a quel modo a Ste?" mi chiese.
"Non so..." le risposi sedendomi.
"Che caldo, raga! Aprite quelle dannate finestre!" disse Marta, entrando in classe.
"Ma togliti la giacca al posto di aprire la finestra che si muore di freddo poi" disse Claudio.
"Ma mettiti tu la giacca piuttosto! Siamo solo alla fine d'ottobre!" rispose.
"Senti, se hai caldo togliti la giacca e se poi hai ancora caldo allora ti sbattiamo fuori" le dissi con un sorriso.
"Oggi sei più tagliente del solito vedo... avrai litigato con il tuo bell'amore?!" mi chiese Marta sghignazzando.
"No, te lo dico con la massima gentilezza che ho ancora a disposizione" le risposi freddamente "E poi, per tua informazione, io non ho un ragazzo".
"Se se, tanto sappiamo che è Stefano, no?" sghignazzò "Il ragazzo che m'interessava" concluse sottolineando la frase volutamente.
"No, sbagliato, sono fatti che non ti riguardano".
"Non vorrai dire che è il mio Alex!" disse con un terrore negli occhi.
Scoppiai a ridere, notando la sua espressione e per giocare un po' con lei, visto che non lo facevo da tempo, dissi "E anche se fosse, mia cara Marta?!".
"No, non te lo permetto! Lui è mio. Ti sei presa Stefano e te l'ho lasciato ma ora non ti puoi prendere anche lui!".
Continuai a ridere, piegandomi in due. Avevo le lacrime agli occhi.
"Certo che ti piace molto il ruolo della povera vittima" dissi.
"In effetti ha ragione Sophia" disse Laura "È stato grazie a Sophia che tu hai avuto la possibilità di conoscere Stefano, Marta. Non negarlo. Se lei non avesse conosciuto quel ragazzo, tu a quest'ora non lo avresti neanche calcolato" concluse.
Vidi l'espressione di Marta mutare e capii che era il momento di finirla con le battute. Non avevo mai visto quegli occhi tristi sul suo volto. Era sempre acida e antipatica e piena d'invidia. Si credeva sempre di essere chissà chi e non mi erano mai piaciute quel tipo di ragazze. Capii che le piaceva parecchio Alex, se no non avrebbe reagito in modo troppo drammatico. Vidi che i suoi occhi stavano diventando lucidi e quando capì che la stavo fissando seriamente, uscì dalla classe di corsa mentre la prof. d'inglese stava entrando e rimase per un attimo in silenzio cercando di capire la situazione. Mi avvicinai a lei e le chiesi se potevo raggiunge Marta visto che non stava poi tanto bene e la prof. acconsentì.
Uscii dalla classe guardando a destra e sinistra del corridoio e pensai a dove poteva essersi cacciata. Decisi di provare a vedere in bagno ma lì non la trovai. Scesi le scale e andai al bar, magari per affogare la sua rabbia con un panino o con un dolce ma trovai altri studenti che stavano facendo colazione. I soliti ritardatari.
"Ciao Sophia, come mai da queste parti?!" mi chiese Flavio, un mio ex compagno di classe del ginnasio.
Le classi della quinta ginnasio venivano smistasti in altre classi per il liceo.
"Ciao Flavio. Tanto per fare una passeggiata" gli risposi sarcasticamente.
"Quella punta di simpatia non l'hai ancora tolta, eh?" disse "Stai cercando qualcuno?".
"Sì, hai visto Marta?" gli chiesi.
"E chi è?" mi domandò.
"Nessuno" gli risposi "Dai ti saluto, ciao" dissi uscendo dal bar.
Per ultimo, decisi di andare in cortile dove magari stava fuori a prendesi una boccata d'aria visto che aveva caldo. Uscii dalla porta d'emergenza che dava sul cortile della scuola e che portavano alle palestre esterne della scuola. Mi guardai in giro e vidi una figura seduta sul marciapiedi del giardino.
Era Marta.
Stava fumando una sigaretta.
"Cos'altro può fare una persona triste e arrabbiata?! Fumare. Perché non ci avevo pensato prima?!" dissi sottovoce a me stessa.
Le andai accanto e mi sedetti affianco a lei.
"Vattene" mi disse.
"Si può sapere perché sei così arrabbiata?" le chiesi pur sapendo la risposta. Volevo che lei si sfogasse.
Aspirò per un attimo la sigaretta, buttando poi il fumo e disse "E me lo domandi? Io provo sul serio qualcosa per Alex e quella volta che mi ha risposto in quel modo ci sono rimasta un po' male ma il solo fatto che ora tu vuoi stare con lui, mi fa davvero rabbia".
"Ci tieni così tanto a lui?" le chiesi.
"Non so perché ma sì, ci tengo a lui" rispose fissandomi e aspirò di nuovo la sigaretta gettandomi il fumo in faccia "Ma tu che ne puoi sapere?".
"So di certo che non m'interessano ne Stefano ne Alex" le risposi "Non mi piacciono perché non sanno come sono realmente dentro" conclusi, fissando i fili d'erba ormai quasi secchi.
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You're in my dream
RomanceUn sogno sempre ricorrente la perseguita, la ossessione. Chi sarà mai il misterioso ragazzo che continua a sognare? Tra routine scolastica, equitazione, teatro e un'adorabile bambina a cui badare, la sua vita inizia a prendere un'altra piega... fina...