Che bello! Che bello! Che bello!
Ero letteralmente presa dall'euforia quando io, Arin e Ron siamo tornati al Dormitorio per riordinare la confusione che avevamo creato. C'erano dozzine di cuscini ovunque e diversi letti erano sfracellati. Speravo che nessuno avrebbe incolpato noi.
«Che c'importa.» aveva detto Arin quando avevo fatto notare questo particolare. E aveva ragione. Per una volta, che ci importava? Finalmente eravamo tornati quelli di un tempo. Anton era una mancanza costante, ma leggermente più sopportabile. Certo, pensavo, sarebbe stato ancor più stupendo se ci fosse stato.
Eppure, il mio pensiero fisso era Ron. Praticamente l'avevo baciato e mi aveva chiesto di dover fare di meglio per la prossima volta? Ero terrorizzata e terribilmente felice in contemporanea. Anton non mi ha mai fatto una proposta simile, né nessun altro ragazzo. Che strana sensazione. Sentivo il mio corpo in fibrillazione e paragonavo me ad una supernova. Penso che entrambi i miei amici potessero facilmente vedere gli schizzi di felicità che mi uscivano dappertutto.
«Bene. A chi diamo in donazione questo spettacolare esempio di cuscino?» domanda Arin, mostrando quello che una volta era un cuscino; la fodera era spappolata e le piume che dovevano esserci all'interno sembravano sparite, come risucchiate da una forza oscura.
«Spettacolare esempio?» ripeto inarcando un sopracciglio mentre riordinavo una coperta su uno dei letti sparsi per la stanza.
«Facciamolo sparire e basta. Non ne fa una piega.» annuncia Ron, sistemando il suo letto. Non sapevo come, ma lì ci erano finiti cinque cuscini e tre coperte. Doveva essere stato uno dei nostri rifugi durante la battaglia.
«Uhm, in effetti. Un cuscino in più, uno in meno, non fa poi tanta differenza.» conclude Arin. Aveva ragione. Tutti i cuscini del dormitorio erano a malapena definibili tali. La fodera era ruvida e neanche sotto lavaggio riusciva ad assumere un colore; uno era beige, l'altro verdastro, un altro ancora grigio topo. Erano davvero poche le fodere di un bianco che ricordava la pulizia. Per non parlare, poi, della quantità di piume inserite all'interno di ogni cuscino; la mia ipotesi era che chi doveva averli ideati aveva diviso le piume bastate per un cuscino per tutti quelli presenti in ogni letto. Non mi stupisco, a volte, di ritrovarmi con il capo poggiato sul materasso senza accorgermi di non avere al di sotto il mio cuscino.
«Comunque, devo parlarvi.» inizio, ricordando la notte trascorsa: era finito il tempo dei giochi, dovevamo passare alle cose serie, per quanto mi dispiacesse ammettere. I due si voltano verso di me.
«Stanotte Jeanine Matthews è venuta nella Residenza.» informo. Immagino di vedere i volti dipinti di incredulità e stupore, invece restano neutri. Non penso abbiano capito a cosa voglio arrivare.
«E ha parlato del piano che ha contro i Divergenti.» concludo. Arin spalanca le labbra e Ron alza le sopracciglia.
Adesso ci siamo.
«Cos'ha detto?» chiede Arin, portando le mani ai fianchi.
«Ha ipotizzato che i vertici delle Fazioni che non hanno aderito al piano potessero essere Divergenti, per cui ha deciso di somministrare il test anti-Divergente all'interno di pietanze e bevande di cui loro avrebbero usufruito. Stamattina sono riuscita a salvare per un attimo Amar. Ha detto che una delle capifazione degli Intrepidi che lavora per Jeanine ha dato a tutti i capifazione della nostra Fazione un dolce. Ovviamente, credo che all'interno doveva esserci il fluido utilizzato per il test.»
«E cosa vogliono fare a quelli comuni come te?» domanda Ron.
Alzo le spalle: «Jeanine ha detto che dovranno procedere sotto le normali procedure; allestiranno dei centri in ogni Fazione in cui tutta la gente dovrà sottoporsi agli esami.»
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The Divergent Series: By Tess - Insurgent
Fanfiction*** NOTA: Quest'opera è uno dei miei primi tentativi di scrittura. Di conseguenza ho fatto un sacco di errori (grammaticali e nella storia in se), che spero mi perdonerete anche perché ero più piccolina. Ho deciso, però, di lasciarla perché è la pri...