Capitolo 17 - Vittoria e Sconfitta

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«Ci siamo tutti?» urla Mindy ai presenti, cercando di ricavare il consenso generale. La massa di Intrepidi ed iniziati comprendeva circa una quarantina di persone intente a schiamazzare e scherzare tra di loro. Qualcuno si posizionava tra i binari, annunciando di mostrare il proprio coraggio restando in piedi lì finché il treno in costante corsa non gli sarebbe giunto a pochi metri di distanza. Qualcun altro sfidava il resto a sdraiarsi tra i binari, aspettando il treno che avrebbe continuato a correre al di sopra del soggetto.

«Sì!» grido assieme a diversi altri. La maggior parte aveva espresso il proprio consenso continuando a fare i propri affari. Intanto, l'aria calda d'estate aleggiava su di noi, portandoci a sudare piuttosto copiosamente: aspettavo con ansia l'arrivo del treno per poter finalmente prendere un po' d'aria.

«Quindi, se ho capito bene, a Ron è concesso solo il trattamento per tatuaggi?» ironizza Arin, fingendo serietà assoluta. Sorrido mentre il ragazzo le blocca le braccia, costringendola a sorbirsi qualche attimo di solletico, la peggiore punizione che Ron potesse mai infliggere sia a lei che a me. Ormai era divenuto il suo punto di forza.

«Vi concederò io un bel trattamento, dopo.» ribatte Ron liberando finalmente l'amica.

«Sta arrivando!» grida qualcuno, riferendosi al treno. Ci sproniamo dalle nostre posizioni, preparandoci a salire su un vagone. Era una cosa semplice, nonostante il pericolo fosse sempre presente: una mossa sbagliata e saresti potuto finire sotto le rotaie. Ora, però, non osavo immaginarmi come dovevano risentirsi i trasfazione: quando giocai per la prima volta a Sfide, rivedere quel treno era stato una sorta di pugnalata in pieno petto; se non ce l'avessi fatta? Se fossi rimasta a terra mentre gli altri si addentravano nel pieno centro della città? Fortunatamente trovai la mano di Ron che mi aiutò. Anche questa volta gli iniziati saranno altruisti tra loro?

«Forza!» incita Ron, mentre il primo vagone ci passa davanti. L'obiettivo sarebbe stato riuscire a salire tutti su due vagoni vicini, affinché potessimo stare assieme. Continuo a correre afferrando finalmente la maniglia fredda del mezzo e tirandomi su. Mi volto per vedere come se la cavano gli iniziati e per dare un'eventuale aiuto a qualcuno in difficoltà. Ma resto sorpresa nello scoprire che sono tutti piuttosto bravi. Dopo qualche minuto, Amar e Mindy richiamano la loro attenzione: la seconda si affaccia al vagone successivo al nostro per chiedere se ci fossero tutti e alla risposta positiva si riaffianca ad Amar.

«Dov'è Ron?» mi chiede Arin, notando la mancanza del nostro compagno. Ma non mi preoccupo tanto: probabilmente doveva aver sbagliato vagone e tra un po' lo avremmo rivisto affacciarsi al nostro chiedendo scusa per essere stato imbranato.

«Ascoltatemi tutti!» sbraita Amar. Se avesse continuato così perfino quelli del vagone accanto a quello stante lo avrebbero udito; «Questo gioco è semplice. Le regole ne sono due e sono così semplici che non serve un Erudito per poterle capire. Regola numero uno: la sfida si accetta, a meno che non si tratti di una richiesta di suicidio o omicidio. A quel punto lo commetterò io a chi ha indetto la stupida sfida.

«Regola numero due: il gioco termina dopo che tutti, e sottolineo tutti, compiono almeno una sfida. Potremmo finire domani e voi iniziati sareste fortunati nel non iniziare gli allenamenti come previsto. Ma, ripeto, tutti devono affrontare una sfida.»

Se fossi stato un iniziato, probabilmente avrei tremato dalla paura. La descrizione che Amar stava dando a Sfide incuteva senza dubbio terrore. La seconda regola m'è l'aspettavo: dopotutto, l'anno scorso ne affrontammo solamente due.

«Ci sono domande?» conclude Amar.

«Chi inizia?» chiede qualcuno dal fondo del vagone.

«Come da tradizione, chi è il custode della bottiglia.» annuncia Mindy sfoggiando il contenitore in vetro che conteneva un liquido ambrato.

The Divergent Series: By Tess - InsurgentDove le storie prendono vita. Scoprilo ora