«Ciao.»
La lapide dinanzi al mio sguardo faceva svanire gran parte del rancore che adesso mi ribolle nelle vene. Quel semplice pezzo di roccia con su incise poche parole e quel modesto fiore, l'unico ancora non appassito, addolcivano i miei pensieri ma non li tramutavano in piacere.
La rabbia. Un sentimento potente, alle volte irremovibile altre in cui svanisce con un sorriso, una parola o un gesto. Una sensazione che stavo cominciando quasi a dimenticare, ma che riaffiorava ogni qual volta che sentivo quella parola, quelle poche lettere, quel nome.
Qual è la differenza tra rabbia e rancore? Era la domanda che mi chiedevo spesso quando mi immergevo nella spirale dei miei pensieri. Rabbia, ira, rancore, odio. Sono la stessa identica cosa espressa in modi diversi? Sono sinonimi di un unico sentimento? Sono le tappe che ti portano ad odiare qualcosa o qualcuno? O sono cose completamente diverse che vengono molto spesso incatenate tra loro perché erroneamente prese per indicare una sola cosa? Se avessi dovuto affermare quale di queste opzioni avrei scelto, avrei detto che le mie idee erano incerte.
Una persona quando dice di provare rabbia e quando dice di provare odio nei confronti di un'altra persona? Qual è la differenza, insomma. Da cosa dipende che io dica a qualcuno "Ti odio" o "Sono arrabbiato con te"? Quando dico una di queste due affermazioni intendo riferirmi anche all'altra? Le mie idee riguardo a questi concetti sono ancora in costruzione. Ci penso particolarmente spesso; nel dormitorio, quando mi annoio al centro di controllo, quando sono sovrappensiero in un qualsiasi altro luogo. E non poche volte mi domando perché io ci pensi poi tanto arduamente.
«Non so come definire ciò che provo in questo momento. Sono arrabbiata? Irritata? Provo rancore od odio? Se affermassi uno di questi sentimenti, non sono certa che sia quello esatto. Ogni volta che sento quel nome mi irrigidisco come un sasso e non riesco a pensare ad altro.
Perché ho ancora questa reazione? Come possono tre sole lettere donarmi un sentimento così difficile da spiegare?
Mi sto impegnando. Mi impegno affinché quel nome non mi oltrepassi la mente ogni minuto di ogni giorno; mi impegno affinché, se mai dovessi sentirlo, non abbia una reazione troppo spiacevole. Ma, purtroppo, non mi impegno a dissolverlo, perché non voglio. Non voglio semplicemente cancellare tutto perché se mai lo facessi comunque non sarei in pace con me stessa.
Cosa provo per Ron? Lo odio, lo detesto? Sono arrabbiata, irritata con lui? Cosa diamine provo nei suoi confronti?» urlo, più che con Anton, con me stessa.
Mi abbasso in punta di piedi, coprendomi il volto con entrambe le mani. Resto così, in procinto di piangere e singhiozzare per un po', ma alla fine asciugo solo le lacrime che erano pronte a rigarmi le guance ma che fermo in tempo. Intreccio le dita mentre poggio i gomiti sulle ginocchia. Il mio sguardo dondolava tra la lapide, il fiore e le pareti grigie che mi circondavano, ma io non riuscivo a non vedere oltre al velo che avevo creato nella mia mente. Un velo in cui c'era solo Ron.
«Arin e Mindy oggi s'incontrano con lui.» affermo, non prima di aver tirato su con il naso: «Figurati, non sono irritata con loro, né per la loro decisione; dopotutto sono ancora amici. Penso che si vedano addirittura più spesso di quel che mi dicono. Eppure ho avuto una reazione del tutto diversa da quella che ti ho appena descritto. Non so se ero irritata, ma, dopo tanto tempo e, forse, per la prima volta, le ho lasciate in un modo che non avrei mai pensato di fare nei loro confronti. Non le ho degnate di uno sguardo subito dopo le loro risposte e non le ho neanche salutate. Quello che adesso provo penso che sia rimorso perché me ne sto pentendo. Ma, ciononostante, non mi va di andare da loro a scusarmi, anche se una parte di me chiede di farlo.»
Osservo la lapide come se essa cercasse di darmi una risposta. La osservavo spesso in quel modo. Se non lo facevo era come parlare al mio me, non era come parlare ad Anton.
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The Divergent Series: By Tess - Insurgent
Fanfiction*** NOTA: Quest'opera è uno dei miei primi tentativi di scrittura. Di conseguenza ho fatto un sacco di errori (grammaticali e nella storia in se), che spero mi perdonerete anche perché ero più piccolina. Ho deciso, però, di lasciarla perché è la pri...