Capitolo 12 - Guerra di Cuscini

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Ero stesa sul mio letto del dormitorio. Dopo aver lasciato Amar, mi ero incontrata, come da solito rituale, con Anton, raccontandogli gli ultimi eventi. Ripeterli tutti ad alta voce mi provocava un certo tremore, ma non per questo abbando l'idea di fermare questa follia. E, proprio su questa idea, mi ritorna in mente la voce di Nancy che assicurava che non avremmo potuto fare nulla per impedire agli Eruditi di scovare i Divergenti. Capivo la paura, capivo lo spavento, capivo il terrore, ma non era per nulla giustificabile. Cercavo di salvarle la vita e di conseguenza la mia, quella di Amar e di molti altri. L'unica cosa di cui ero certa era che non mi sarei arresa per nessun motivo.

«Disturbo?» domanda la voce di Arin sulla soglia. Quando mai lei disturbava? La sua compagnia era la migliore, specie in questi momenti.

«Certo che no. Vieni qui.» dico, mettendomi seduta e posando più volte la mano sul letto per farle segno di raggiungermi. Sorride e fa come le mie intenzioni chiedevano.

«Hai finito presto, oggi.» noto. I suoi allenamenti si concludevano appena all'ora di pranzo, mentre ora erano da poco passate le undici.

«È domenica.» mi informa, mentre mi rendo conto di aver detto una cosa piuttosto stupida; lo sapevo, eppure i miei pensieri sull'ultimo incontro di Amar e quelli sul piano contro i Divergenti di Jeanine Matthews, portavano la mia mente da tutt'altra parte.

Arin mi osserva per un po', prima di annunciare; «Va bene.»

Alzo il suo sguardo su di lei; «Sputa il rospo. Che succede?» conclude.

«Come fai a sapere che c'è qualcosa sotto?» chiedo delusa dai miei modi di fare; a quanto pare non riuscivo più a nascondere nulla.

«Tu sai sempre tutto. Ti ricordi di ogni misera cosa e conosci praticamente tutti gli orari dei miei allenamenti. Se adesso appari confusa, vuol dire che c'è qualcosa sotto.» annuncia. Sospiro.

«Però...» comincio, indecisa se rivelarle subito degli ultimi eventi. Lei fa segno di continuare.

Sbuffo; «E va bene.» dico sconfitta. «Amar mi ha chiesto di cenare con lui.»

«Lui ti ha chiesto di cenare assieme?» ripete incredula. Annuisco con un segno del capo. Spalanca le labbra: «E hai accettato?»

Alzo le spalle: «Cosa avrei dovuto fare?»

«Non ti sto dicendo che dovevi aspettare, solo che... Dammi tempo per abituarmici.» annuncia confusa. Dopodiché, continua: «E da quando tu e lui state... ehm...»

«No! Stop, frena!» dico alzando leggermente i toni: «Noi non stiamo insieme!». Arin sembra poco convinta. «È solo una cena!» affermo: «Non ho accettato il fidanzamento.»

«Va bene, ti credo, solo che... Accidenti! Non mi aspettavo che tu e lui poteste seriamente...»

«Smettila!» taglio corto.

«Tranquillizzati!»

«No, smettila!» continuo io. Arin comincia a ridere divertita. Alzo un sopracciglio: «Cosa c'è di divertente?»

«È solo che non sei per nulla convincente.» Prendo il mio cuscino e glie lo lancio addosso, cosa che la fa ridere ancora di più.

«Non è divertente! Io e Amar siamo solo...» comincio, sperando di cercare le parole adatte. Che non arrivano...

«Non negare all'evidenza! Ammetti che ti piace.»

«No!» nego immediatamente. Arin alza le sopracciglia. «No, non mi piace. Insomma, è solo un'idiota.» Arin inclina la testa di lato. «Un'idiota simpatico.» continuo, mentre lei la inclina ancora di più. «Un'idiota anche carino, ma aspetta...»

The Divergent Series: By Tess - InsurgentDove le storie prendono vita. Scoprilo ora