«È una cosa stupida e pericolosa. Ma soprattutto stupida!» ripete Amar, mentre nervosamente tirava su e giù la cerniera della sua giacca.
«Non è stupida, è solo affrettata ma, per lo meno, efficace.» ribatto mentre continuo a spingerlo.
Amar scrolla le spalle: «Per favore, diglielo che morirò molto probabilmente. Tu ci tieni alla mia vita, Tess? Bene, perché tra pochi attimi mi ritroverai stecchito per terra.»
Sbuffo: «Per prima cosa, non ho detto che tengo alla tua vita.»
Amar sbarra gli occhi.
«Seconda cosa, vuoi davvero vivere? Allora entra!»
«Devo dirti io, ora, due cose, tesoro. Numero uno, mi hai offeso e, numero due, non servirà a niente la mia voglia di vivere se adesso morirò e anche in modo spiacevole.»
Niente da fare. Amar era irremovibile. Stavo lottando con lui dall'intera giornata e mi ero proclamata invincibile quando sono riuscita a farlo avvicinare all'entrata del piano che avevo in mente. Ma, arrivati lì, il mio vecchio istruttore era rimasto immobile come un sasso e ora continuava a restarlo.
«E poi, » riprende il ragazzo: «chi dice che questo piano da idioti suicidi sia efficace?»
«Lo dico io e fidati della mia parola.» rispondo.
Amar fa schioccare le dita: «Vedi? È questo il problema. Normalmente lo farei ma ora ho dei seri dubbi contornati da migliaia di possibilità, se non certezze, che questo piano sia una mossa per uomini morti. Non vorrai mica farmi fuori?»
Porto le mani tra i capelli per l'esasperazione: «Te l'ho detto cento volte, Amar. Se fosse per me, entrerei io ma, sfortunatamente, non sono capofazione come te. Ora, come ben sai, in quella stanza ci puoi andare solo tu, quindi...» e lascio a lui l'onore di concludere la frase.
Il ragazzo sospira profondamente, mentre spero stia prendendo in considerazione, finalmente, l'idea di entrare nella camera riservata ai capifazione.
«Vieni con me.» spunta con quest'affermazione d'un tratto.
Resto perplessa.
«No.» nega immediatamente Ron alle mie spalle.
«A te non t'ha interpellato nessuno.» dice Amar sporgendosi verso il mio amico.
Sospiriamo sia io che quest'ultimo; «Sei un Intrepido. Perché diamine non hai il coraggio di entrare?» continua Ron.
«Perché non può entrare Tess? Non desterebbe sospetti. Dopotutto, sono entrato con molte ragazze dicendo solo che avevamo bisogno di un posto appartato.» annuncia Amar con un'alzata di spalle.
«Grazie di queste illuminazioni sul tuo percorso sentimentale.» afferma Ron; «Ma, no. Al massimo, entro io.»
«E cosa posso dire? Che sono entrato con un ragazzo per un posto appartato?» domanda Amar.
Scoppio a ridere inevitabilmente. Ron porta le mani sui fianchi.
«No, non si può fare.» nega Amar ancora una volta.
«Ho detto, entriamo io e te. Dì quello che ti pare, ma Tess non viene.» continua Ron.
«È un'Intrepida anche lei, perché non potrebbe?» ribatte il mio istruttore guardandomi.
Alzo le sopracciglia. Deglutisco ma so che le sue parole sono vere. Ero un'Intrepida e, a catena, potevo, se non dovevo fare questa cosa con Amar.
«Va bene.» dico infine.
Contemporaneamente, Ron si dispera con un 'No' mentre Amar esulta con un 'Menomale'.
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The Divergent Series: By Tess - Insurgent
Fanfiction*** NOTA: Quest'opera è uno dei miei primi tentativi di scrittura. Di conseguenza ho fatto un sacco di errori (grammaticali e nella storia in se), che spero mi perdonerete anche perché ero più piccolina. Ho deciso, però, di lasciarla perché è la pri...