Capitolo 16

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Rimasi a guardare, per un attimo, la persona e decisi che avrei dovuto parlargli.
Scesi di corsa le scale, varcai il portone del giardino, lo raggiunsi e mi fermai a circa tre metri di distanza da lui finché notò la mia presenza e si voltò.
Era un ragazzo. Aveva gli occhi ed i capelli castani e aveva anche lui strane sfumature scure attorno agli occhi. Doveva avere due anni in più di me.
Rimasimo a guardarci per circa tre secondi quando iniziò ad avvicinarsi ed io indietreggiai: il cuore mi batteva a mille.
Il ragazzo notò la mia insicurezza e disse:
-Ehm... ciao...
-Ciao...
-Chi cazzo sei?
Si avvicinava lentamente...
-Io... Io sono Molly.
Rimase in silenzio per un attimo senza staccarmi gli occhi di dosso, e poi continuò:
-Io sono... Scott.
Ero confusa. Così gli domandai:
-Che ci fai qui?
-E tu invece?
Gli scappò un sorriso e poi continuò:
-Sono qui per il tuo stesso motivo.
Ero sempre più confusa, doveva averlo intuito:
-Ero orfano. Sono arrivato qua circa... ehm... undici anni fa. I miei genitori sono morti durante un incendio. E tu invece?
Rimase impassibile mentre gli raccontavo la mia storia... e io scoprii che la mia ipotesi era corretta aveva due anni in più di me.
Notai che al suo collo c'era la chiave che avevo perso:
-È tua quella chiave?
-Sì.
-Perché io...
-Sì lo so. Sono stato io a mettere in disordine la tua stanza. Poi mentre dormivi ho... ehm... ripreso la chiave...
-Ma quindi tu... ehm... mi seguivi?
-Sì...
Era diventato rosso e io con lui... si mise una mano sulla nuca strofinandola.
-Tipo come in cucina e nei sotteranei... Ero io...
-Ah ok...
-Ok...
Mi sorrise.

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