Capitolo 22

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Il giorno seguente io diedi appuntamento a Scott nell'atrio dell'orfanotrofio per iniziare le ricerche della stanza. Decisi di farmi una doccia prima di vedere Scott e, finita, indossai una felpa di color bordeaux, dei leggins scuri e un paio di scarpe dello stesso colore della felpa. Scesi le scale e, nel medesimo istante, arrivò anche lui con, adosso, una felpa grigio scuro che dava l'impressione di essere molto morbida.
-Ciao. Come va?
Alzai gli occhi di fretta per non fargli capire che stavo fissando la sua felpa e risposi:
-Ehi, ciao. Benino dai. Tu?
-Bene.
Rimasimo un attimo in un silenzio imbarazzato che sembrava eterno. Poi chiese:
-Mary viene con noi?
-Ehm... non saprei. Non penso.
-Ok. Senti io sto morendo di fame. Andiamo a mangiare qualcosa?
-Certo.
Ci incamminammo verso le cucine e iniziammo a frugare tra i cassetti e, finalmente, trovammo una cassa di succhi di frutta. Ne prendemmo due a testa e ci saremmo su un bancone al centro della stanza in silenzio.
Finiti i succhi gli chiesi un po'imbarazzata:
-Secondo te dove si può trovare la stanza?
-Ehm... non saprei... ma proviamo a ragionare...
Guardò il vuoto con aria pensierosa e poi continuò:
-Secondo me si trova nei sotterranei. Semplicemente perché, se si vuole nascondere qualcosa, lo si nasconde dove nessuno possa trovarlo... e se pensi nei sotterranei non viene nessuno da molto tempo...
-Può essere.
-Allora... andiamo?
-Andiamo.
Così uscimmo dalla zona delle cucine, attraversammo l'atrio e, dalla vetrata sopra il portone, filtrava una piacevole luce che illuminava la stanza.
Scott non si fermò neanche un secondo ad "assaporare" quella piacevole luce.
Tornai a camminare alle spalle di Scott come un cane che reputa che il suo padrone sia l'unica cosa importante nella sua vita. Ineffetti era proprio così che mi sentivo. Un cane.

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