Capitolo 17

55 6 1
                                    

Dopo poco, Scott entrò dentro l'edificio e io con lui.
Si stava dirigendo verso il lato sinistro della struttura e gli chiesi:
-Dove vai?
-In camera mia...
-Ok...
Si allontanò.
Io avrei voluto molto seguirlo e vedere dove andava, ero troppo curiosa. Alla fine gli chiesi:
-Posso, ehm... venire con te?
All'inizio fece una smorfia di negazione ma poi:
-Ehm... Ok...
Io lo seguivo a distanza mentre giravamo per i corridoi. Non penso che le volontarie conoscessero questa zona: il pavimento era sporco e i muri rovinati, non c'erano finestre, quindi dovevamo essere in una zona sotterranea.
Arrivammo davanti a una porta consumata che Scott aprì con forza... gli si vedevano i muscoli delle braccia guizzare da sotto una felpa grigia e nera.
La stanza era poco più piccola della mia, i muri erano rovinati e il pavimento era sporco solo negli angoli della stanza. C'era un armadio di legno chiaro consumato e un letto simile a quelli degli ospedali.
Scott si distese sul letto e accese una sigaretta: doveva averne una scorta.
Io rimasi in piedi a guardarlo: era molto, molto bello quando fumava... aspetta, ma che sto dicendo!
Io mi accovacciai sul pavimento accanto a lui, mi guardò per un paio di secondi finché poi mi soffiò il fumo in faccia. E iniziò a parlare tenendo la sigaretta tra l'indice ed il medio della mano destra:
-Comunque le volontarie non mi conoscevano neanche...
Rise e poi continuò:
-Sono rimasto qua da anni, e ogni notte rubavo cibo dalle cucine. Non si sono mai accorte di niente...
Notai che, appeso ad una parete, c'era un orologio che segnava le undici di notte:
-Ehm... ora vado...
-Ok...ciao.
Uscii dalla camera, ripercorsi le scale e i corridoi, andai in camera, mi misi il pigiama e mi addormentai, ma con un po' di difficoltà perché pensavo tutto il tempo a Scott: che starà facendo in questo momento?
Volevo saperne di più.

MollyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora