Capitolo 32

41 4 3
                                    

Il mio viso era completamente inumidito dalle lacrime e sentivo un dolore lancinante ovunque.
Io e Scott rimanemmo per un po'abbracciati finché la fitta di dolore passò.
Non mi accorsi di niente... solo quando mi staccai lentamente da Scott notai che, nel muro, si era aperto un varco.
Mi alzai rapidamente e vidi che il varco era collegato ad una scalinata buia e ripida e, senza indugi, scesi le scale prestando attenzione a non cadere.
Ero ancora debole dopo la fitta di dolore improvvisa così Scott dovette tenermi per un braccio affinché non scivolassi.
Scott poi si voltò verso di me e, quasi tossendo, mi disse:
-È pieno di polvere qui... non ti infastidisce?
Ormai ero abituata all'enorme quantità di polvere presente sotto il mio letto, sotto il tappeto e nell'armadio: non mi faceva né caldo né freddo.
-No...
La scalinata, fortunatamente, non era troppo lunga così non avremmo dovuto rimanere al buio per troppo tempo e, nel giro di poco, arrivammo in una sala.
Era, anche essa, buia ma, al centro della stanza, c'era un raggio di luce che filtrava da un piccolo foro. Il raggio illuminava una specie di piedistallo in pietra sul quale c'era un grosso libro.
Notai che le pareti e il pavimento erano completamente ricoperti di parole e segni strani simili ai geroglifici egiziani di cui avevo sentito parlare durate le ore di storia.
-Hai visto? Questa deve essere senz'altro la camera di cui aveva parlato Mary.
Scott si guardava intorno finché, in un angolo, trovò una fiaccola che, con il suo accendino, riuscì ad accedere velocemente.
Ci avvicinammo entrambi al grosso libro anch'esso pieno di parole incomprensibili finché trovammo una frase scritta in inglese, la traducemmo ed entrambi la recitammo a voce alta:
-La vita è delle persone. Le persone, prima o poi, perdono la vita. E dopo la morte la vita a chi appartiene?
Ci guardammo per un attimo in modo confuso poi decisi che era meglio sfogliare il libro per cercare altri indizi.
Iniziai a sfogliare le pagine finché non notai che, tra di esse, c'era una chiave molto simile a quella di Scott.
La presi e la rigirai tra le mani quando, nella mia mente, mi sembrò di vedere due occhi rossi e di sentire delle grida seguite da una voce che diceva "tu non sei la prescelta" seguita da un'altra immagine nel quale veniva mostrato un grosso portone di legno.
Da quello capii che c'era un'altra stanza... tutto stava ricominciando da capo.

MollyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora