Molly

Capitolo 27

Quella mattina non riuscivo ad alzarmi: ero esausta.
Pensavo solamente a chi fosse stato ad uccidere la mia famiglia, le uniche persone che mi hanno davvero amata. Non mi hanno mai vista crescere e io non mi ricordo come fossero fatti, sia d'aspetto, sia di carattere. Non so niente su di loro e, quando chiedevo a Maia di raccontarmi cosa sapesse sulla mia famiglia, cercava sempre di cambiare discorso oppure si giustificava dicendo di avere da fare.
Questi pensieri mi hanno indebolito moralmente, non avevo voglia di fare niente, niente.
Scott irruppe improvvisamente nella mia stanza facendomi sussultare e mi chiese:
-Buon giorno. Sognato qualcosa sta notte? Dai alzati!
Doveva essere nervoso.
Io non avevo voglia neanche di rispondergli da quanto ero esausta e depressa, ma lo feci ugualmente per educazione:
-Trentaquattro... stanza numero trentaquattro...
-Ok... trentaquattro. Dai alzati che iniziamo a cercare...
-Non ce la faccio oggi: sono stanca e... non mi sento molto bene...
-Ok. Tranquilla, non ti preoccupare. Riposati, ti porto qualcosa da mangiare.
Uscì salutando.
Era tornato il solito e tranquillo Scott, quello che amavo.
Passarono un paio di minuti quando della nebbia comparve al centro della stanza... Mary.
Mi guardò per un attimo e disse:
-Molly... io riesco a captare i tuoi pensieri... so tutto sulla tua famiglia...
Mi alzai sedendomi sul letto ma rimanendo contemporaneamente sotto le coperte.
-Davvero?
-Il destino ti ha affidata a me... io so tutto quello che vuoi sapere...
-Dimmelo, dimmi cos'è successo esattamente quella sera e chi erano i miei genitori! Ti prego...
Si accomodò sul letto accanto a me...
Quello che mi raccontò fu raccapricciante... mi pentii di avergli chiesto di raccontarmi tutto, ma, in fondo come figlia, era mio diritto sapere...