Capitolo 18

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I giorni passavano velocemente in compagnia di Scott. Parlavamo e rimanevano assieme tutto il giorno conoscendoci sempre di più. Esplorevamo l'orfanotrofio per passare il tempo e, nei pomeriggi, rimanevano per ore seduti sui rami della quercia del cortile parlando del più e del meno.
La sera ci salutavamo e poi ognuno andava nella propria stanza e così ogni giorno per circa una settimana.
Ci conoscevamo bene e io scoprii che... beh... ecco... Mi piaceva.
È stato difficile ammetterlo...
Comunque lui non era un ragazzo di quelli tranquilli anche se, a prima vista, sarebbe sembrato così, lui era un po' più "scalmanato". Ma a me piaceva così e nessuno lo avrebbe potuto cambiare.
Una sera non riuscivo a dormire. Pensavo a lui, ai suoi capelli scuri nei quali mi sarebbe piaciuto affondare le mani, ai suoi occhi che non avrei potuto non osservare per ore, alle sue labbra che avrei baciato in ogni istante e a quanto mi sarebbe piaciuto stare assieme a lui per il resto della mia vita...
Forse è questo il senso della vita?... amare ed essere amati?...
Non ho mai provato questi sentimenti e so che nessun altro tranne lui potrà farmi sentire così libera, libera di correre nei campi sconfinati a braccia aperte urlando tutto quello che vuoi finché ti viene male al cuore e sei costretto a distenderti a pancia in su a guardare il cielo.
È ufficiale: lo amo...
Pensavo a tutta questa nostra routine distesa nel mio letto guardando il soffitto, finché mi addormentai nella speranza che la nostra "amicizia" si potesse trasformare in qualcosa di più...

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