Chapter 12: Dance and Hope

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I giorni passarono veloci e, dopo la guarigione e il chiarimento con Madison, la mamma decise di iscriverci alla scuola di danza più prestigiosa di Sidney. Arrivai nell'edificio con Madison. Quel giorno avremmo avuto l'audizione per entrare nel corpo di ballo ufficiale della scuola.
C'erano molte ragazze, la maggior parte piangeva per via della sconfitta che avevano subito. Io e Madi avevamo deciso di duettare su un pezzo dei 5 Seconds of Summer: Wherever you are. Era la mia canzone preferita, quella che mi aveva colpito più di tutte. Ci scaldammo nella sala accanto a quella delle audizioni. Facevo danza da quando avevo due anni. Avevo iniziato con un tipo di allenamento chiamato "gioco danza" in cui imparavi le parti del corpo, gli animali, i colori e cazzate varie. Ero molto elastica, riuscivo a fare tutte e tre le spaccate, il ponte partendo dall'alto, la rovesciata avanti e indietro, la ruota, la verticale e tante altre figure da ginnastica artistica.
«Ariel e Madison Black?» chiese l'esaminatrice con un sorriso.
«Eccoci!» disse Madison. Lei aveva iniziato danza a sei anni. Io avevo quattordici anni di esperienza e lei sei, non era al mio livello ma era molto brava per la sua età.
Intendiamoci, non è per modestia, ma ballo da quando sono nata e ormai lo so fare molto bene. Facevo parte della Royal a Londra, paragonabile alla Scala di Milano.
Entrammo della sala azzurra piena di specchi. Al muro c'erano le sbarre da danza classica. Gli esaminatori erano davanti a noi, con le spalle allo specchio.
«Allora, ragazze, chi di voi è Ariel e chi di voi è Madison?» chiese un uomo sulla cinquantina abbondante.
«Io sono Ariel.» sorrisi timida.
«Io Madison.» sorrise mia sorella.
«Piacere ragazze, io sono Liz. Loro sono Ben e Josefine. State tranquille e andrà tutto nel verso giusto. Bene, prima io direi di iniziare con un po di teoria, poi qualche cosa pratica e poi potete fare il vostro duetto. Okay?» chiese l'esaminatrice che ci aveva chiamate in precedenza. Aveva i capelli biondi e legati in uno chignon. Gli occhi erano di un azzurro bellissimo e aveva un sorriso contagioso. La corporatura era perfetta, da vera ballerina. Mi assomigliava a qualcuno, forse per la fisionomia del viso. Iniziarono a chiederci i passi fondamentali, le posizioni e la spiegazione di alcuni passi. Poi si passò alla parte pratica, in cui bisognava mettere in atto ciò che avevamo esposto. Infine arrivò il momento del duetto. Luke iniziò a cantare la canzone dallo stereo e io iniziai a muovere i primi passi. Il balletto era strutturato in tre parti: la prima parte avrei fatto un assolo, i ritornelli li avremmo fatti assieme e l'ultima parte spettava a Madi. In questo modo ognuno aveva il suo momento. Uscimmo alle sei di sera e ci dirigemmo verso casa. Avevamo legato di più e ne ero molto contenta. Ero agitata per il risultato che ci avrebbero comunicato la mattina dopo. La sera passò tranquilla. Non avevo sentito i ragazzi per tutto il giorno, se non per degli "in bocca al lupo" che mi avevano mandato tramite messaggio. La mattina dopo mi svegliai mezza zoppa. Non capivo da cosa provenisse il dolore.
"Imbranata, hai preso una storta ieri!"
È vero, però ho recuperato alla grande!
"Uhm, si dai!"
Iniziai la mia routine mattutina e mi truccai con un eye-liner fucsia, abbinato al rossetto. Mi misi una camicetta rossa e nera, di quelle fatte apposta per essere annodate. Indossai i miei pantaloncini neri e le mie vans porpora. Mi lasciai sciolti i capelli e indossai il mio New Era nero con la scritta "Miami" bianca. La visiera era a strisce bianche e nere. Pronta, come al solito, presi il mio zaino e mi avviai verso suola. Accesi una sigaretta davanti al cancello della scuola dato che ero in anticipo e dovevo aspettare i miei amici. Arrivò Mali con la sua solita allegria e attese con me l'arrivo dei ragazzi. Dopo aver chiacchierato del più e del meno, vedemmo arrivare i boys. I miei occhi si puntarono su Luke. Maglietta a maniche corte bianca con scritte nere attillata al suo petto perfetto, shorts da basket neri dell'Adidas e vans nere. Era semplicemente perfetto. Distolsi lo sguardo da lui e guardai Mali Koa. Stava fissando Ashton e la cosa sorprendente era che anche lui la stava guardando sorridendo. Era vestito con un pantaloncino anch'esso da basket però rosso. Aveva una maglia bianca con scritto "Make it real" in nero e portava le Air Force ai piedi. Era molto semplice anche lui ma a Mali faceva comunque effetto.
«Ehi ragazze!» salutò Caum baciando la fronte alla sorella e abbracciandomi. Gli altri ci abbracciarono e noi ricambiammo il saluto.
«Allora Ari com'è andata l'audizione?» chiese il pony.
«Oh Michey, credimi che non lo so e sto morendo dall'ansia. Ho molta paura!» dissi io.
«Andrà bene vedrai!» disse il biondo.
«Grazie Luke» dissi io sorridendo.
Entrammo in classe. Non seguivo la lezione dall'inizio dell'ora ma, quando mancavano pochi minuti alla fine della lezione mia madre mi mandò una foto di una scheda con tutti i nomi delle ballerine che avevano passato la selezione.
Black..
Black.. Ma dove cazzo è?
Black Ariel: ammessa con il 100%.
Black Madison: ammessa con il 100%.
Ce l'avevamo fatta. Potevo ricominciare a vivere, a fare ciò che mi piaceva. Avrei iniziato l'anno seguente perché avevano già iniziato il saggio di fine anno. C'ero riuscita, avevo combattuto e ce l'avevo fatta. Iniziai a urlare e abbracciai la prof che rimase sconvolta. Mi mandò via dall'aula e attesi la fine dell'ora ballando la danza della vittoria per i corridoi. Chiamai a scuola di Madison e la avvertii che eravamo entrate nell'accademia. Iniziò ad urlare anche lei ma riattaccai subito il telefono per paura di essere scoperta. Avrei iniziato a settembre, dopo il tour estivo dei ragazzi. Devo dire ai ragazzi del mio traguardo! Mancavano cinque minuti alla fine della lezione. Poi sarei corsa da Luke e gli altri.
Driiiin.
Via! Feci uno scatto felino e iniziai a correre per il corridoio. Arrivai davanti la classe di Luke e li chiami tutti e quattro.
«Devo dirvi una cosa.» iniziai cercando di stabilire il battito cardiaco.
«Basta che non ci muori qui cara!» disse Michael.
«Ragazzi. Io e Madison.. Siamo entrate nella scuola!!!» urlai.
I ragazzi si guardarono e esultarono felicissimi per me. Cos'avevo fatto per meritarli?
«Te l'avevo detto!» mi disse Luke felice.
Li abbracciai e ci demmo appuntamento per il pomeriggio dato che non si doveva rimanere a scuola per pranzo.
Le ore successive le passai con la testa per aria, disegnando scarpette, note musicali, cuori e robe simili. Mancavano due giorni alla fine della scuola e avevo recuperato tutte le materie. I professori erano stati abbastanza clementi e ci avevano dato pochi compiti che io già avevo iniziato per non passarci troppo tempo durante l'estate. Finirono le lezioni e io mi diressi verso casa. Mentre stavo per strada vidi in un angolino un cagnolino davvero molto piccolo, tutto nero con gli occhioni azzurri. Era un batuffolo di pelo. Non aveva il collare e non era in ottime condizioni. Non ci pensai due volte e lo presi in braccio, pulendolo dalla polvere. Alla mamma sono sempre piaciuti gli animali, infatti, dopo essere stata un po titubante, accettò e lo tenemmo.
«Che nome gli diamo?» chiesi io.
«Hope!» disse mia sorella.
Presi in braccio il cane come aveva fatto la scimmia con Simba nel Re Leone.
«Benvenuta Hope!» ridemmo entrambe.



Bauuuuu! Buona sera! Scusate il ritardo per l'aggiornamento ma oggi sono stata fuori e non avevo connessione.. Allora, capitolo di passaggio in cui scopriamo qualcosina in più su Ariel. A domani chicas❤️

A personal infinity|| Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora