Chapter 16: Come with us

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«Innanzitutto. Mi avete visto ballare, vero?» dissi incendiando con lo sguardo quella stupida di Becky. Sapeva che io davanti a loro non avrei mai ballato e mi aveva colto di sorpresa proprio quando non me lo sarei immaginato.
«Ma lo sai che io ti amo!» mi saltò addosso facendomi cadere a terra. Si levò una risata di gruppo.
"Figura di merda!"
Non è colpa mia sta volta!
«Ok, spiegatemi cosa avete in mente. Mi spaventate.» dissi guardando Ashton.
«Oh, semplice. Sai bene che ci sarà il tour estivo vero? Bene, ci volevamo rinnovare e abbiamo scelto di aggiungere delle ballerine mentre noi cantiamo. E tu sarai la coreografa ufficiale e ballerina, ovviamente!» disse Ash con disinvoltura.
«Ehi, mr. ovvietà, io non sono ancora maggiorenne e devo chiedere a mia madre. Non sarà facile.» spostai lo sguardo sugli altri ragazzi. Non mi filai Luke, mi aveva fatto malissimo.
«Oh beh non preoccuparti! Chiederemo noi a tua madre e, se servirà faremo parlare anche James!» disse l'unicorno parlante.
«James?» chiesi.
«Il nostro manager!» rispose ovvio un kiwi di nome Cal.
Passammo il pomeriggio a parlare e a giocare con Hope che era cresciuta abbastanza. Era sempre un batuffolino di pelo e, a seconda di ciò che ci aveva detto il veterinario, non sarebbe cresciuta più di così. Scoprii che tra le ballerine ci sarebbero stare anche Mali e Becky. Ero felice per loro, che avevano avuto il contratto così facilmente. Io dovevo tener testa a mia madre. Alle sette di sera lei, Madi e Lucy tornarono a casa. Madison era cambiata, non era più fissata con Luke e non si emozionava più nel vederli a casa nostra. I ragazzi parlarono con mia madre e, dopo aver fatto intervenire anche James, mamma acconsentì.
Non potevo crederci. Avevo un mese di tempo per inventare ogni coreografia. Non avremmo fatto tutte le canzoni dello show. Una decina di balletti, però, erano sicuri. Decisi che li avrei fatti molto semplici, servivano solo da contorno per lo spettacolo. Ogni pomeriggio io e le ragazze ci riunivamo nella mia sala di danza e provavamo. Il tempo iniziò a volare. Mancava una settimana e poi saremmo partiti per il tour mondiale. Quella mattina mi alzai energica, nonostante le nottate prima non avevo dormito per pensare a Luke che non mi parlava più. Saremmo dovuti rimanere amici ma non fu così. Mi feci una doccia con tutta calma e poi mi asciugai e mi vestii. Mi misi una gonnellina nera, un top rosa con disegnate delle scarpette e mi misi le mie vans rosa. Avevamo discusso con mia madre e l'avevo convinta a farmi fare un tatuaggio. Presi il guinzaglio di Hope e uscii con lei. Dopo una serie di appuntamenti con il tatuatore, mi recai nel suo locale per farmi fare un altro tatuaggio. A mia madre non dispiaceva che ne avessi già qualcuno. Erano abbastanza coperti. Quella giornata mi sarei fatta tatuare un piccolo Peter Pan e una scritta davvero molto importante: Wherever you are.
Avrei dedicato quel tatuaggio a Nicholas. Mi mancava tantissimo. Wherever you are era anche la canzone di Luke. Come se fossi stata destinata a incontrarli entrambi e ad amarli. Avevo già altri tatuaggi: un paio di scarpette sul polpaccio destro, una chiave di violino sul collo, delle rondini sul fianco destro che partivano dall'inguine con scritto "Young, Wild and Free" e una croce al lato dell'indice sinistro. Avevo anche un piercing sull'ombelico. Amavo i corpi tatuati, come se ci fossero impronte indelebili di momenti passati. Uscii dal locale con Hope in braccio. Avevo un involucro nella parte bassa della schiena, dove avevo appena fatto il tatuaggio. Decisi di fare una passeggiata per Sidney, per godermi gli ultimi giorni in quel posto. Ad un certo punto vidi una sagoma bionda venirmi incontro. Il mio angelo. Il mio demone. Il sogno di una vita e l'incubo di ogni notte. Era lui. Luke. Mi voltai e me ne andai. Sentivo dei passi dietro e poi qualcuno prendermi per il braccio. Mi girai ed andai a sbattere con il biondo. Lo guardai con un misto di disprezzo e tristezza.
«Lasciami andare. Ho da fare.» dissi cercando di togliere il braccio dalla sua presa.
«Aspetta. Dobbiamo parlare Ari.» strinse la presa sul mio braccio.
«E di cosa? Io non ho niente da dire.» dissi con un po di fierezza.
«Io si. Ti prego, seguimi e parliamo civilmente.» mi prese per mano e mi accompagnò in un parchetto solitario. Mi sentivo osservata, come se non fossimo gli unici li. Lasciai perdere i miei problemi e prestai attenzione a un Luke diverso, con le occhiaie, il viso distrutto e visibilmente stanco.
«Ari, che cazzo ci sta succedendo? Perché ci stiamo comportando così?» chiese esasperato.
«Sei tu che mi hai rifiutato Luke. Mi hai baciata sapendo quello che provavo per te. Ma non ti biasimo. Neanche io mi impegnerei con me. Percui non ci sono problemi. Ora devo andare. A stasera.» lo lasciai solo li. La sera ci sarebbe stata una festa in una discoteca del posto e ci eravamo organizzati per andare tutti assieme. Arrivai a casa, Becky ancora dormiva. Lei e la pigrizia erano sorelle si sangue. La svegliai delicatamente, ricordando l'infarto che le stava prendendo quando le ero saltata sopra il letto tempo prima.
«Fammi subito vedere!!» mi tirò su la maglia e «È bellissimo, Ari!» disse con gli occhi lucidi. La perdita di Nicholas aveva scosso molto anche lei, era il suo migliore amico.
«Mi manca tanto.» dissi trattenendo le lacrime che minacciavano di uscire.
«Lui sarebbe orgoglioso di te nel vedere con quanta forza stai riuscendo ad andare avanti. Ci sono persone che vanno completamente in depressione per queste cose senza riprendersi e andando avanti con psicofarmaci. Quindi per quanto possa essere difficile tu lo stai affrontando nel migliore dei modi. Lui sarebbe orgoglioso di te. Chiunque lo sarebbe.» mi abbracciò. Un abbraccio vero, disperato. Di consolazione.
Becky si andò a fare una doccia e io la aspettai in salone ascoltando " All I ever wanted" che trasmettevano su MTV Music. Mi raggiunse e restammo li fino al pomeriggio, interrompendoci solo per pranzare.
«Bene. Sono le tre. Sai che vuol dire?» sorrise la mora. Negai con la testa e lei «Si va a fare shopping!» disse felice. Ci cambiammo e andammo a girare per i negozi del centro commerciale. Hope era andata via con Madison, a casa di Benny. Entrammo in uno splendido negozio, intente a cercare qualcosa per la serata in discoteca. Secondo Becky avrei dovuto far morire Luke d'invidia, fargli capire che cosa si sarebbe perso rinunciando a me. La assecondai e ci mettemmo alla ricerca del vestito perfetto. Ad un certo punto un vestito richiamò la mia attenzione e mi diressi di corsa da esso. Era un abito attillato che arrivava appena sotto il sedere. Era azzurro, come gli occhi di Luke. Luke. Luke. Luke. Ok, smettila Ariel.
Me lo provai e, quando uscii dal camerino Becky rimase stupita.
«Ti sei vista?» chiese seria.
«Ti prego, se faccio schifo dimmelo senza prendermi per il culo!» la pregai.
«Ma scherzi? Ti sta da favola, voglio anch'io un corpo stupendo come il tuo!» disse sognante.
«Tu sei bellissima, stupida! Hai un corpo mozzafiato!» le sorrisi. Becky era perfetta. Non le piaceva la sua statura e il suo corpo. Per me era bellissima, magra e non troppo alta. Semplicemente stupenda. Decisi di prenderlo e accompagnai Becky a cercare il suo. Scelse anche lei un vestito molto corto. Forse un po più lungo del mio ma anche quello lasciava poco all'immaginazione. Aveva le spalline sottilissime, nere come il corpetto. All'altezza dell'ombelico partiva una gonnellina argentata molto chiara che arrivava a metà coscia. Bellissima. Continuammo a girare per il negozio, cercando le scarpe adatte. Lei prese un tacco 13 molto carino, nero laccato. Semplice ma d'effetto. Io presi un tacco 15 blu notte. Sarei stata alta quanto Luke. E basta con sto Luke, Ariel!
Pagammo il tutto e uscimmo. Con Becky il tempo passava sempre velocemente infatti, quando uscimmo si erano già fatte le sei e mezza. Arrivammo a casa e iniziammo a prepararci. Una doccia con calma per entrambe. La mia fu una doccia piena di pensieri. Tutti su Luke. Non lo avevo fatto nemmeno parlare oggi. Però lui mi aveva ferita a morte. Quindi non sono io la stronza giusto? Giusto!
Uscii dalla doccia e trovai Becky con ancora addosso solo l'intimo. Io e lei eravamo depilate perenni. Non facevamo crescere peli che già li radevamo a zero. Era una fissa di noi ballerine. Mi misi anche io l'intimo bianco e iniziammo a farci i capelli a vicenda. Questa volta non li piastrai ma feci dei bellissimi boccoli con l'arriccia capelli. Becky li aveva fatti simili ai miei. Misi il mio eye liner nero, per fare un po di contrasto con l'azzurro del mio vestito. Misi anche un rossetto rosso acceso e mi infilai il vestito e le scarpe. Becky era favolosa. Il vestito la fasciava benissimo e le scarpe le slanciavano le gambe secche e toniche. Agli occhi mise un ombretto bianco perla e anche lei mise il mio stesso rossetto. Alle nove fummo pronte. Mia madre ci scattò una foto e poi ci lasciò andare felice. Madison mi abbracciò e mi sussurrò "sei bellissima" nell'orecchio. Era cambiata ed ero felice.
«Pronta?» chiese Becky.
«Pronta!» le presi la mano ed entrammo nel locale.


Brazillllll! Ok basta. Allora, volevate le novità? E beccatevi ste novità! Ariel, Becky e Mali partiranno con i ragazzi per il tour mondiale! Figo no? Sto descrivendo un mio sogno e, niente, mi sembrava carino metterlo. Fatemi sapere che ne pensate! Ora vado a sprofondare sul divano. A domani pupe❤️

A personal infinity|| Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora