Chapter 19: Do you promise?

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Arrivò il giorno del funerale. Avremmo seppellito la mia famiglia a Sidney. Non le avrei riportate a Londra per nessun motivo. Entrai in chiesa e vidi tutti i miei parenti inglesi, i miei amici, la band e i miei insegnanti. Stavo malissimo. In prima fila c'era mio padre, se così posso ancora chiamarlo. Piangeva disperato. Bravo attore. Al centro della chiesa, davanti all'altare, c'erano le tre bare. La più grande conteneva la mia mamma, vestita con un tailleur elegante e molto bello. Immagazzinai ogni minimo particolare, per non dimenticarla mai. So che non l'avrei mai fatto ma ci provai lo stesso. Nella seconda bara c'era Madison. Era così bella. Anche lei elegantissima. Nella terza bara, la più piccola, c'era Lucy. La mia piccolina. Aveva un vestitino bianco bellissimo. Perché Dio è stato così crudele? Perché non le ha salvate? Iniziò la messa e, per concludere feci il mio discorso di addio.
«Ho sempre visto la vita come un dono, come qualcosa di bellissimo. E la mia vita la devo alla donna che sta dentro quella bara, la mia mamma. È vero, non andavamo molto d'accordo come le mamme e le figlie dei film, ma era comunque sia mia mamma e la amavo e amo tantissimo. Lucy era la mia piccola sorellina. Quella che avrei voluto veder crescere con me. Che mi faceva cambiare umore soltanto sorridendo. E poi c'è Madison. Grazie a lei ho conosciuto dei ragazzi fantastici, i suoi idoli. Eravamo diventate più unite dopo un incidente accaduto mesi fa. Erano la mia famiglia, tutto quello che avevo. E Dio me le ha strappate di mano. Vorrei poter cambiare le cose. Farle rivivere. Ma non accadrà. Mamma, Madi, Lucy, se mi state sentendo, non dimenticatevi mai che siete state tutto per me. Non me la posso immaginare una vita senza voi.» piangevo ininterrottamente. Si levò una folla di applausi da parte di tutte le persone che erano alla cerimonia. Raggiunsi Luke che mi abbracciò strettissimo. Vennero a salutarmi tutti i ragazzi, i professori, i miei parenti. Poi arrivò mio padre.
«Come stai Ariel? Sei cresciuta molto.» disse freddo.
«Sto male, Claudio. Sto malissimo. E la tua presenza non aiuta. Perciò me ne vado.» mi voltai.
«Sarai sempre mia figlia, non puoi dimenticarlo. E sta a me, ora, badare a te.» disse.
«Oh no. Non puoi venirmi a fare ora questo discorsetto. Potevi pensarci prima. Ora io ho la mia vita. Ho una tournée. Ho la mia accademia. E sono grande per badare a me stessa. E ora vattene dalla tua nuova famiglia. Per me non sei più nessuno.» mi voltai per andarmene.
«Io e la mia famiglia ci trasferiamo qui a Sidney. Non potrai scappare in eterno.» sorrise soddisfatto.
«Potrai starmi anche appiccicato al culo. Ma non sarai più mio padre. E ora finiamo questo discorso per rispetto di mia madre, di Madison e di Lucy.» scappai. I carri funebri arrivarono al cimitero e seppellirono la mia famiglia tutta nello stesso posto.
«No. No non fatelo vi prego. Tiratele fuori! Perfavore non lasciatemi!» mi misi a scavare nel punto in cui avevano messo mia madre e le mie sorelline. Ashton mi prese per la vita e mi sollevò. I ragazzi mi accerchiarono e mi abbracciarono fortissimo. In macchina non spiccicai parola. E così anche i giorni seguenti.
Ariel ma che cazzo ti prende? Basta. Devi reagire non puoi buttarti giù così. Domani inizia la tournée, tirati su. Tornati a casa mia preparai le valige. Era così vuota quella casa. C'era solo Hope. Io e Becky entrammo e l'odore di mia mamma mi penetrò le narici. Era così forte anche dopo giorni che non ci era più entrata. Andai al piano di sopra. Entrai in camera sua e strinsi il suo cuscino. Mi mancava. Davvero tanto. Iniziai a piangere tantissimo. Non sarebbe passato questo dolore. Ne ora ne mai.
«Tesoro vado a prendere le ultime cose occorrenti per il viaggio. Puoi badare a te stessa finché non arriva Luke? Dieci minuti ed è qui.» disse la mia migliore amica affacciata dalla porta.
«Si vai.» dissi senza emozioni. Con la loro morte ero morta anche io. Becky uscì di casa e io rimasi sola. Andai in bagno per vedere il mostro che ero diventata. Ero ancora più secca, occhiaie profonde, trucco scolato, naso gocciolante. Non ero io. Aprii lo sportellino della credenza e trovai una lametta. No, non dovevo. Però a pensarci bene.. No. Cazzo. Ariel pensa a Madison. Anche lei lo ha fatto. Madison.. Lucy.. Mamma. Ok, lo faccio. Posizionai la lametta sul braccio e premetti un po, quando la porta si spalancò e un Luke preoccupato irruppe in bagno.
«Ariel. Posa quella lametta. Subito.» mi fissò negli occhi.
«Non posso. Non ha più senso la mia vita. Non valgo niente lasciami morire.» urlai isterica.
«Ne ora ne mai.» prese la lametta tra le dita tagliandosi. Storse le labbra per il dolore ma non fece altra mossa. Ripresi coscienza di ciò che stavo per fare e mi misi a piangere come una dannata.
«Andiamo bimba, vieni. È tutto passato.» mi prese Luke. Gli medicai il dito e lui mi baciò disperatamente. Era un bacio sentito, atteso, voluto. Era vero. Come a dire "io ci sarò."
Finita di preparare la valigia ci stendemmo sul divano per vedere un film. Per alleggerire gli animi, Luke scelse un comico. I ragazzi avevano deciso di dormire da me per poi partire alle cinque e mezzo della mattina seguente tutti assieme. Riuscii a risollevarmi un po. Non stavo meglio, ero rassegnata, è diverso. I ragazzi urlavano e ridevano come dementi, commentando ogni quarto di minuto ogni singola scena. Pazzi. Ognuno scelse dove dormire. Le camere di mia madre e delle mie sorelle le avevo chiuse a chiave. Doveva rimanere tutto uguale. Becky e Calum andarono nella stanza della prima. Sentivo che ci stavano nascondendo qualcosa. Michael ed Ashton dormirono in salone e io e Luke andammo in camera mia. Avevo bisogno di sentirlo con me. Ci stendemmo sul letto e lui iniziò ad accarezzarmi i capelli. Rimanemmo in silenzio per un po. Sapeva che non volevo parlare nè, tanto meno, fare altre cose.
«Luke, non riesco a dormire.» mi girai su un fianco per guardarlo meglio. Eravamo a due centimetri, faccia a faccia. Lui mi baciò dolcemente. Amavo quando faceva così. Beh, forse, potrei fare uno strappo alla regola sta sera.
«Hai qualche idea per farmi addormentare?» chiesi civettuola.
«Beh un'idea ce l'avrei, ma domani ci dobbiamo svegliare prestissimo e non possiamo far nulla.» disse con voce roca.
«Oh, peccato.» dissi girandomi sull'altro fianco mostrando il lato B. Attesi una qualche sua reazione.
«Senti, è già difficile dirti di no guardandoti negli occhi. Se mi fai anche così impazzisco. Quindi, stai attenta o potrei non rispondere di me.» disse iniziando a farmi un succhiotto sul collo.
«E chi ha detto che a me non vada bene?» ansimai.
«Oh Cristo, Ariel, non farlo mai più. Dobbiamo dormire. Altrimenti domani non abbiamo forze. Avremo tempo per divertirci.» disse lui con la sua voce rocamente sexy.
«Uhm, okay, se proprio devo.» continuai a dagli le spalle ma appiattii il mio fondoschiena ai suoi boxer. Trattenne il fiato per un po. Lo avevo in pugno. Mi mossi un paio di volte poi finsi di dormire.
«Sei una stronza. So che non stai dormendo. E so che sai che sto impazzendo. Credimi ci sto mettendo tutto me stesso per dirti di no. Avremo tempo per fare tutto con calma. Te lo giuro.» nel frattempo si era spostato e mi morse il sedere appena finita la frase. Risi come una scolaretta delle medie. Lui mi abbracciò da dietro e mi baciò il collo. Mi girai. Di nuovo faccia a faccia. Ci baciammo intensamente e dolcemente. Uno tsunami dentro. Ecco cos'avevo. Lo amavo alla follia.
«Promettimi che non ti stancherai di me.» lo guardai negli occhi che riflettevano la luce lunare.
«Non potrei mai stancarmi di te. Il per sempre non esiste, lo so, ma facciamo in modo che duri il più a lungo possibile. Okay?» mi baciò il naso.
«Okay.» feci lo stesso. Controllai la sveglia sul comodino. 1.40 di notte. Risveglio alle 5.
«Okay, biondino, è meglio dormire. Abbiamo la sveglia tra tre ore e venti minuti.» dissi io aggiustandomi addosso a lui.
«Okay, notte bimba.» mi baciò la testa.
«Notte bimbo.» sprofondai nel sonno.




Okay, da adesso in poi sarà tutto più tranquillo. Allora, il padre di Ariel è a Sidney. Che infame! Allora, spero tanto che la storia cresca di visualizzazioni, like e commenti. Comunque sia vi mando un bacio❤️

A personal infinity|| Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora