Chapter 14: You're a fucking ten

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Uscimmo di casa e sentimmo gli sguardi dei ragazzi bruciarci addosso. Era un po imbarazzante. Vidi Luke visibilmente accaldato e pensai fosse per via delle temperature elevate. Calum era rimasto a bocca aperta fissando Becky.
«Ragazzi, questa è la mia migliore amica Becky. Becky loro sono..» non mi lasciò finire che «O mio dio i 5 Seconds Of Summer!! Io vi amooo!» saltò addosso ai ragazzi che iniziarono a ridere. Resasi conto della figuraccia che aveva appena fatto, si staccò e si ricompose.
«Volevo dire, sono Becky, piacere di conoscervi!» sorrise allegramente.
Mali mi venne ad abbracciare e fece subito amicizia con Becky. Mali era molto carina, i suoi capelli corvini ricadevano in onde precise sulle spalle. Indossava un vestitino a tubino color blu notte. Ai piedi aveva scarpe col tacco anch'esso quindici, bianco laccato. Era semplicemente stupenda. Nonostante fossero le sette di sera, il cielo era ancora azzurro, dato che d'estate le giornate si allungano. È questo che amo di questa stagione, il fatto che la notte arriva tardi e la si usa per divertirsi. L'estate è la cosa più bella al mondo. Dopo Luke ovviamente. No aspetta cosa? Luke? No, no, no. Ok si. Vabe basta a fare la psicopatica.
Becky, fissata per le foto, prese me e Mali Koa per un braccio e ci portò davanti ad un muro bianco vicino casa mia per farci fare un mini servizio fotografico. Tutti facemmo foto con tutti, a coppia, a tre, in gruppo, singole, maschi con femmine. Vedemmo le foto ed erano davvero stupende. La mia preferita era quella fatta con l'autoscatto che ritraeva tutti quanti sorridenti e felici. Era bellissima anche quella con me, Becky e Mali o quella con me e Luke soli ma le avrei stampate comunque tutte quante e appese in camera mia come primi ricordi di Sidney. I ragazzi avevano preso il loro furgoncino così che tutti saremmo potuti salire sullo stesso mezzo. Arrivammo al ristorante più lussuoso di Sidney. I ragazzi erano vestiti davvero bene. L'eleganza non era il loro forte ma questa volta avevano dato il meglio. Per sentirsi a loro agio si misero tutti quanti degli skinny jeans. Luke li aveva neri e portava una camicia bianca che faceva risaltare il suo fisico perfetto. Ai piedi aveva delle vans bianche, intonate con la camicia. Calum aveva i jeans blu notte, un golfino leggero bianco che faceva risaltare la sua carnagione e le sue Nike nere. Ashton aveva i jeans grigio scuro e una camicia nera a maniche corte. Ai piedi portava le sue amatissime Air force di cui non faceva mai a meno. Michael aveva i jeans neri come Luke solo che erano strappati e portava una T-shirt grigia a tinta unita con un piccolo taschino sul pettorale sinistro. Ai piedi portava un paio di blazer grigie come la maglietta. Erano bellissimi ma i miei occhi si puntarono sul ragazzo angelo. Era semplicemente perfetto. Cenammo con calma, con pietanze a base di pesce. Avevo mangiato a sufficienza ma non troppo, per evitare di scoppiare. Amavo il pesce ma non potevo di rischiare di esplodere dentro il vestitino di Becky.
Partimmo dopo cena e ci avviammo verso la palestra della scuola, allestita per diventare una vera e propria discoteca. C'era gente che si strusciava, chi, alle nove, era già ubriaco, chi ballava e chi scherzava. Era l'ultimo anno per i ragazzi del quinto e, di loro, non ne mancava uno. Avevano tutti l'aria da stronzi, ma non ci feci caso. Mi concentrai sul divertirmi. Quella sera mi sarei ubriacata e nessuno sarebbe riuscito a fermarmi. Volevo superare i dolori per una sera, non pensare a tutti i problemi. Avvistammo un tavolo libero e Michael ci si fiondò per occuparlo. Rimanemmo li, a parlare del più e del meno per un po. Ad un certo punto mi ricordai il mio intento e, chiedendo chi volesse un drink, mi andai a far fare un cocktail dal barista. Ne presi solo uno per me perché gli altri non volevano nulla. Buttai giù uno shot pesantissimo che, però, con l'andare avanti della serata non aveva fatto effetto per niente. Ad un certo punto misero un lento per far avere un momento dolce alle coppie della scuola. Tutti i miei amici andarono a ballare: Ashton con Mali, Calum con Becky, Michael con Marian, una ragazza che conosceva da tantissimo e che aveva fatto breccia nel suo cuore fin da subito. Di Luke non ce ne era più traccia. Vedevo queste coppie così felici e mi salí un senso di tristezza. Anche io avevo avuto momenti del genere, così dolci e intimi. Poi una brutta malattia ha rovinato la vita del mio ragazzo che poi è stato seppellito a Seattle. Avevo tutti questi pensieri per la testa. Nicholas, Nicholas, Nicholas. Quanto mi mancava. Quanta vita avevo passato ad aspettarlo e quanta ne avrei ancora passata aspettandolo. Avevo le lacrime agli occhi e, cercandomi inutilmente di trattenermi, corsi fuori dalla palestra. Iniziai a piangere come una fontana, seduta su un muretto fuori dalla scuola. Tra i singhiozzi si senti il rumore di passi di qualcuno che mi stava venendo incontro. Alzai lo sguardo e trovai Luke correre disperato verso di me.
«Ari, che è successo?» chiese prendendomi il viso tra le sue mani. Non riuscivo a parlare. Avevo il cuore frantumato. Avevo avuto troppe notizie in una sola giornata. Nicholas a Seattle, i suoi genitori che se ne stavano andando da Londra per raggiungere il figlio, la partenza di Becky a fine estate. Non ce la facevo, non riuscivo ad andare avanti.
«Ari, guardami ti prego. Parlami. Cos'hai? Dimmi, ti scongiuro.» disse Luke preoccupato.
«Sto crollando Luke. Non ho più forze. Ho un vuoto nel cuore e non ho più niente per cui valga la pena combattere. Sono qui da mesi e non ho avuto nessuno con cui condividere i miei problemi. Nessuno per cui valessi la pena. Sono un fottutissimo errore, Luke. Mi chiedo che cazzo vivo a fare. Ed è brutto tutto ciò a sedici anni.» dissi singhiozzando.
«Ari non devi nemmeno pensare una cosa simile. Sei importante per tante, tantissime persone. La vita mette davanti a scelte difficili, a problemi irrisolvibili e a episodi impossibili, lo so. Ma non sei sola. Hai tua madre, le tue sorelle, Becky che è venuta per stare con te, Mali, Cal, Michael, Ash.. E hai me. E finché ci sarò non sarai mai sola, Ari, mai.» mi disse puntando i suoi occhi azzurri sui miei.
«Non valgo la pena di tutto ciò Luke. Sono come il cinque e mezzo. Un po più di cinque ma meno di sei. Sufficiente ma non troppo. Sono un cinque e mezzo.» dissi fissando i suoi occhi.
«Sei un cazzo di dieci, tu.» azzerò la distanza tra di noi e posò le sue labbra sulle mie. Mi fece scendere dal muretto e mi ci sbattè continuando a baciarmi. Era un bacio vero, sentito. Che veniva dal profondo. Avevo aspettato questo momento dal primo istante che l'avevo visto. Avevo in mente tutti gli episodi passati assieme.
Gli sguardi dal palco.
Il primo incontro nel backstage.
Quando mi ha preso per mano in discoteca.
Quando mi ha fatta mettere seduta sulle sue gambe.
Quando mi ha salvato da Tyler.
Il ripostiglio del locale.
Quando abbiamo dormito assieme.
Quando aveva cullato Lucy.
Quando è stato male per Melissa e la serata passata ad ascoltare le mie canzoni preferite.
Quando mi chiamava bimba.
Quando Madison si era tagliata.
Quando mi abbracciava.
Tutto a rilento nella mia mente. Come un film. Di quelli perfetti. Ecco cos'eravamo in quell'istante eterno. Eravamo perfetti.




Eeeeeee si sono baciatiiiii! Ok sono troppo happy nonostante la storia l'abbia scritta io ahaha! Comuuuunque, sarei davvero felice se mi lasciaste commenti e voti, ok? Ok. Detto questo vado a dormire, ciao cuori❤️

A personal infinity|| Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora