Chapter 8: Luna Park And Mistakes

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I giorni seguenti passarono nella stessa maniera: monotoni e pesanti. Mi ero ripromessa di essere forte e così fu. Cercai di evitare contatti con Luke aumentando i sospetti degli altri ragazzi.
Quel giorno era sabato. La sveglia con i Blink suonò alle otto. Sarei entrata un'ora dopo visto che mancava il professore dell'ora prima. Feci la solita doccia, mi piastrai i capelli come sempre e mi vestii con una gonnellina a fiori sulle tonalità dell'azzurro che arrivava a metà coscia, una canotta blu elettrica, un New Era blu notte con scritto "New York" e le mie vans azzurre. Uscii di casa e mi accesi una delle mie amatissime Malboro. Avevo iniziato a fumare all'età di quattordici anni, dopo ciò che era successo con Nicholas. Arrivai davanti scuola con le cuffiette alle orecchie. Ascoltavo ogni genere di musica e quel giorno mi ero fissata con il rap italiano.
"Finché mi batte il cuore
Finché reggono le gambe
Scrivo la mia storia col sudore e con il sangue
E non puoi più fermarmi ora il mio nome è troppo grande
È il mio stupido sogno l'unica cosa importante
Finché avrò questa voce
Finché avrò la mia arte
Sarà sempre MS
Voi scusate per il sangue
Non puoi più fermarmi ora il mio nome è troppo grande
La gente vuole noi perché il dolore è interessante."
Mostro e Low Low, due rapper italiani emergenti, pompavano nelle mie cuffiette. MS. Muori Solo. Sarebbe stata la mia fine? O sarei riuscita a trovare qualcuno che mi amasse davvero?
Arrivai davanti al portone principale della scuola ed entrai. In classe c'era già abbastanza gente, tra cui Melissa. La salutai indifferente e mi misi seduta al mio posto. La mora cercava di rompere il ghiaccio ma la mia corazza non si distruggeva così facilmente.
«Ehi, Ari, stasera andiamo al Luna Park. Vuoi venire?» chiese lei speranzosa. Mia sarei divertita? A vederli baciarsi e sfiorarsi. Ci sarei stata davvero male.
«Uhm, ci penso poi ti faccio sapere ok?» risposi in stato di confusione.
La lezione cominciò e io non seguii mezza parola della Handerson.
«Black vuole esporci i suoi pensieri?» rise beffarda la prof.
«Volentieri. Penso che la sua lezione sia davvero noiosa.» sorrisi con la stessa arroganza.
«Ah percui non le dispiacerà andare fuori dall'aula vero?» alzò il tono la vecchia.
«Affatto.» mi alzai ed uscii dalla stanza. Mi diressi all'entrata e mi sedetti su una delle sedie davanti alla vetrata.
«Ehi che ci fai qui?» disse un tipetto dai capelli colorati. Michael.
«Uh, ciao Michael. Niente la prof mi ha mandata fuori e non me lo sono fatto ripetere due volte.» dissi io.
«Capito. Stasera sei dei nostri vero? Andiamo al Luna Park!» disse il pony.
«Non lo so Mich..» non mi fece finire che «Ohhh andiamo esci da quella casa! Vieni con noi!» disse con la faccia da cucciolo.
«Sei odioso ma mi hai convinto.» sbuffai.
«Ottimo, passiamo da te alle otto. Ora vado sennò Johnson mi uccide. A dopo!» mi diede un bacio sulla guancia. Tornai in classe alla fine dell'ora e feci un sorriso di sfida alla professoressa. L'ora seguente ci fu matematica con la Larris. Due palle. Presi il mio quaderno ma, anziché scrivere gli esercizi, disegnai un pò di figure. Cuori spezzati, note musicali, lettere a caso. Ciò che mi preoccupò fu il fatto che scrissi pensando a Luke. Al fatto che mi mancasse sentirmi importante per lui. Era tutto ciò che volevo. Mi aveva stregata. Le ore passarono più in fretta e, all'uscita ci demmo appuntamento per le otto. I ragazzi sarebbero passati davanti casa mia e poi saremmo andati tutti assieme. Con mia sorella non ci parlavo da quando le avevo urlato contro e, forse, era meglio così. Arrivai a casa esausta e decisi di riposarmi due orette.
Mi svegliai alle 6.30.
Alla faccia delle due orette! Corsi a prendere i vestiti per la sera e andai in bagno a farmi una doccia rinfrescante. Mi sistemai i capelli e mi truccai. Decisi di vestirmi comoda e mi misi shorts neri, maglietta gialla fluo con scritto "Shut up and kiss me." Ai piedi le mie amate vans, questa volta gialle canarino con motivo aztechi neri. Il mio New Era nero con la scritta bianca "Jordan". Alle sette e tre quarti ero pronta. Staccai il telefono dalla carica e lo misi nella mia borsa nera. Misi dentro le sigarette, le chiavi di casa, assorbenti per ogni evenienza, cerotti nel caso mi facessi male, cingomme che erano la mia vita e il mio lucida labbra. Non poteva mancare il mio pettine che portavo ovunque. Non ero Ariel, ero Mary Poppins. Alle otto suonarono al campanello e accolsi i ragazzi con un sorriso sincero. Salutai mamma e Madison che aveva gli occhi a cuoricino.
"Bimba imbarazzante."
Non me lo dire, devo viverci con quella.
"Ehm, dobbiamo viverci. Esisto anche io."
Tu sei me.
"Ops giusto!"
Lanciai un'occhiata ai ragazzi. Mi guardavano sbalorditi. Ero moooolto imbarazzata.
«Ehm andiamo?» disse Melissa uhm, infastidita (?)
Mi accesi una sigaretta e andammo. I ragazzi mi guardarono shoccati.
«Ari sei piccola per fumare!» esclamò Ashton vicino a me.
«Lunga storia, lascia stare!» dissi io guardando in basso.
«Me la racconterai!» disse Ash prendendomi per i fianchi ed alzandomi da terra senza fatica. Quanti muscoli aveva sto ragazzo? Risi e iniziai scalciare. Mi rimise a terra e proseguimmo la camminata.
Da lontano si sentiva la musica del luna park. Stavano mandando "The days" di Avicii. Era stupenda quella canzone. Iniziammo a fare una miriade di attrazioni finché non incontrammo un gruppo di amici della band. Vidi Melissa un po agitata guardare Tom, un ragazzo del nuovo gruppo. Eravamo davvero tanti ma io non accennavo nemmeno a stringere amicizia con i tipi. Iniziai a guardare la ruota panoramica quando «Ragazzi io mi avvicino alla ruota.» dissi per poi lasciarli li.
Mi avviai all'attrazione che secondo me era la più bella. Notai che, dietro allo stand del tiro al barattolo c'erano due persone. Possibile che le conoscessi? Mi avvicinai un po di più, il giusto per vedere una scena raccapricciante. Melissa e Tom assieme che si stavano ispezionando la gola a vicenda. Rimasi a spiarli stupefatta e schifata.
«Ehi Ari che suc..» mi girai. Luke era a bocca aperta incredulo. Ma posso giurare di non aver visto tristezza nel suo sguardo, solo delusione.
«Luke io.. Non so che dire, li ho appena visti anche io..» cercai di scusarmi.
«Di nuovo. Non posso crederci.» urlò Luke con le lacrime agli occhi. Mi sbagliavo, era triste eccome. Sapeva solo mascherare bene le emozioni come facevo io. I ragazzi si staccarono e, girandosi verso di noi rimasero allibiti. Luke, al limite della sopportazione urlò un «Sta volta è finita davvero!» per poi girarsi e fuggire. Guardai schifata i due per poi voltarmi e corre dietro a Luke. Una cosa che mi avevano imparato era che bisognava sempre affrontare in due il dolore per superarlo e non mi importava il male che avevo subito per lui. Io ci sarei sempre stata per lui e così feci quella sera, accorgendomi che la paura di perderlo era più grande della voglia che ciò accadesse sul serio.



Dan dan daaaan! E la nostra cara Melissa è una stronza! Questo capitolo mi ha fatto penare più di altri! Anyway, oggi ho dormito come un panda sul divano quindi ho aggiornato tardi.. Chiedo perdoooonoo! Beh, commentate e votate se volete! A domani piccole pony❤️

A personal infinity|| Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora