Chapter 9: Songs

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Corremmo tantissimo fino a che, anche Luke esausto, si fermò in un parco lontano dal Luna Park. Non c'era nessuno e colsi l'occasione per poter parlare con Luke. Mi sedetti vicino al biondo che stava facendo scendere lacrime silenziose con il suo respiro irregolare dovuto alla corsa sfrenata.
«Perché sei qui Ari? Lasciami solo.» disse Luke esasperato.
«No.» risposi convinta tanto che Luke si girò verso di me stupito e «Perché no?» chiese.
«Perché non si lascia una persona sola con il suo dolore.» dissi seria. Avevo imparato ciò dopo la morte di Nicholas. La mia famiglia non mi aveva mai aiutata, i miei amici non capivano quanto dolore potessi provare e lui, lui che era la mia vita, non c'era più.
"È in un posto migliore"
"Piangere non aiuterà a portarlo indietro."
"Cresci e rassegnati."
Come può ciò aiutare una quattordicenne che ha subito una perdita simile? Dovetti crescere prima, piangere in silenzio da sola per far vedere di essere grande.
Avevo gli occhi pieni di lacrime che minacciavano di fuoriuscire per via dei tanti ricordi.
Una lacrima solitaria scese.
Due lacrime. Tre.
«Ari che cazzo fai?» chiese Luke preoccupato.
«Scusa Luke. Scusami sono un disastro. Non pensare a me pensa a te. Ti prego vai avanti, non bloccarti per ciò.» dissi singhiozzando. Ero troppo, troppo, troppo emotiva.
«Ari, non piangere. Perché lo fai?» disse Luke con gli occhi cupi.
«Lascia stare Luke. Ho ripensato a Nicholas e tutto il male è risalito a galla. Ora sta passando. Ci sono momenti in cui lo sento ancora addosso e momenti in cui non lo sento più. E in ogni caso sto male. Ora basta parlare di me. Tu come stai?» chiesi tirando su con il naso.
«Deluso. È la seconda volta che succede. E sai cosa mi dispiace più di tutto? Che forse non ci sto così male come dovrei. E non capisco il perché. Forse perché so che ciò che ho perso non era così importante. Un po ci sto male, più che altro mi manca ciò che eravamo. Ma sto male anche per il fatto che tu mi odi e non so il perché. Da quando hai iniziato scuola non siamo più come prima e ci sto male.» disse fissandosi le scarpe.
Stava male per me? Veramente? Era colpa mia?
«Luke io non ti odio. Come puoi pensare ciò? Tu sei fantastico. Non volevo creare problemi con Melissa. Tutto qui. Sono stronza Luke, questo devi saperlo. Sono cambiata molto da quando ero piccola. Ho una corazza Luke e non sono capace di abbatterla. Non ho il coraggio perché ho paura di soffrire. Nessuno si è mai preoccupato di distruggerla.» dissi malinconica.
«Lasciamela abbattere, Ari. Non posso vederti soffrire. Lasciamela distruggere, ci penserò io.» disse sorridendomi.
Lo abbracciai di slancio con il cuore pieno di gioia.
«Ti voglio bene Luke, grazie!» gli baciai la guancia.
Si alzò in piedi e mi aiutò a fare lo stesso. Mi prese la mano, forse per avere la sicurezza che ci fossi veramente. Andammo a casa sua, visto che erano solo le dieci e mezza. Avvertimmo i ragazzi per messaggio e poi entrammo in casa. Era la stessa dove mi aveva portata appena mi avevano trovato al concerto. Andammo in camera sua e parlammo del più e del meno.
«Ehi, Luke, vuoi sentire un po di canzoni in italiano e in spagnolo? Te le traduco.» chiesi per avviare un nuovo argomento.
«Oh certo! Figo!» disse entusiasta. Partì "Guerriero" di Marco Mengoni.
"Io sono un guerriero, veglio quando è notte
Ti difenderò da incubi e tristezze
Ti riparerò da inganni e maldicenze
E ti abbraccerò per darti forza sempre
Ti darò certezza contro le paure
Per vedere il mondo oltre quelle alture
Non temere nulla io sarò al tuo fianco
Con il mio mantello asciugherò il tuo pianto
E amore mio grande, amore che mi credi
Vinceremo contro tutti e resteremo in piedi
E resterò al tuo fianco fino a che vorrai
Ti difenderò da tutto non temere mai."
Ok, la canzone parlava da sola. L'avevo forse scelta apposta? Luke mi guardava interessato e abbaiato. Pendeva dalle mie labbra. Finita la canzone applaudì, così, senza senso.
«Che spettacolo! L'italiano è una lingua magica! È bellissima e questo cantante scrive poesie! Ora voglio sentirne altre!» disse con un luccichio negli occhi.
«Ok, ora te ne faccio sentire una in spagnolo. Il cantante è poco conosciuto ma le sue canzoni sono davvero bellissime. Si chiama XRIZ.» dissi per poi far partire la canzone "Miénteme"

"Siento que la vida se me pasa y que,
no existe mi mundo si tu no estas en él,
tan solo estas tu, baby I can only fly with you
Me paso la noche pensando en ti,
y ahora que no estas no puedo vivir, ah
y lo siento amor dame una oportunidad.
Y si un día me hundirme a tu ser,
y encontré la forma para enamorarte. Miénteme si no me amas
pero ya no juegues mas con mi corazón,
que era tan solo con una palabra
te escribí tu primera canción de amor,
sentimientos guardo en mi interior,
y el suave sonido de tu voz,
que me dice que tu quieres ser,
el ultimo suspiro de mi respiración."
Gliela tradussi e rimase anche questa volta a bocca aperta. I suoi occhi erano uno spettacolo.
«Anche questa è stupenda.. Cioè, mio dio! È Wow! Non trovo le parole.» disse entusiasta. Gli feci sentire l'ultima canzone. Era di Nesli, un rapper italiano che non faceva rap duro, era molto melodico. Feci partire la canzone "È una vita". Mi rappresentava in pieno l'estate. Era bellissima, avevo gli occhi pieni di un misto di emozioni. Gioia, nostalgia, felicità, malinconia. Non ci capivo più.
"Ti amo
Mi ami
Gli abbracci
Le mani
Le strette promesse
Le facce le stesse
I pianti, i complimenti
Pronti alla partenza
Si accorcia la distanza
I film, i libri
Ladri di un giorno
È più bello sveglio al mattino presto
Vesto il corpo
Colpo sordo
Corro, scordo di quello che è stato
Abbiate cura voi che passate
E poi l'estate
Restate
Sogni come cascate
Come cascare
Guardare al di là del mare
È una vita che non posso amare
Se non ho di te la compagnia
Questa vita non si farà amare
Se continuerò a buttarla via
É un segreto che non posso dire
Che non posso dire neanche a te
Non avrebbe valore se non sapessi di poterlo perdere."
Rimase a bocca aperta. Avevo gli occhi lucidi. Mi ricordava Londra, le estati con le mie amiche, il lungomare che percorrevamo con la decappottabile di Cameron, il fratello di Becky, le serate fuori, la voglia di indipendenza, i ferragosti assieme nella spiaggia libera, le notti a guardare le stelle seduti sui prati della città. Mi mancavano tutti.
Luke si accorse del mio stato d'animo e mi abbracciò.
«Ti prometto che avrai dei bei ricordi anche qui. Ricordi che saranno alla tua altezza. Te lo giuro!» disse baciandomi la testa alla fine della sua frase.
«Lo farai davvero?» chiesi stupita.
«Ovvio, non si torna più indietro.» disse sorridente. Lo riabbracciai felice. Si fece presto mezzanotte e decise di riaccompagnarmi a casa. Camminammo mano nella mano, di nuovo. Lo sentivo. Lo sentivo finalmente con me, come mai prima. Dopo dieci minuti di camminata arrivammo a casa mia.
«Grazie di tutto Luke.» lo abbracciai.
«Grazie a te Ari.» disse ancora attaccato a me. Ci staccammo e «Stai attento e fammi sapere appena sei arrivato. Non mi addormento finché non so che sei al sicuro.» dissi.
Luke mi scombinò i capelli come si fa con una bimba piccola.
«Ehi non sono una bimba!» dissi ridendo.
«Hai ragione. Ora vado, ti faccio sapere appena arrivo a casa. Notte bimba.» mi baciò la guancia. Entrai in casa e, con calma mi cambiai mettendomi la maglia di Luke per dormire. Dovevo sentirlo ancora addosso. Dovrei forse restituirgliela?  Mi struccai e mi lavai la faccia. Dopo dieci minuti il messaggio di Luke arrivò. "Sono sano e salvo, notte bimba". Sorrisi al soprannome che mi aveva dato. Detto da lui faceva un certo effetto. "Meno male. Notte Lulù!"
Era fantastico quel ragazzo. Non ho idea di come abbia fatto a stargli lontano per una settimana. Ma più di tutto mi chiedo come abbia fatto a vivere quindici anni senza di lui. Eravamo fatti per trovarci, compatibili come due pezzi mancanti di un puzzle, belli come l'alba, forti come un uragano e fragili come una piuma. Eravamo veri e ciò mi bastava per stare bene.


Badabum tishhh! Hello girls! Eh niente vado di fretta che devo studiare. Le canzoni che ho scritto sopra sono canzoni che io adoro e se vi va sentitele! Kisses❤️

A personal infinity|| Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora