Rapita

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Mi ricordo soltantoil gelo di quelle sbarre, il pavimento, il muro. Non riuscivo a vedere niente.Mi ricordo anche della serata prima, sembrava tutto cosi tranquillo, forsetroppo. Nevicava, ed ero ormai a metà strada per tornare a casa fino a quandovidi senza volerlo un'ombra, esattamente alla mia destra dietro un albero.Eppure non ero cosi spaventato. Arrivato ormai nella stradina la quale portavadritto casa mia, le luci iniziarono a mancare ed alcune addirittura fulminate,iniziai a velocizzare il passo quando vidi dietro di me, quattro impronta dipiedi, due erano le mie mentre le altre due portavano dietro un palo di cuividi un piede che fuoriusciva. Arrivato a casa mi sentii al sicuro, ma nonriuscivo a capire il perché delle luci spente, eppure le macchine dei mieigenitori si trovavano davanti casa..
iniziai a girare per tutta casa ma niente, non trovai nessuno. Cercavo di darmidei pizzicotti, volevo che tutto questo fosse un brutto sogno. Dalla finestravidi dei trascinamenti che portavano a casa del mio vicino. Preso dall'ansiachiamai subito la polizia, ma nel momento in cui stavo per digitare il numero,sentii sbattere la porta, riattaccai il telefono e corsi subito di sopra sottole coperte, la porta si aprí, i passi erano sempre più vicini verso lacameretta e preso troppo dall'ansia svenii.
Mi sono risvegliato proprio quí, in questo posto buio e freddo, inizio adalzarmi, cercando di uscire da queste sbarre nel totale buio ma ad un certopunto si accesero delle luci, riesco a vedere tutto, i cadaveri dei mieigenitori di fianco a me, uno sopra l'altro pieni di sangue, e vedo anche al difuori delle sbarre un uomo, abbastanza strano e pieno di sangue che mi inizió afissare, da quel momento iniziai a scrivere tutto questo nel modo più veloce.
È ancora lí, immobile a fissarmi, la mia ansia mi sta sovrastando e spero solonon mi fac

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