Maschera

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Al telegiornale avevano parlato di un killer che girava per la mia citta', di notte, che uccideva le sue vittime con un coltello. Chi era sopravvissuto diceva di aver visto soltanto una maschera da clown con un sorriso minaccioso. Nient'altro. Ogni volta che lo nominavano mi venivano i brividi: e se fosse venuto da me? Aveva gia' colpito nella mia zona, a qualche isolato da casa mia: la signora dei gelati, quella che non mi aveva mai fatto uno sconto in tutta la mia infanzia, anche quando mi mancavano solo dieci centesimi e avevo le lacrime agli occhi. Si', lei. Quella sera andai a letto di cattivo umore: avevo litigato con mio padre. Mi svegliai di soprassalto in piena notte, disturbato da un rumore di passi al piano di sotto. Scesi al piano di sotto, tremante, senza nemmeno farmi luce con il cellulare. Passando per la cucina afferrai la prima cosa che mi capitava, forse quel grosso cucchiaio di peltro, quello pesante. In salotto, vidi un'ombra in controluce, spalle a me e colpi', terrorizzato. Colpii e capi' che c'era qualcosa che non andava. Colpii, finche' l'intruso non cadde a terra. Allora accesi la luce.
Guardai mio padre, sul tappeto, in un lago di sangue. 

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