L'orsetto

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Cominciai a provare strani sentimenti riguardo all'orsetto quando lo portarono a mia sorella la prima volta. Ogni volta che salivo le scale vedevo quel dannato peluche sbucare dalla mensola, come se mi stesse osservando.
La cosa comincia a farsi interessante quando mia madre, avendo mia sorella perso ogni interesse per quell'orsetto, lo ripose nella vecchia vetrinetta. Il problema è che la vecchia vetrinetta era nella MIA camera!
Avevo nove anni, e secondo i miei genitori ero abbastanza grande per andare a dormire da solo. Il momento in cui mi infilavo sotto le coperte e spegnevo la luce era quello più terrorizzante, abituato all'abbraccio materno e al bacio della buonanotte. Solitamente, quando il sonno cominciava a calare sui miei occhi, mi ricordavo che l'orsetto era nella vetrina.
Allora giravo lentamente la testa, fino ad incontrare lo sguardo vitreo del pupazzo.
Non riuscivo a guardarlo più di qualche secondo, poi mi rintanavo sotto le coperte, credendo di essere al sicuro.
A dieci anni provai ad abbandonare tutte le mie paure su quel pupazzetto, così mi addormentai senza guardarlo. Fu quando dovetti accomodare le coperte che mi segnò la vita.
Alzandomi, notai seduto in fondo alla camera, l'orsetto.
Pensai fosse solo fermo, così mi rimisi a dormire pensavo che fosse mia madre ad averlo spostato per fare le pulizie.
Chiusi gli occhi, ma per sicurezza, decisi di dare un'occhiata in fondo, e per poco morivo.
L'orsetto era ancora seduto, ma stavolta più vicino al letto.
Quando mi ripresi l'orsetto non era più lì. Mi guardai attorno, ma era sparito.
Caddi sul letto, sperando di addormentarmi al più presto, ma, aprii gli occhi.
Sopra la testa, vidi quel coso che mi fissava e gridai quando cadde sopra di me.
Dopo anni di orrore decidi di bruciarlo.
Ora sono un ragazzo di diciannove anni, in procinto di andare a vivere da solo, nella mia nuova casa.
Entrai in casa e chiusi la porta dietro di me, appoggiando il pacco sul tavolo: lo aprii e vidi una vecchia vetrinetta.
Tornai in cucina a prendere la televisione da portare in salotto, quando mi girai e lo vidi.
L'orsetto.
Che mi guardava.

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