Capitolo 16
«Io avrei prenotato un tavolo per due» dice Dylan rivolgendosi a Brian.
Lo fissa con la bocca serrata. E' serio. Si prende qualche istante prima di rispondere.
Tanto che Dylan mi rivolge un'occhiata interrogativa.
«Scusa...» gli agita una mano davanti al viso.
Brian socchiude le palpebre e sospira, «intanto togli questa mano» gli ordina minaccioso.
«Intanto dimmi dove sedermi» risponde arrogante l'altro.
Andiamo bene.
«Brian, che stai facendo?» Chiede un signore alle sue spalle.
«Scusi avevo prenotato un tavolo per due...» Dylan si rivolge all'uomo.
«Prego, seguitemi» gli fa cenno.
Così, dopo essermi beccata tremila occhiate omicide di Brian, seguo Dylan.Ci sediamo, mi spoglio del cappotto irrigidita ed afferro il menù.
«Che problema aveva quel tipo?» Chiede lui infastidito.
«Lascialo perdere... non è normale» borbotto osservando le pietanze scritte. «Che cosa prendi?»
«Un panino credo... tu cosa vuoi?» Porta i capelli indietro con entrambe le mani e poi mi fissa.
«Vediamo...» leggo il menù, mentre di sottecchi vedo Brian al bancone.
Alzo lo sguardo e lo osservo. Ci sta fissando indiscreto, senza preoccuparsi che possa accorgermene. Non gliene frega nulla.
Lava i bicchieri ed ha lo sguardo dritto su di me.
Vuole la guerra? Guerra sia.
Mi avvicino ancora di più a Dylan e lo guardo. «Dimmi qualcosa di te, in fondo dobbiamo trascorrerla la serata» dico.
«Allora... vivo con mia madre e mia sorella da sempre. Mio padre è morto quando avevo dodici anni. Sono stato rimandato l'anno scorso a scuola e frequento nuovamente l'ultimo anno...» parlotta divertito massaggiandosi il mento, «non ho una vita semplice, mia madre è infermiera ed è difficile vivere solo con quello stipendio, però io e Beth ce la caviamo insieme» sorride tranquillo. «Tu invece?» Assottiglia lo sguardo, scrutandomi attentamente.
«Beth?» Domando sbalordita.
Lui annuisce, «mia sorella, perché? La conosci?»
Rimango interrotta per qualche istante. Ripenso alla mattina e mi viene da ridere.
«Scusa mi stai dicendo che Beth è tua sorella?» Domando sogghignando. «Biondona che si è appena lasciata con il fidanzato?» Aggrotto la fronte.
Annuisce lui confuso. «Rompicazzo a tempo pieno» aggiunge.
«Non ci posso credere» nascondo il volto con entrambe le mani ridendo.
«Che è successo? Che c'è da ridere?» Domanda preoccupato.
«Ho conosciuto tua sorella stamattina, per puro caso. Le ho raccontato di me e lei la stessa cosa, poi quando le ho detto della scommessa... ha puntato il dito su di te ed era sicura che accettassi!» Sogghigno ancora incredula. Non posso crederci.
Lui abbozza un sorrisetto e scuote il capo. «Bè, sei fortunata. Beth non fa avvicinare nessuno a me, è super protettiva. Gelosa fino al midollo.» Decreta. «Le sarai piaciuta davvero tanto» dice ammiccante.
Prendo un lungo sospiro, sposto i capelli da un lato e mordo le labbra.
«E' piacevole guardarti.» Commenta curioso. «Hai uno strano modo di approcciarti con la gente, ma quando sei immersa nei tuoi pensieri riesci ad essere terribilmente seducibile» accenna una smorfia buffa.
Lo guardo seria. «Bè, non ho intenzione di sedurre nessuno» sbuffo irritata.
«E il barista?» Mi fa cenno verso il bancone, alzando leggermente gli occhi.
Scrollo le spalle, «che barista?» Non mi volto.
«Sai, odio quando la gente mi fissa. Suppongo tu lo conosca...» si massaggia le labbra con la mano.
Così sono costretta a rivolgere lo sguardo su Brian, che imperterrito ci sta osservando.
«Non so che voglia, veramente» mormoro.
«Era lui il motivo per il quale non volevi entrare» si sistema sulla sedia e distoglie lo sguardo da me.
«Ma che ti importa? Possiamo semplicemente parlare di altro?» Sbotto alzando i capelli in una coda.
Ghigna, «non ti agitare» mi scruta.
«Non mi guardare» sbuffo.
«Perché? Ti imbarazzo?» Sfiora con la lingua l'angolo delle sue labbra.
Odio i maschi.
«Ditemi» il vocione di Brian risuona al mio orecchio. Tengo gli occhi bassi sul menù e lascio che sia Dylan ad ordinare per primo.
Dylan però rimane silenzioso, così mi prendo un minuto per osservarlo.
Entrambi si guardano negli occhi infuocati.
Brian sembra rabbioso, Dylan ostinato a non distogliere lo sguardo.
«Due panini» parlo io. «Questi» indico nel menù un nome strano. Non so neanche cosa ci sia dentro.
Brian mi degna di uno sguardo e scrive sul blocchetto.
«Due birre» aggiunge Dylan.
«Altro?» Chiede subito dopo sospirando.
«Sì, cortesemente sposta lo sguardo altrove.» Risponde Dylan furibondo.
Brian sogghigna con tono spietato, si abbassa sul tavolo per guardarlo meglio. «Io faccio quello che voglio, quando voglio e come voglio.» Decreta. «Chiaro?» Domanda poi dandogli uno schiaffetto in viso.
Dylan si agita sulla sedia, ma la mia mano che si posa sul suo braccio lo invita a non muoversi di mezzo centimetro.
Brian, finalmente, scompare.
«Non vi azzardate a fare scenate perché vi arriva una sedia all'uno in testa» lo minaccio severa.
E qui si volta per sorridermi. «Agguerrita» commenta sarcastico.
«Non mi piacciono queste cose.» Sentenzio.
Alza le mani in segno di resa, «ha cominciato lui» incrocia le braccia al petto.
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Bisbetica viziata
RomanceDal capitolo 6. «Sono la classica ragazza che nessuno vorrebbe avere al suo fianco, per il suo caratteraccio. Sì, i ragazzi mi cercavano all'inizio... ma quando vedevano come venivano trattati scappavano a gambe levate.» Ed ecco che per la prima vol...