Capitolo 23

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Capitolo 23.

 

Sono sul ciglio della porta di casa di Beth e Dylan. Fuori sta quasi per imbrunare e un venticello mi fa venire la pelle d'oca alle caviglie nude.
Chiudo ed alzo le spalle mentre busso. Beth mi accoglie con una ciotola piena di patatine, mangiucchia e ride come una forsennata, facendomi poi cenno di entrare.
Improvvisamente vedo Dylan con un' asciugamano avvolta intorno alla vita ed il resto tutto nudo. Ha le mani sui fianchi, un'espressione a dir poco imbestialita e le sue labbra si muovono in delle smorfie. Ghigno mentre mi spoglio del giubbotto, lancio la borsa su una sedia ed avanzo verso di loro.
Beth continua ad indicarlo e ridere, non capisco quale sia il problema, ma nel dubbio rido anch'io.

«Dylan ha...» Beth cerca di parlare, ma si interrompe piegandosi in due, fino a finire a terra per le risate. «Non ce la faccio» ansima asciugando le lacrime che le ricadono lungo le guance.
«Che succede?» Mi rivolgo a Dylan che non fiata. E' talmente serio da far paura.
Poi ghigna amaramente abbassando su e giù la testa.
Beth rimane a terra, incrocia le gambe e mi fissa. «Si è spalmato la crema depilatoria nelle gambe e lì sotto pensando fosse crema idratante e adesso...» getta un urlo e continua a ridere osservando il soffitto.
«Adesso ho il pene tutto irritato e gonfio» ringhia a denti stretti lui.
Nascondo la bocca con una mano, smorzando una risata. «Non ci credo» sogghigno.
«Non puoi immaginare» Beth agita una mano socchiudendo le palpebre.
«Porco giuda, questa grandissima deficiente ha cambiato il posto delle creme ed io pensavo fosse quella giusta!» Sbraita lui agitando le mani.
«Bè, sciacqualo con acqua fredda» dico senza pensarci troppo.
Mi lancia un'occhiataccia.
«Grace non puoi capire quanto ce l'ha gonfio» Beth si rimette in piedi. «Vai a vestirti scostumato» gli dice poi indicando le scale.
«Ma come cazzo faccio? Mi sento di avere un cannone in mezzo alle gambe!» Esclama con disperazione.
Non riesco a trattenere una risata, mentre lo osservo salire di sopra, con le gambe leggermente divaricate. Beth non smette di sfotterlo, è veramente terribile, mentre gli scatta foto.
«Puoi chiamare tua madre, è infermiera... magari ha qualche rimedio» ghigno.
Lei scuote il capo, «gli sta bene, invece di invitare quella April a casa. Adesso farà la figura del cretino» ride diabolica.
Scuoto il capo e penso a come passerò la serata. Intanto osservo il telefono, Brian è tornato in Virginia e non so quando tornerà. Poi lo riposo nella borsa. Se vuole chiama lui.


Quando Dylan scende, indossa un pantalone di tuta con il cavallo basso e largo. Ha una canotta nera che risalta il suo fisico atletico. Lo sento imprecare mentre si getta sul divano affianco a me. Beth sta preparando i popcorn.
«Dai, cosa si prova ad avercelo grosso?» Lo schernisco.
Lui si volta incazzato nero. Mi fulmina e poi mi accenna un sorrisetto.
Ricambio allo stesso modo.
«Cosa dirò a quella dannata ragazza ora?» Sbotta.
«Bè, magari non le dispiace» dico osservandomi in giro.

In quel preciso istante bussano alla porta. Beth corre ad aprire, mentre io mi volto ed osservo una ragazza bionda entrare. Ha i capelli lunghissimi, tirati con una treccia sfatta da un lato. Indossa una minigonna di jeans, con delle parigine nere, delle converse bianche ed un maglioncino dello stesso colore.
Si trova spaesata alla vista di così tanta gente. Evidentemente si aspettava di trovarsi sola con Dylan. Quest'ultimo sta guardando me, così mi volto e lo invito a salutare la sua amica.
«Ciao April, c'è stato un contrattempo» balbetta lui.
Lei entra imbarazzata e si avvicina a lui. Fulmina me con gli occhi, mentre io la saluto con un sorrisetto antipatico.
«Piacere Grace» le porgo una mano.
Lei, schifata, la stringe e non parla.
Faccia di culo.

«Puoi sederti, ora ordiniamo le pizze» Beth si schiarisce la voce mentre porta il telefono all'orecchio.
Dylan si sistema sul divano, mentre April non gli stacca gli occhi di dosso.
«Stai bene Dylan?» Chiede lei.
«Sono caduto dalle scale e mi fa male il ginocchio» mente lui massaggiandosi la gamba.
Scoppio a ridere, beccandomi un'occhiataccia dalla ragazza.
«Lo guardiamo qui il film?» Domanda sospirando.
«Sì» parlo squillante.
Nuovamente mi guarda male. Dylan invece mi scruta con gli occhi interrogativo.
«April vieni in un attimo? Mi dai una mano con le patatine?» La richiama dalla cucina.
Lei tentenna un po', ma poi si mette in piedi. Ci osserva attenta e si dilegua silenziosa.
«Alla fine hai scelto la bionda» commento mangiucchiandomi le unghie.
«Te l'ho detto che le more non fanno per me» si scompiglia i capelli con una mano.
Sospiro. «Potresti gentilmente dirle di non guardarmi male? Perché lo faccio io sennò e non sarò molto educata» decreto severa.
«Okay scricciolo» ridacchia.
April ritorna in quel preciso istante con due ciotole fra le mani.
«Scricciolo?» Chiede. «Siete amici voi due?» Si siede in mezzo fra entrambi.
«Sì» rispondo subito afferrando una patatina.
«La mia piccola» mormora lui a denti stretti.
Io l'ho sentito, anche se lui pensa il contrario. Quella April, invece, è troppo impegnata ad osservarlo. Lo sta sciupando letteralmente.
«Vuoi che ti faccia un massaggio alla gamba?» Gli chiede dolcemente.
Ridacchio mentre Beth, come una pantera, si avvicina e mi sussurra all'orecchio la stessa frase che lei ha appena detto, solo con più enfasi.
La mia complice, sa come farmi morire dal ridere. Poi mi trascina fuori dal divano, invitandomi a sedere a terra, sul tappeto, dal quale ci si gode meglio la scena.

Bisbetica viziataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora