Capitolo 18.
E' da un po' di giorni che rifletto su me stessa. La fine dell'anno si avvicina e mentre tutti, compresi Dylan e Beth, hanno già le idee chiare sui college da frequentare, io sono in mezzo al mare in tempesta, con una misera barchetta in legno e due remi.
Dylan frequenterà Yale, Beth ha scelto Princeton. E' strano trovarmi in questa situazione, senza sapere che cosa fare, che strada prendere. Rimanere in silenzio ad ascoltare delle conversazioni senza poter intervenire.«Con chi andrete al ballo d'inverno stasera?» Chiede Beth sbadigliando seduta sul prato davanti scuola.
Dylan è sdraiato ed ha le cuffie alle orecchie. Ci fissa e credo ci stia sentendo.
Socchiude le palpebre e sospira.
«Dylan!» Lo richiama con voce stridula la sorella, tirandogli un calcio.
Lui sussulta e sbuffa, alza il busto sorreggendosi dai gomiti e toglie le cuffie.
«Con nessuno Beth» sbotta Dylan. Poi mi rivolge una breve occhiata ed io non distolgo lo sguardo.
«Io credo di non andare, non sarebbe la prima volta» alzo le spalle sospirando.
Beth mi fissa, «ragazzi è il nostro ultimo anno qui, poi chi sa dove saremo...e cosa faremo. E' tempo di divertirci» ci incita. «Prendiamo qualcuno a caso e andiamoci... ci sbronzeremo e fumeremo tutta la notte.» Dice con tono tranquillo.
«Mentre nel parcheggio sono nascosti nelle auto ragazzi che scopano come animali» rifletto accennando un ghigno, «gli faremo la guardia... bello» rido poi.
Dylan mi segue, «ha ragione lei» fa una smorfia e getta la testa all'indietro. «E comunque sono sempre andato ai balli Beth... solo che mi sono rotto il cazzo di dover ingaggiare ragazze scialbe, prive di personalità che parlano come se avessero il becco al posto delle labbra» parlotta gesticolando.
«Ci andrai con Grace» ribatte la sorella, mentre io sgrano gli occhi e mi affogo con la mia stessa saliva. Dylan sogghigna. «Un appuntamento finto in più non fa male e poi siete amici adesso... prendetela così» sorride.
E' matta.
«No, Beth io credo di non venirci proprio... al massimo verrò al ballo di fine anno» intreccio i capelli da un lato, creando una lunga treccia. Noto che Dylan sta fissando le mie mani ed il mio passatempo. Così lo osservo anche io e quando si accorge di ciò scoppia a ridere scuotendo il capo.
«Beth verrò da solo se proprio devo» annuisce osservando la sorella.
Quest'ultima sbuffa. «Sono pronta ad una notte in coma con la mia bottiglia di Tequila fra le mani» distende le gambe e le incrocia osservando il cielo sopra di noi.
Oggi è una bellissima giornata. Il sole splende e non c'è neanche una nuvola. Nonostante ciò, il freddo non manca.
«Beth almeno non farmi passare una notte come quella del ballo di inizio anno» sbotta Dylan.
Lei sogghigna.
«Raccontate» rido curiosa.
Dylan mi guarda, «l'ho trovata a terra davanti la mia auto, fuori da scuola che cantava a squarciagola... mentre dei tizi la stavano riprendendo con il telefono» parla con tono severo guardando lei di sottecchi.
Beth nasconde la bocca con le mani e trattiene un risolino. «L'hanno caricato in un blog» mormora.
«Siccome il suo caro ex fidanzato quella sera era a casa con la febbre, lei ha ben pensato di darsi alla pazza gioia» scuote il capo lui.
«Ma che vuoi, pensa per quello che hai fatto tu... hai fatto un rutto così rumoroso che persino il gruppo delle galline cheerleader si sono sconvolte» lo ammonisce.
«Oh ma sicuramente poi mi sono fatto perdonare» ironizza schiacciandole un occhio.
«Te l'hanno pure data!» Esclamo spalancando la bocca.
Dylan abbassa la testa, «bè, sì... ma non è stato così entusiasmante rinchiusi negli spogliatoi della palestra» fa una smorfia le labbra ed arriccia il naso.
Scuoto il capo, «assurdo» sussurro.
«Grace dovresti venire... ci divertiremo» annuisce Beth quasi supplicandomi. «E dai non lasciarmi sola con mio fratello che rimorchierà qualcuna e scomparirà per il resto della serata» fa un faccino da cane bastonato e non riesco a non ridere.
«Gli occhi dolci di mia sorella sono velenosi» commenta Dylan stirandosi le braccia. Gli si alza la maglia. Osservo i suoi addominali e sorrido scuotendo il capo.
«Verrò da sola però» le punto un dito contro. «Non fare scherzi Beth» assottiglio lo sguardo.
Lei mostra un sorriso soddisfatto ed annuisce con suono gutturale. «Non te ne pentirai.» Mi schiaccia un occhio.
Dylan mi fissa, facendomi la pernacchia. «Te ne pentirai eccome» ghigna. «Avrai cento ragazzi che ti ronzeranno intorno come zanzare» dice.
«Bè, non è un problema... ho un modo mio per cacciarli via» scrollo le spalle.
«Diventerai un maschiaccio stasera per tenerli alla larga?» Sorride mordendosi le labbra.
Ci penso su, «credo sia una buona idea» lo guardo ammiccando.
I suoi capelli biondo scuro vengono scompigliati dal vento, ma in un nano secondo li porta tutti indietro e torna a guardarmi, con quegli occhi così piccoli e allo stesso tempo immensi.
«Allora non farti troppo bella» si mette in piedi, portando la sacca su una spalla, «vado al corso di chimica, donzelle» si sfrega la faccia con entrambe le mani e sbadiglia. «Ci vediamo stasera» dice prima di allontanarsi.
Lo guardo andare via. Si ferma davanti un gruppo di ragazzi, si scambiano delle risate, poi si dilegua salutando anche loro.
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Bisbetica viziata
RomanceDal capitolo 6. «Sono la classica ragazza che nessuno vorrebbe avere al suo fianco, per il suo caratteraccio. Sì, i ragazzi mi cercavano all'inizio... ma quando vedevano come venivano trattati scappavano a gambe levate.» Ed ecco che per la prima vol...