Capitolo 28

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Capitolo 28.


POV DYLAN

Liz non smette di leccarmi le mani. Credo le abbia scambiate per cibo, non fa altro che mordicchiarle. Ha preso, ormai, la residenza fra le mie gambe. Ogni volta che mi deposito, come un salame, sul divano, lei scodinzola e come se niente fosse salta su. Mi mancava solo un'altra donna in mezzo. Adesso credo di averne abbastanza.
Osservo l'orario sul display del telefono. Mia madre ha il turno di notte in ospedale, Beth, invece, è andata in discoteca con Grace. Ammetto che la mia serenità mentale, in queste ore, è pari allo zero.
Così controllo l'orologio ogni minuto, sono certo che non faranno ritorno prima di domattina. Grace, per la madre, "dorme" qui da noi. Non voglio immaginare se venisse a sapere che in realtà le due donzelle sono a spassarsela in giro per i locali. Non che la cosa a me stia bene, anzi, mi innervosisce terribilmente.
Così provo a chiamare mia sorella, per prima, ma ovviamente il suo telefono è irraggiungibile. Poi passo a Grace, il suo squilla, ma nessuna risposta.
Vado avanti così per un'abbondante mezz'ora, lasciando messaggi in segreteria come se non ci fosse un domani.
Finalmente, due ore dopo, mi addormento.

Al mio risveglio è passata solo un'ora. Liz è ancora beata fra le mie gambe, con la testa sul mio membro, tenuto al caldo. Sbadiglio, stiro le braccia e strizzo gli occhi. Non sono ancora rientrate e sono le tre del mattino.
Sobbalzo giù dal divano, infilo le scarpe da tennis ed una felpa. Acchiappo Liz, portandola in braccio ed esco fuori di casa. Apro il garage e monto in auto.
Non so dove siano, non ne ho proprio idea... ma da qualche parte dovranno pur essere queste cretine.
Metto, così, in moto e parto. Liz si sistema comoda sul sedile ed osserva di fuori. Mi immetto nella strada principale, ancora assonnato, ma riesco comunque ad adocchiare delle possibili ragazzine che possano somigliargli.
Quando in lontananza scorgo un gruppetto, due ragazze e due ragazzi. Inconfondibile Grace, con i suoi soliti capelli alla rinfusa, il suo sorrisone, il suo fisico perfetto, coperto da un jeans scuro. Impossibile confonderla. E poi Beth, al suo fianco, con un bottiglia fra le mani e l'espressione persa nel vuoto.
Decido di posteggiare.

«Tu rimani qui, stai buona» accarezzo Liz, lei mi fissa con quegli occhioni, ma non si muove.
Così scendo dall'auto e mi incammino per raggiungerle. Quando noto uno di loro sfiorare il viso di Grace aumento il passo, serro la mascella e sospiro.
Giro la chiave intorno all'indice per il nervoso e prego Dio che mi faccia stare calmo.

«Ehi voi!» Esclamo severo.
Si voltano e Grace sgrana gli occhi, poi scoppia a ridere. Scorgo la sigaretta fra le dita.
«Ehi Murphy» commenta avvicinandosi. Quando inciampa però e finisce addosso a me, l'aggrappo immediatamente.
«Ti odieresti se ti vedessi in questo stato» le intimo.
«Ti presento Kevin e Malcom. » Continua poi ridacchiando.
Annuisco, «andiamo a casa, Beth... vieni» la tiro dal braccio.
Sembra nel suo mondo. Così rimango interrotto per un istante. Osservo un ragazzo rollare una canna e capisco tutto.
Prendo la sigaretta di Grace fra le mani e la getto a terra, calpestandola con violenza subito dopo.
Lei mostra un'espressione di disapprovazione.
«Siete dei coglioni di merda» sbotto. I due mi evitano.
Così, acchiappo anche mia sorella, che pesa quanto un corpo morto e le trascino entrambe fino all'auto.
«Dylan... lo sai... sei bellissimo» Grace mi accarezza il viso, ma io mi scanso. «Mi odi... vabbè» dice con voce da bimba.
Faccio salire Beth dietro, che sta peggio di lei. La sdraio sull'intero sedile, mentre Grace la poggio sul sedile avanti, al fianco di Liz.
«Piccolina» dice lei stritolando il cane, che si lamenta. Mi fermo a guardarla per un istante e lei fa lo stesso.
«Stase...ra ho bevuto un po'» socchiude le palpebre ed accenna un risolino.
Poggio le mani sullo sterzo e stiro il collo osservando la strada avanti a me.
Metto in moto, infine, e parto.

Ogni secondo mi volto alla mia destra per osservare Grace e dallo specchio retrovisore scruto Beth che sonnecchia, fortunatamente.

Quando arrivo a destinazione, posteggio l'auto in garage e scendo. Prendo in braccio mia sorella, controllando che respiri ancora, non si sa mai e dopo aver ordinato a Grace di aspettarmi lì, corro in casa.
Adagio Beth sul suo letto, le rimbocco la coperta e la osservo per qualche istante. Poi sfrego i palmi delle mani fra di loro e ritorno di sotto. Grace è ancora sveglia ed arzilla, sta punzecchiando Liz, le tira la coda e quest'ultima la morde. Oh santo cielo.

Bisbetica viziataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora