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Era passato quasi un anno.

Un anno dalla guerra di Ultron... Un anno che non vedevo i miei amici, gli unici di cui mi sia realmente importato qualcosa.

Mi mancavano. Mi mancavano loro, le missioni insieme, le risate, i momenti belli e brutti, insomma mi mancava tutto di loro.

Ero andata per mesi in giro per l'Europa a creare nuove coperture e a svolgere qualche missione di scorta o di salvataggio tanto per tenermi in forma.

Inizialmente ero partita per andare alla ricerca di Bruce... Ma dopo tre mesi di ricerca costante mi sono arresa.

Lo rincorsi di città in città, ma non importavano gli sforzi che avevo fatto per localizzarlo, in qualunque posto arrivassi, lui se ne era già andato, partito per una nuova metà.

Continuammo questo giro turistico per tre sfiancanti mesi... Dopodiché ci rinunciai.

Ormai ero un'abile esperta a ricacciare indietro le emozioni, e come feci per tante persone a cui tenevo, feci per lui, semplicemente lo dimenticai.

Si quello che avevo provato era qualcosa di forte, ma non potevo lasciarmi condizionare dalle sue paure... Avevo già le mie a cui pensare.

Aveva deciso di scappare, di andarsene e io, oltre a quello che avevo fatto, non potevo fare altro e non potevo nemmeno costringerlo, così lo lasciammo alla sua nuova vita in una città sperduta delle terre orientali e a me andò bene così.

Avevo con me un semplicissimo zaino nero, in cui tenevo quelle poche cose a cui ero affezionata, qualche cambio e una foto.

Non avevo molto ma era tutto ciò di cui avevo bisogno.

Non avendo un posto a cui appartenere, si può tranquillamente dire che quello zaino sia la mia casa.

Finalmente ero di nuovo a passeggiare come una comunissima persona tra le strade sempre affollate e piene di vita di New York, che anche in piena notte, era riempita di luci come un albero di Natale rivestito di decorazioni.

Metafora molto azzeccata visto che a natale mancavano poche settimane.

La grande Mela era ricoperta da un leggero strato di neve candida che faceva sembrare tutto più affascinante.

Purtroppo per via del fuso orario ero arrivata a NY verso le 02:00 del mattino e sventuratamente ero rimasta a corto di soldi e gli unici Hotel aperti erano quelli di lusso quindi avrei dovuto trovare una soluzione a qual problema.

Non potevo di certo chiedere a Clint, abitava in campagna a dieci chilometri dall'uscita di New York quindi l'unica soluzione era chiedere a Steve.

Provai a chiamarlo diverse volte ma non rispose così decisi di incamminarmi fino al suo appartenente e per mia fortuna fui accompagnata da un gelido temporale, uno di quelli che ti congelano le ossa.

Arrivai davanti all'entrata del condominio del Capitano e diedi un'occhiata veloce, ma non vidi la sua Harley a cui era particolarmente legato.

Questo voleva soltanto dire una cosa, non era in casa.

Inzuppata fradicia e infreddolita decisi di fare "irruzione" nel suo appartamento attraverso la scala anti incendio che portava proprio davanti alla finestra del suo soggiorno.

Aprì lentamente la finestra cercando di fare meno​ rumore possibile.

Entrai in punta di piedi e chiusi la finestra alle mie spalle.

Camminai  lentamente fino alla camera di Steve, appoggiai per terra il mio zaino vicino a una sedia e, nonostante fossi tutta bagnata, mi lasciai andare sopra il suo letto per cadere in un profondo sonno.

Aprii gli occhi in un lampo e mi ritrovai davanti il soffitto bianco della stanza di Steve.

Mi alzai lentamente, presi il telefono dalla tasca dei miei jeans strappati e controllai l'orario.

Avevo dormito, completamente bagnata, per quasi un'ora e di Steve nemmeno l'ombra.

"Sarà in compagnia di una bella ragazza" pensai con un sorrisetto malizioso sulla faccia.

A bloccare il filo dei miei pensieri fu uno starnuto e quello fu in campanello d'allarme che mi fece capire che era arrivato il momento di una bella doccia calda.

Entrai nel piccolo bagno della camera da letto, estrassi dello zaino una canotta bianca e un sotto di un pigiama nero, che appoggiai sopra il letto.

Girai la manopola della doccia e in pochissimo tempo l'acqua fu bollente, proprio quello di cui avevo bisogno dopo essere rimasta bagnata per così tanto tempo.

Chiusi la porta alle mie spalle per evitare di far uscire il calore, inizia a spogliarmi e velocemente entrai dentro la doccia.

L'acqua bollente mi riscaldava e rilassava i miei muscoli contratti.

Dopo essermi riscaldata per bene presi lo shampoo appoggiato sul bordo della vasca, ne misi una piccola quantità sulla mia mano e iniziai a massaggiarmi la testa.

Approfittai dell'assenza di Steve per rimanere un pò di più sotto il getto d'acqua bollente.

Quando uscii della doccia un brivido percorse la mia schiena e in men che non si dica, inizia ad avere di nuovo freddo.

Era più che ovvio che non mi sarei dovuta addormentare con in dosso quei vestiti umidi e adesso per colpa della mia stupidità mi ritrovavo con qualche linea di febbre.

Mi asciugai rapidamente e non avendo nulla di pesante da indossare presi in prestito dell'armadio di Steve una delle sue felpe, troppo grande per il mio corpo minuto ma molto calda.

Accesi il phon e iniziai ad asciugarmi i capelli bagnati, quel getto di aria calda mi riscaldo provocandone anche una serie di brividi.

Riposi tutto al suo posto e essendo esausta e ancora ricoperta di brividi mi misi sotto le coperte.

Tutto odorava di lui, un profumo di quelli che ti invadono e che ti penetrano fino in fondo, dolce e fresco.

Avrei potuto continuare a odorare quella felpa per ore , ma fui attaccata dai sintomi della febbre cosi mi rannicchiai ancora di piu portando le ginocchia al petto.

Poco dopo fui svegliata dal chiudersi di una porta e vidi la figura imponente di Steve torreggiare su di me facendomi sentire ancora più piccola.

-Nat..?- mi guardò stranito il Capitano;
-Ciao campione- dissi con voce stanca ;
-che ci fai qui?e...perché indossi una mia felpa?-;
Risi divertita- se è per questo ho utilizzato anche la tua doccia-;
-Ti Senti male?- chiese vedendomi un pò pallida e spossata;
-Ho qualche linea di febbre- risposi con gli occhi chiusi;

Mi fisso con i suoi grandi e disarmanti occhi pervinca e proprio come un buon amico, dopo qualche minuto tornò dalla cucina con in mano una tazza di thè fumante.

Memories To RememberDove le storie prendono vita. Scoprilo ora