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Uscita dall'appartamento iniziai a camminare per le strade di New York, ammirando quella vita che inglobava ogni angolo di quella magnifica città.

Camminavo lentamente lungo il marciapiede affollato dai passanti, quando i miei occhi verdi si posarono sull'insegna di un Pub: The Green Drangon.

 Sarebbe stato il posto perfetto dove passare del tempo così mi strinsi nel cappotto di pelle nero e entrai per evitare di stare ancora al freddo della notte.

Il locale era molta accogliente e rustico, infatti la maggior parte dell'arredamento era in legno scuro. 

Il soffitto era ricoperto da bandiere di tutte le nazioni, i muri invece erano stati abbelliti con poster di cantanti e gruppi famosi, mentre al centro del locale c'era posizionato un grande bancone bar di forma ovale con clienti seduti da tutti i lati.

Attaccati ai muri si potevano trovare una ventina di tavoli sempre in legno scuro e quasi tutti occupati.

Mi andai a sedere in uno dei pochi tavoli rimasti liberi e presi il telefono dalla tasca dei miei jeans.

Premetti il tasto al centro e immediatamente il Display si illuminò consentendomi di guardare l'orario.

Erano le 20:16 così decisi di chiamare Clint, infondo gli avevo promesso di chiamarlo  non appena fossi arrivata a NY.

Digitai il numero sulla tastiera e premetti il tasto di chiamata.

Dopo qualche squillo rispose.

-Pronto?-; disse una voce a me molto familiare.

-Ehi campione che ne dici di raggiungermi per un drink?-; disse ridendo.

-Natasha?! sei qui a New York?-; 

Risi di nuovo divertita dal suo stupore-Si sono di nuovo a casa-;

-Ah fantastico dimmi dove sei che ti raggiungo-;

Gli diedi l'indirizzo e subito dopo concludemmo la telefonata, mentre una ragazza con un grembiule nero e un taccuino si avvicinava al mio tavolo.

Ordinai una vodka red bull e iniziai a rilassarmi ascoltando quella band mai sentita prima.

Clint fece capolino dalla porta nel momento esatto in cui portai alla bocca l'ultimo sorso del mio drink.

Parlammo per tutta la serata ridendo e scherzando mentre i bicchieri continuavano a svuotarsi e le nostre menti a rilassarsi.

-Allora non mi hai ancora detto perché sei tornata-;disse il mio amico guardando con intensità il suo bicchiere di whisky.

Bevvi un sorso di drink e risposi-perché semplicemente mi andava e poi mi mancavi-; conclusi con un'accattivante occhiolino.

Rise sinceramente e poi disse scuotendo la testa- seeeempre la solita-;

Lo guardai con gli occhi di una sorella e un sorriso decorò il mio volto.

-Basta parlare di me-dissi rompendo il silenzio che era calato tra di noi-Come sta la tua famiglia?-;

-Alla grande, ultimamente non ho molto lavoro quindi posso passare molto più tempo a casa e con i bambini-;

Risi pensando a quelle piccole pesti-fantastico credo che presto verrò a trovarvi-;

-Sei sempre la benvenuta Nat e poi loro di adorano-; disse guardandomi negli occhi.

-Grazie-; dissi sinceramente e in maniera cosi silenziosa che quelle parole  arrivarono alle orecchie di Clint come un sospiro.

Uscimmo insieme dal pub e dopo aver salutato Clint misi il cappuccio della felpa in testa e mi diressi a casa canticchiando una canzone della quale non conoscevo il nome ma il suo ritornello continuava a ronzarmi nella testa.

Aprii lentamente la porta facendo un po di rumore andando a sbattere contro il tavolinetto in legno chiaro posizionato nell'ingresso.

Imprecai e diedi un calcio a quell'orribile mobiletto e andai verso il divano barcollando.

-Ah sei tu-; disse Steve  guardandomi dalla cucina e richiamando la mia attenzione.

Lo guardai dritto negli occhi per focalizzarlo e poi lasciai andare la testa sul divano iniziando a canticchiare di nuovo quel ritornello  così ritmatico.

-Dove sei stata?-; mi chiese.

-Ero con Clint- risposi strascicando le parole e guardando il soffitto.

 -Fantastico, sei ubriaca-;   

-Nah to the ah to the, no, no,no-; dissi ridendo il ritornello della canzone.

-Bhe almeno vi siete divertiti-; in quel momento percepii un velo di amarezza nella sua voce.

Lo guardai con i miei occhi ubriachi e mentre lo vedevo sedersi vicino a me dissi:

-Geloso di Burton Steve?-;

Mi guardò malamente e sospirò scuotendo nervosamente la testa, facendo oscillare i suoi capelli luminosi.

Avrei sempre voluto toccarli e accarezzarli, avrei sempre voluto farmi scappare dalle mani il tempo perdendomi in quei bellissimi occhi che molto spesso mi ricordavano il cielo costellato di comete.

Ma quella volta non distolsi la sguardo da quell'ammasso di perfezione e mi abbandonai letteralmente alla mia ubriachezza.

Mi sedetti a cavalcioni sopra di lui sentendolo irrigidirsi sotto il mio tocco.

-Oh sia perfettamente che sei il mio preferito- dissi a un soffio dalla sua faccia.

Potevo sentire la sua inesperienza, la sua ansia e la sua timidezza, il suo respiro irregolare... e finalmente dopo tanto fantasticare potevo sentire lui.

Rapita da quei pensieri mi alzai lasciandogli un leggero bacio sulle labbra .

L'indomani non ricordai nulla di tutto questo, ma seppi che  in quel momento  il mio bacio fu ricambiato.

Un caldo soffocante mi pervase così mi alzai e iniziai a togliermi tutti i vestiti rimanendo con solo le  mutande nere e la canotta bianca che indossavo sotto la felpa.

Vidi il viso di Steve diventare sempre più scioccato e le sue guance presero un colorito rossastro.

Lo guardai dritto negli occhi prima di  entrare in camera da letto, per mettermi addosso qualcosa di più comodo.

Lo sentii alzarsi dal divano e sospirare pesantemente.

Riuscii dalla stanza ridendo e con addosso solo la felpa di Steve che mi arrivava un po più giù della vita.

Andai verso il Capitano lo presi per il colletto della sua attillata maglietta e lo baciai nuovamente,in maniera più aggressiva, più desiderosa, sempre più bisognosa di quel contatto.

Ci separammo dopo qualche secondo e il nostri sguardi si persero nella profondità dei nostri occhi.

-Sogni d'oro Capitano- dissi prima di ritornare incurantemente nella camera chiudendo la porta alle mie spalle e con essa anche la serata.



Memories To RememberDove le storie prendono vita. Scoprilo ora