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Ci catapultammo velocemente verso la sala controllo, da dove provenivano tremendi rumori.

Quando entrammo non potevamo credere ai nostro occhi.

Non appena vidi tutto quel caos mi blocca davanti alla porta d'ingresso mentre Steve si avvicinava lentamente al centro della stanza.

Quando vidi del movimento sotto una delle tante scrivanie rovesciate, impugnai la mia semiautomatica e con passo felpato mi avvicinai al tavolo.

Feci un balzo all'indietro quando vidi la scrivania essere catapultata dalla mia parte.

Era Alexander.

Stava tossendo per via della polvere mentre faticosamente si sollevava sui gomiti.

Corsi da lui e quando mi avvicinai vidi che stava coprendo con il suo corpo Maria, che in quel momento sembrava molto sofferente.

-Cazzo...-; lo sentii imprecare.

-Che è successo?- chiesi aiutandolo ad alzarsi.

-Qualcuno ha buttato una granata, per fortuna nella stanza eravamo rimasti solo noi, Sharon era uscita per cercarvi-;

Aiutai Maria a sedersi e notai una terribile ferita sull'addome.

Era spaventosamente pallida e sudata, mentre un fiume di sangue usciva dal suo fianco destro.

-Com'è diavolo è successo. Chi l'ha ferita?-;

Strappai un pezzo della sua maglietta bianca, ormai non più candida come qualche minuto prima, e delicatamente la fasciai.

La sentii imprecare sottovoce mentre con forza stringeva i pugni quasi a ferirsi.

-Era un ragazzo. Lei è stata la prima a vederlo e quando si è esposta per fermarlo lui gli ha sparato. Poi ha buttato la granata e io l'ho trascinata sotto qual tavolo che ho utilizzato come scudo-;

-Bella pensata-; dissi regalandogli un sorrisetto che lui ricambiò.

-Bisogna medicarla-; disse Steve inginocchiandosi al mio fianco.

-Ci posso pensare io-;

Un po' sconvolta da quella affermazione mi voltai verso Alexander alzando un sopracciglio.
-Tu?-;

-Ti sei persa tante cose di me in questi anni-;

Mise un braccio sotto le sue gambe e uno dietro la sua schiena e come se stesse sollevando una piuma si mise in piedi dirigendosi verso l'uscita.

Arrivato davanti alla porta si fermò e girandosi verso di noi disse:

-State attenti quello stronzo, sembrava pericoloso e inoltre ... aveva un braccio bionico-;

Mi voltai preoccupata cercando lo sguardo di Steve, che in quel momento stava contemplando il vuoto.

-Steve..-; dissi -dobbiamo verificare che non abbai ferito nessun altro-; conclusi avvicinandomi.

Allungai una mano verso la sua spalla, ma lui mi scanso avviandosi verso l'uscita.

Perlustrammo per ora ogni centimetro della basa senza trovare alcuna traccia di Bucky.

Non trovammo altri feriti e per fortuna Maria si stava lentamente riprendendo.

Passammo il resto della serata all'interno  di una sala conferenze a parlare, a ricontrollare fascicoli e telecamere di sorveglianza.

-Non ha preso assolutamente niente?-; chiese per la centesima volta il Capitano.

-No abbiamo ricontrollato tutti gli archivi. Non manca nulla-;

Memories To RememberDove le storie prendono vita. Scoprilo ora