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Per tutto il pomeriggio ero stata indecisa tra il sobrio o lo sportivo, ma alla fine avevo optato per un top di pizzo nero con una gonna a vita alta color marsala.

Tracciai un sottile linea di eyeliner, passai sulle labbra un rossetto dello stesso colore della gonna e solo allora mi decisi ad uscire dalla stanza.

La musica incombeva su tutto l'edificio e gruppi di persone affollavano ogni corridoio rendendo difficile il passaggio.

Con fatica riuscii a raggiungere l'ascensore che conduceva all'ultimo piano dove si stava svolgendo la fatidica festa.

Arrivata all'ultimo piano le porte si aprirono rivelando una calca di persone intente a dimenarsi a ritmo di musica.

Non amavo particolarmente le feste, ma essendo che era una festa organizzata dal grandissimo Anthony Stark non potevo assolutamente mancare.

Camminai lentamente tra la folla, cercando di evitare la confusione e in lontananza potei scorgere il volto annoiato di Clint impegnato ad ascoltare i barbosi discorsi di una persone che sicuramente neanche conosceva.

Mi avvicinai e sorridendo iniziai a recitare la mia parte.

-Clint?Ehi ti stanno cerando tutti ma dov'eri finito?-;

Lo vidi lasciar andare un sospiro di sollievo non appena i suoi occhi scuri si posarono sulla mia figura sorridente.

-Scusami tanto Nat. Ho incontrato il Senatore Palmer e mi ero fermato a chiacchierare-; concluse indicando il signore paffutello e calvo messo accanto a lui.

I suoi occhi porcini si illuminarono quando caddero sulla scollatura della mio top.

-Mi dispiace dover interompervi ma il signor Burton è desiderato da un'altra parte-;

Le mie parole riportarono alla realtà quel vecchio maniaco che finalmente si degno di guardarmi in faccia.

-Oh si si ma certo...come ha detto che si chiama questa bella signorina Burton?-;

Sorrisi a quello schifosi pervertito e con fare disinvolto dissi:

-Grazie mille è stato un vero piacere conversare con voi Senatore-;

Poi girai i tacchi iniziando a ridere per la faccia paonazza e rossa del Senatore Palmer.

Continuammo a ridacchiare a e sparlare di quel maniaco in giacca e cravatta fino a quando non fummo raggiunti da Maria, che era avvolta da un bellissimo vestitino bianco senza spalline con scollatura a cuore.

-Vado a prendere da bere ci vediamo dopo-; disse Clint avvicinandosi al bancone bar.

-Sei fantastica-; dissi rivolgendo all'agente un sorriso che venne subito ricambiato.

Dopo qualche parola restammo in silenzio ad ascoltare la musica mentre lo sguardo vagava tra la gente.

Notai che adesso gli occhi attenti di Maria erano posati su di me, squadrandomi dalla testa ai piedi.

-Che c'è?-; chiesi aggrottando la fronte.

- Stavo pensando che solo tu puoi mettere dei vestiti cosi provocatori e belli allo stesso tempo-;

-Grazie-; dissi colpita dalla sua sincerità .

Dopo poco le chiesi se le andava di bera e Maria accetto facendo un cenno con la testa , cosi tra una parola e l'altra ci dirigemmo verso il bar.

Arrivate al terzo Martini entrambe stavamo affogando in un mare di risate senza senso.

-Ahhahaha ti prego basta-; dissi con le lacrime agli occhi.

La vidi piegarsi in due e poggiare la mani sul ventre per poi ordinare un altro drink.

-Non posso crederci-; dissi di nuovo ridendo ripensando al l'aneddoto appena raccontato dalla mia amica.

-Lo so! E pensa che perfino lui era....eeh..era..-;

-Maria ...Ehi! Sono qui! Cosa diavolo stai guardando-; dissi vedendola distratta con gli occhi puntati alle mie spalle.

Rise leggermente e poi con un sorriso sghembo disse prima di alzarsi e andarsene barcollando.

-Tesoro dovresti voltarti-;

Lo guardai allontanarsi e poi con dubbio feci ciò che mi aveva consigliato.

Mi girai lentamente e i miei occhi caddero su Steve e Bucky che in tutta la loro bellezza se ne stavano a parlare e a scherzare nelle scale che conducevano al terrazzo.

Rimasi imbambolata a fissarli, un po per colpa dell'alcol e un po per colpa della bellezza che trasudavano da tutti i pori.

A dire la verità per tutto il tempo avevo guardato Steve che con foga gesticolava parlando.

Feci scattare lo sguardo da un volto all'altro e quando lo posai sul Soldato notai che qualcosa era cambiato.

La matassa di lunghi capelli neri era scomparsa insieme alla barba e adesso l'unica cosa che rimaneva erano dei bei capelli lisci tenuti all'indietro.

Dovetti addirittura socchiudere gli occhi come se quel ragazzo emanasse luce proprio.

-Wow..-;

Fu l'unica parola che riusci a dire dopo aver visto quel volto in tutto il suo splendore.

Avevo sempre trovato Bucky stranamente affascinante ma adesso sembrava davvero un'altra persona, aveva quello sguardo sexy che ti faceva venire le farfalle allo stomaco.

Ripresi a guardare il Capitano e non potei far a meno di ridere quando vidi Steve mettersi una mano al cuore e portare la testa all'indietro per qualcosa che gli aveva riferito Bucky.

E anche da quella posizione potei sentire la sua risata allegra e contagiosa che come sempre mi portava una scarica di brividi.

Di scatto ritrovai i suoi bellissimi occhi cerulei fissare i miei cosi intensamente e profondamente che per un secondo sentii le ginocchia tremare.

Come se stessi andando a fuoco fui colpita da una vampata di calore e potei giurare di sentire anche le mie guancie diventare rosse.

Ogni volta esattamente come la prima i suoi occhi mi facevano quest'effetto e il mio cuore iniziava a scalpitare.

Iniziai a sentirmi soffocare e quella sensazione di andare a fuoco non voleva abbandonarmi cosi, raccolsi quel poco che restava di una sobria me e velocemente mi diressi verso il balcone che dava su New York.

Quando spinsi le vetrate un'ondata d'aria fresca mi investi scompigliandomi i capelli.

Mi avvicinati sempre di più alla ringhiera e quando fui abbastanza vicina, da poter vedere le auto sfrecciare e le persone passeggiare, presi una lunga boccata d'aria che mi riempi i polmoni.

Espirai lentamente e solo allora mi sentii più leggera e meno oppressa da quello sguardo.

Sentii la porta aprirsi mostrando i volti arrossati di due invitati che chiaccherando si allontanavano, dirigendosi verso il lato opposto della lunga balconata.

Per un secondo sperai che fosse lui ma poi ripensai a tutte che cattiverie che c'eravamo detti e in lampo tutte le mie illusioni sparito.

Quella sera quando rientrai lo vidi parlare allegramente con Sharon e ancora una volta il mio cuore si rabbuio.

Poi fui raggiunta da Alexander che per tutta la serata era rimasto a dialogare con gli altri ragazzi, ma poi vedendomi sola e accasciata su un divano si decise ad avvicinarsi.

Ora dopo ora la folla di persone inizio a diminuire fino a quando non restammo solo noi.

Alla fine della serata salutai velocemente tutti e con i piedi doloranti, mi diressi verso la mia stanza dove passai l'intera nota a rigirarmi nel letto disturbata da terribili e fastidiosi incubi.





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