Papà

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Slenderman ascoltava con attenzione le sue parole. Quella bambina era sola, proprio come lui. Ma non poteva fare a meno di guardarla e vedere la persona che aveva più a cuore...

Papà...

Era così vago il significato di quella parola, eppure lo sentiva così vicino. C'erano ricordi legati a quella parola, ricordi gioiosi. E dolorosi.

<< Ehi? >>

La voce timida e dolce di quella bambina lo riportò alla realtà. Katy lo guardava senza paura, il suo sguardo rendeva il suo volto da bambina ancora più tenero. Era la prima volta, dopo tutti quegli anni, che un bambino lo guardava senza avere terrore nei suoi occhi.

<< Stai bene? >>

Cosa voleva dire? Non provava sensazioni da quando era diventato ciò per cui era conosciuto. Non era visto come nient'altro che un mostro. Come faceva quella bambina a capire come si sentisse? E poi... Quegli occhi... Gli erano così familiari...

<< Posso farti una domanda un po'... strana? >>

Chiese poi la piccola all'improvviso. Slenderman la guardò per qualche istante prima di fare un impercettibile cenno affermativo con il capo.

<< Tu sei sempre stato così... o avevi una vita diversa...? >>

Strana domanda, degna di lei. Era davvero così curiosa, o era solo... incredibilmente matura? Sembrava affascinata dalla sua natura mostruosa, a differenza degli altri bambini. Interessante. Peccato che una domanda del genere gli riportasse alla mente ricordi troppo forti. Aveva avuto una vita, finché non era accaduta una catastrofe... Ciò che lo aveva condannato ad assumere quelle sembianze. Gli faceva male ricordare...

<< Sei vestito in modo abbastanza... normale, per essere un mostro... A pensarci bene, non so neanche se sei davvero un mostro... >>

Slenderman rimase abbastanza stupito da quell'affermazione. Si alzò da terra e prese per mano la bambina, portandola nel profondo del bosco. Katy lo osservava senza capire, e quando furono completamente circondati dagli alberi secchi, l'uomo smilzo fece una cosa che Katy mai si sarebbe aspettata.

La prese in braccio e, mimetizzandosi tra gli alberi, cominciò ad allungarsi, arrivando ad un'altezza ancora più grande di quella che aveva. La vista che le si presentò davanti era incredibile!

Si vedeva la città da lontano, una piccola distesa di marmo bianco, allontanata da loro da un'immenso oceano nero caratterizzato dagli alberi che, in quel momento, erano il loro rifugio. Il vento sfiorava il volto di Katy, scostandole i capelli e illuminando i suoi occhi di lacrime.

Quel paesaggio era strano, davvero insolito, ma era qualcosa che faceva parte di lui. Una vista incredibile, bellissima, ma malinconica... Slenderman le stava rispondendo in quel modo, facendole capire che le sue memorie erano così profonde e tristi che si erano invaghite di lui, rendendolo ciò che era. Una malattia terribile, dalla quale nemmeno lui poteva liberarsi.

Il suo passato era bruciato via, e con esso la sua anima... E chissà, forse anche il suo volto...

Katy lo guardò e passò una piccola mano sul suo volto pallido e inesistente, e si chiese come sarebbero stati i suoi occhi se li avesse mai avuti.

<< Hai sofferto tanto... e hai paura che ciò che hai passato possa ritornare a tormentarti... E' per questo che stai qui da solo? >>

Sapeva che avrebbe capito. Quella piccola creatura innocente riusciva a capire più di quegli stupidi adulti che raccontavano leggende e storie su di lui, facendolo passare per un assassino assetato del sangue dei bambini. Si abbandonò al tocco gentile di Katy prima di tornare alla sua statura, poggiò la bambina per terra e si mimetizzò di nuovo tra gli alberi, facendole perdere le tracce.

Katy rimase ancora una volta da sola. Non provò a seguirlo, né a chiamarlo. Semplicemente lo lasciò andare, così come lui aveva lasciato andare lei quando avrebbe potuto ucciderla senza pietà.

Ancora molte cose erano all'oscuro, e Katy sapeva che erano tutte da scoprire. Dopo aver giocato nel bosco, osservato gli strani movimenti degli insetti e degli animali, la notte era calata sull'ambiente, insieme alle nuvole minacciose che illuminavano il cielo nero con i loro fulmini. Katy era tornata all'edificio abbandonato e osservò la pioggia cadere ferocemente. Quel temporale era scoppiato all'improvviso, soffiando anche vento freddo. Si coprì con la copertina e cercò di addormentarsi, peccato che il rumore feroce dei fulmini la facesse sobbalzare terribilmente, e da sola aveva paura in quel luogo.

I tuoni rombavano furenti, e Katy pensò che sarebbe stato difficile addormentarsi, almeno fin quando non alzò lo sguardo, trovando davanti a lei Slenderman che la osservava nel buio. Le vennero i brividi, quella visione faceva paura...

Ma ormai sapeva che l'uomo smilzo non aveva cattive intenzioni. Si avvicinò lentamente a lei e la mise sdraiata a terra, sistemandole meglio la coperta. Quando fece per scomparire di nuovo, Katy lo richiamò.

<< Slenderman... >>

Si girò.

<< Potresti... Potresti restare qui a farmi compagnia, stanotte? Ho paura dei tuoni... >>

Per qualche secondo rimasero entrambi a guardarsi in silenzio. Dopo tre giorni, Katy si era abituata a questa cosa, e cercava di capire cosa volesse fare. L'ennesimo fulmine squarciò la notte e non riuscì a reprimere un grido di paura, nascose il volto nella coperta e cominciò a piangere. Aveva il terrore dei fulmini, non sapeva perché, ma li detestava!

E di certo Slenderman non sarebbe voluto rimanere lì con lei a tenerle compagnia tutta la notte...

Invece, l'uomo smilzo scoprì il suo volto con delicatezza e si sedette accanto a lei, accarezzandole i capelli. Katy lo guardava stupita, prima di sorridere debolmente. Si concesse di poggiare la testa per terra e chiudere gli occhi.

<< Buonanotte. >>

Buonanotte.

Slenderman e KatyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora