Punti dolenti

1.3K 70 13
                                    

Jane Allison e Walter Reiligh avevano deciso di riunirsi privatamente per approfondire la situazione di quel particolare caso, essendo state le persone coinvolte maggiormente in quest'ultimo. Sul grande tavolo di vetro erano disposte in ordine foto segnaletiche, fogli che trattavano del caso e anche di tutti quelli collegati a esso, e ricerche sullo Slender Man. Il più importante obiettivo di quell'indagine era scoprire cosa avesse portato Katy a tornare dal mostro senza volto durante la sua fuga.
Non avevano dubbi sul fatto che, se l'avessero ritrovata, sarebbe stata ancora viva. Avevano compreso che il legame sbocciato tra lo Slender Man e la bambina era certamente più forte e diverso da qualsiasi altro rapporto tra rapitori e vittime, ma non riuscivano a chiarire quel mistero. Naturalmente avevano già avvertito i genitori di Katy che, ovviamente, si erano infuriati e avevano insultato le capacità delle forze dell'ordine. Fortunatamente, erano riusciti a evitare un forzato incontro con i due, che sarebbe di sicuro risultato disastroso. C'erano troppi misteri in quel caso e andava fatta luce su questi. Jane Allison si alzò in piedi e cominciò a girare per la stanza, commentando la faccenda.

<< Allora... Riassumiamo il caso: Katy Hudson, 9 anni, figlia di Madison e Isaac Hudson, il 10 Novembre scompare, divenendo un'altra vittima delle misteriose sparizioni che sono successe in questi anni. A eccezione di tutti i bambini scomparsi e mai ritrovati, Katy viene invece ritrovata e portata a casa sana e salva dopo tre settimane. >>
<< Ma qualcosa è cambiato in Katy. I genitori notano che non è più la stessa e credono che la bambina possa essere rimasta profondamente turbata da questa esperienza. >>

Aggiunse James Roosvelt, battendo le dita sulla superficie di vetro del tavolo.

<< Così decidono di mandarla da uno psichiatra infantile: Michael Needles, amico del padre. Ma si scopre che questo tizio è un dannato pedofilo e cerca di violentare Katy, che, però, riesce a fuggire e... Ritorna nella foresta... >>

Completò Reiligh con un sonoro sbuffo. La psicologa si fermò, poggiando le mani sul tavolo.

<< Ecco, questo è il punto. Perchè Katy, invece di scappare a casa, o chiamare aiuto, ha deciso di ritornare nella foresta? Sicuramente il suo desiderio principale era quello di tornare dallo Slender Man. Perchè? >>

I tre si guardarono sospirando, aspettando che qualcuno rompesse il silenzio. Jane riprese a parlare.

<< Da esperta psicologa quale sono, posso dire tranquillamente che quando i bambini si trovano in situazioni simili a quella in cui si è trovata Katy, per esempio durante una fuga da un rapitore, il primo pensiero che la loro mente focalizza è l'ambiente familiare; desiderano trovarsi a casa, con la madre e il padre. Quindi si dirigono quasi sempre verso casa, dove saranno al sicuro. >>
<< Ma questo, evidentemente, non rientra nel caso di Katy... >>
<< Già... Questa è una cosa a dir poco incredibile. Non sappiamo a cosa sia dovuto, ma sta di fatto che Katy, durante la sua fuga, ha focalizzato come ambiente familiare, non la sua casa, ma il bosco. Non i suoi genitori, ma lo Slender Man... >>
<< Non potrebbe semplicemente essere stato lo spavento? Magari la piccola ha pensato di tagliare per il bosco, o di nascondersi lì... >>

Intervenne Reiligh. Jane e James lo guardarono come se avesse raccontato una squallida barzelletta.

<< Cioè, Walter, secondo te, una bambina che è stata rapita dallo Slender Man, che ti rammendo, abita nel bosco, torna in quell'ambiente per sfuggire a un pedofilo... Per sbaglio? Perchè avrebbe pensato di arrivare a casa più facilmente? >>
<< Bè... >>
<< Walter, non può essere successo questo! Nessuna persona sana di mente si addentrerebbe nuovamente in un bosco dopo essere stata tenuta in ostaggio da uno scheletro senza faccia, in giacca e cravatta! >>

Slenderman e KatyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora