Bisogno

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Di giorno l'attendeva nel bosco.
Di notte vegliava su di lei, e le dava la buonanotte prima che si addormentasse.
E sebbene gli sarebbe piaciuto se fosse rimasta in piedi tutta la notte a fargli compagnia, quando la vedeva sbadigliare il suo cuore ormai fermo si concedeva un battito di tenerezza, e la lasciava andare.
Lui tornava nel bosco, a mimetizzarsi con gli alberi, a tornare il misterioso mostro della leggenda che lo vedeva come protagonista.
Si chiedeva spesso da quando fosse nata la leggenda, e si chiedeva se sarebbe potuto cambiare qualcosa ora che Katy era entrata nella sua vita.
...
Vita...
Dunque aveva ancora una vita?
L'aveva mai avuta?
Il tempo passato in quella selva era stato così tanto da essersi dimenticato perfino se fosse ancora vivo.
Tutti quei bambini che aveva ucciso...
Non lo aveva fatto per soddisfare un'inesistente voglia di sangue, non lo aveva mai fatto per piacere di sentire le loro grida strazianti, o per vedere le loro lacrime mescolarsi al loro liquido cremisi.
Quando lo faceva, quando seguiva le vittime nella foresta e poi le uccideva... Era per rabbia, frustrazione...
Disperazione...
Si illudeva che uno di quei bambini potesse essere suo figlio, ma quando capiva che non era così, infuriato e sfinito per una ricerca diventata eterna, li uccideva senza pietà.
Fin quando non aveva incontrato Katy.
Katy era stata coraggiosa, aveva avuto il coraggio di guardarlo in faccia in punto di morte, e gli aveva regalato l'opportunità di vedere i suoi occhi...
Occhi che non vedeva da tanto tempo, e che aveva avuto tanto bisogno di vedere.
Finalmente erano tornati da lui.

Lo vide allontanarsi e tornare invisibile tra gli alberi, e ogni volta rimaneva affascinata dalla sua figura alta e magra, innaturale, ma vestita in modo impeccabile.
Come un uomo normale.
Katy ricordò, nel buio della sua stanza, quando aveva immaginato il suo volto. Era stato un flash, ma lo aveva visto.
Ed era stato come se lo avessericordato, più che immaginato.
Provò ad immaginare come potesse essere stata la sua vita fino a quel momento.
Vivere senza un'anima, senza un cuore, provocando la paura della gente...
Non doveva essere una bella sensazione.
Sentì un rumore al piano di sotto e capendo che la nonna stava salendo, scappò nel letto e si coprì. Il rumore della porta che si apriva le fece sigillare gli occhi e pregò perchè l'anziana non si accorgesse che era ancora sveglia.
Voltata dall'altro lato, osservò l'ombra della donna sul muro e tirò un sospiro di sollievo quando la sua stanza ripiombò nel buio. Katy sentì il cuore battere a mille. Sua nonna in quei giorni la inquietava terribilmente e non riusciva a capire perchè.
Era come se lei sapesse chi era in realtà Slender Man, e qual era il legame che si era venuto a creare tra la nipote e la creatura. Ma non riusciva a capire se apprezzasse o meno la cosa.
D'altra parte sua nonna era sempre stata un tipo misterioso, e aveva smesso da tempo di farsi domande sulla sua personalità. Fin da piccola, aveva assistito segretamente ai suoi racconti oscuri e ai rimproveri che sua madre le riservava.
Nel silenzio e nel buio si ritrovò a pensare a quanto le mancasse Slender Man, e a quanto aveva bisogno che arrivasse il giorno dopo per poterlo vedere.

Il sole battè alle finestre della stanza di Katy, illuminando il suo viso addormentando, destandola da un sogno che le mostrava ricordi che non le appartenevano.
Aveva di nuovo sognato la casa in fiamme, e lei stessa dentro a gridare aiuto, con la presenza di quel misterioso uomo in giacca e cravatta, il volto che non riusciva mai a ricordare, ma che l'abbracciava e le diceva soltanto: "Papà è qui... Ora ti porto via..."
E poi il mattino era arrivato.
Ogni volta che faceva questo sogno una sconosciuta malinconia le percorreva la mente. Era come se sentisse di aver già vissuto la scena che si manifestava nei suoi sogni, ma ciò, ovviamente, non era mai capitato.
E poi... L'uomo che, nel sogno, diceva di essere suo padre... Chi era, in realtà?
La voce non era la stessa del suo vero padre.
Il colore accecante delle fiamme, l'odore penetrante del fumo che, pur se in un sogno, sentiva come se le avesse penetrato i polmoni, tutte sensazione sonosciute e allo stesso tempo familiari.

Slenderman e KatyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora